DIMESSO MA PROMOSSO - L’EX MAGISTRATO INGROIA OTTIENE DAL CSM UN RICONOSCIMENTO DI CARRIERA PER IL PERIODO 2007-2011 - NONOSTANTE COMPORTAMENTI “CONNOTATI DA OGGETTIVA GRAVITÀ”, AGGIUNGE IL CSM...


Antonio Ingroia

dal “Corriere della Sera

 

Il Consiglio superiore della magistratura «promuove» l’ex pubblico ministero della Procura di Palermo Antonio Ingroia, riconoscendogli il conseguimento della sesta valutazione di professionalità per il quadriennio compreso tra il 2007 e il 2011: nella sostanza si tratta di un grado superiore a quello che Ingroia aveva quando — ormai un anno fa — ha lasciato la magistratura, con conseguenti benefici in termini di pensione e liquidazione.

ingroia nel durante il processo contrada


Ma sulla decisione il plenum di Palazzo dei marescialli si è spaccato quasi a metà: la decisione a favore di Ingroia è passata, infatti, per un voto soltanto di scarto tra favorevoli e contrari: otto contro sette (più quattro astenuti).

 

La delibera del Csm riconosce anche che l’ex magistrato palermitano ha tenuto comportamenti «connotati da oggettiva gravità», quando ancora indossava la toga.

 

Il riferimento è a una serie di interviste che furono oggetto di due procedimenti disciplinari conclusi sempre con il non luogo a procedere, visto che il pubblico ministero più esposto del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia aveva, intanto, abbandonato la toga.

sede csm consiglio superiore della magistratura

 

Interviste come quella in cui Ingroia accusò la Consulta di aver preso una decisione politica e «mortificato» le ragioni del diritto, accogliendo il conflitto di attribuzioni del capo dello Stato contro la procura di Palermo proprio nel procedimento Stato-mafia.

 
Di queste condotte l’organo di autogoverno delle toghe non ha tenuto conto, nel riconoscere le note di merito che hanno prodotto l’avanzamento di carriera «a posteriori» di Ingroia, perché — come evidenzia la delibera approvata — si tratta di episodi successivi al quadriennio che era l’oggetto della valutazione.

il presidente della repubblica giorgio napolitano