CHE CI FACEVA UN COLONNELLO ITALIANO ALLA MOSTRA DEI MEZZI NATO SEQUESTRATI DAI RUSSI? – L’ADDETTO MILITARE DELL’AMBASCIATA ITALIANA A MOSCA, VITTORIO PARRELLA, È STATO AUTORIZZATO DAL MINISTERO DELLA DIFESA PER CONTROLLARE DI PERSONA IL BOTTINO DI GUERRA CHE I SOLDATI RUSSI HANNO RUBATO E DECISO DI MOSTRARE. L'AUTOGOL DELL'ITALIA: LA PRESENZA DEL MILITARE ITALIANO È STATA SFRUTTATA PER LA PROPAGANDA PUTINIANA, VISTO CHE LA TV DI STATO HA TRASMESSO LE IMMAGINI SOTTOLINEANDO LA SUA PARTECIPAZIONE... - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Francesco Olivo per www.lastampa.it

 

vittorio parrella alla mostra dei mezzi nato sequestrati dai russi 3

La Russia vuole celebrare i propri trofei militari e ha esposto i mezzi della Nato catturati dopo le battaglie con l'esercito ucraino. Un'operazione di propaganda che non desta nessuna sorpresa. Ma l'aspetto più curioso di queste immagini, diffuse dalla tv ufficiale del ministero della Difesa russo, è che tra i visitatori di questa particolare esposizione c'era anche l'addetto militare dell'ambasciata italiana, Vittorio Parrella.

 

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La vicenda è stata pubblicata su Twitter dal giornalista Marco Bordoni. Il colonnello italiano non era certo il solo, la tv Zvezda segnala la presenza alla mostra anche dei suoi colleghi di Cina, Marocco, Sudafrica, Argentina, India, Brasile, Serbia e Turchia.

 

vittorio parrella alla mostra dei mezzi nato sequestrati dai russi 2

Da Roma, però, arriva un chiarimento: «Il colonnello è andato all'esposizione dei mezzi militari su esplicita autorizzazione del ministero della Difesa». Lo scopo, secondo fonti di governo, sarebbe quello di sincerarsi direttamente del bottino di guerra che i russi hanno deciso di esibire. La mossa di diffondere la notizia della presenza del militare italiano risponderebbe quindi a ragioni di propaganda del governo di Mosca.

 

vittorio parrella alla mostra dei mezzi nato sequestrati dai russi 1

Il colonnello Parrella ha preso in posto del generale Vannacci all'ambasciata italiana, ed è stato ritenuto uno dei testimoni chiave nell'inchiesta sulle presunte irregolarità amministrative del generale.