“A UN CERTO PUNTO QUALCUNO HA SPINTO L'INDUSTRIA DISCOGRAFICA VERSO LA BANALITÀ” – L’ATTO DI ACCUSA DI ENRICO RUGGERI, CHE HA SCRITTO UN'AUTOBIOGRAFIA ATTRAVERSO LE SUE CANZONI – “JOHN LENNON, BOB DYLAN FERMAVAMO LE GUERRE E VENDEVANO ANCHE I DISCHI. NON SONO STATI I DISCOGRAFICI A DETERMINARE IL CAMBIAMENTO DI ROTTA. MA QUALCUNO FORSE AVEVA INTERESSE A INTORPIDIRE LE COSCIENZE" – IO DI DESTRA? NON VOGLIO ESSERE INCASELLATO - IL BRANO “QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO” È MAGGIORE RISPETTO AL SUO VALORE. CREDO DI...” – VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

Alberto Infelise per "la Stampa" – Estratti

 

gli occhi del musicista enrico ruggeri 1 gli occhi del musicista enrico ruggeri 1

Enrico Ruggeri ha la voce di uno che ha passato gli ultimi cinquant'anni a cantare su un palco e quando inizia a parlare sembra di ascoltare una storia diversa per ognuno di quei milioni di palchi. Ha scritto un'autobiografia attraverso le sue canzoni, 40 vite (senza fermarmi mai) - citando la sua Vivo da re, un manifesto programmatico scritto a 17 anni - e venerdì la presenterà al Salone. Il suo libro è un lungo viaggio attraverso la vita e la musica.

 

Una musica che un tempo era fatta da grandi personaggi che potevano ispirare e cambiare le vite. Oggi, un po' meno: «Se fossi un dietrologo direi che a un certo punto qualcuno ha spinto l'industria discografica verso la banalità. Forse i cantati erano un po' troppo importanti. John Lennon, Bob Dylan fermavamo le guerre, facevano cambiare opinione alla gente e vendevano anche i dischi. Non sono stati i discografici a determinare il cambiamento di rotta. Ma qualcuno forse aveva interesse a intorpidire le coscienze».

 

In quanto a coscienze e formazione, la sua produzione musicale è sempre stata legata alla letteratura, anche più di altri cantautori?

«Sì, perché per la mia generazione e per quella che mi ha preceduto, quelle dei grandi cantautori, era così. Prima di tutto eravamo grandi lettori. I miei riferimenti letterari sono tantissimi. Non posso dire di aver letto tutto di tutti i grandi russi, perché nessuno lo ha fatto davvero, ma ecco, ne ho letti parecchi. Così come tantissimi francesi, con un occhio di riguardo per Simenon».

enrico ruggeri cover enrico ruggeri cover

 

 

Questi tempi, in generale, paiono meno letterari. Come vede l'Italia di questi giorni?

«È un momento molto incattivito, e questo spirito del tempo temo non porti da nessuna parte».

 

La destra al governo sembra che da una parte ringalluzzisca gli uni e dall'altra incattivisca gli altri.

«Il meccanismo mi pare questo e credo non sia un bene. Ma mi rendo conto che chi governa ha potere un po' dappertutto ed è felice di gestirlo e chi l'ha perso si danni per averlo perso. Detto questo tutto è diventato tifo, banalizzazione, tutti contro tutti. Il danno maggiore è che così non si approfondisce nulla, vince chi banalizza».

 

Lei è spesso stato incasellato come intellettualmente di destra, ma ha sempre rivendicato di non essere organico a nulla.

«Perché è così: non voglio essere incasellato. Uno non ha delle opinioni che discendono dalla casella in cui gli altri lo rinchiudono. Sono una persona libera, non ci sono altri a decidere quello che devo pensare».

 

Negli ultimi anni lei è stato attivo sui social, con opinioni a volte impopolari. Come ha vissuto le critiche?

gli occhi del musicista enrico ruggeri 4 gli occhi del musicista enrico ruggeri 4

«Come lo pretendo per me, anche io rispetto chi ha idee diverse dalle mie e me le sbatte in faccia. Però francamente non capisco perché dovrei spaventarmi per il primo che passa e mi viene a dire "taci e pensa a cantare".

 

Ma perché non dovrei essere autorizzato a dire la mia? Io da sempre giro il Paese in lungo e in largo, ascolto la gente, ci parlo insieme. Ma a un certo punto è diventata comune questa cosa di dire ai cantanti di farsi gli affari loro e cantare. Ma non vedo perché, con tutto il rispetto, l'idraulico che mi rinfaccia quello che dico si senta più in diritto di me di dire la sua.

 

8...)

Una canzone più di tutte le ha dato la patente di autore che ama e sa capire le donne. Perché nel libro la definisce "la famigerata"?

enrico ruggeri enrico ruggeri

«Nel senso letterale, perché la fama di Quello che le donne non dicono forse è maggiore rispetto al suo valore. Credo di aver scritto alcune canzoni più poetiche sulle donne. Ma il successo di un brano dipende dall'allineamento dei pianeti».

 

Altre canzoni sembrano il contraltare di "Quello che le donne non dicono", da "Vivo da re" a "Dalla vita in giù". Possiamo dire che sono canzoni molto oneste?

«Vivo da re l'ho scritta a 17 anni, una fantasia su quello che sognavo della vita da musicista, piena di donne, vuota dell'unica che avrei voluto. Con Dalla vita in giù volevo dichiarare le mie debolezze fin dall'inizio. In genere gli uomini nel corteggiamento sono un po' come i politici: fanno grandi promesse che poi non manterranno».

 

Tanto vale partire con la sincerità: "Non mi so contenere appena non ci sei"?

toto cutugno enrico ruggeri toto cutugno enrico ruggeri enrico ruggeri enrico ruggeri enrico ruggeri enrico ruggeri enrico ruggeri enrico ruggeri ENRICO RUGGERI ENRICO RUGGERI

«Meglio mettere le mani avanti».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...