Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”
PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA
Oggi Palazzo Madama apre le porte ai neo eletti. È stata allestita una sala dove i senatori riceveranno tutte le informazioni pratiche sull'incarico e sui servizi interni a loro disposizione. Infine dovranno mettersi in posa per la foto identificativa. Da domani un analogo servizio di accoglienza sarà attivo a Montecitorio. Il problema? È che entrambi gli appuntamenti potrebbero andare deserti. Sembra un paradosso.
Ma, a causa dei complessi meccanismi di attribuzione dei seggi previsti dal Rosatellum, manca ancora la proclamazione ufficiale del nuovo Parlamento. I deputati e i senatori possono dirsi sicuri dell'elezione soltanto quando ricevono a casa la raccomandata dalla Prefettura che comunica la lieta novella. Ebbene, nessuno ha avuto comunicazioni ufficiali. Nel dubbio, alcuni oggi si presenteranno all'appuntamento. Altri, prudentemente, se ne staranno a casa aspettando che suoni il postino.
CAMERA DEI DEPUTATI SEMI VUOTA
Dal sito del Viminale risultano ancora aperte 26 sezioni per il Senato e 27 per la Camera. Come è possibile a quindici giorni dal voto? Perché durante la notte del 4 marzo molti presidenti di seggio, alle prese con le contorte regole di conteggio del sistema elettorale, hanno alzato bandiera bianca e non hanno portato a termine le operazioni di scrutinio, inviando le schede direttamente alle Corti d' Appello.
Questo ha aggravato il lavoro degli uffici giurisdizionali, cui è toccato fare anche da scrutatori. Risultato: a ieri, secondo il ministero dell' Interno, risultano assegnati 607 seggi alla Camera, più 12 nella circoscrizione esteri. Fanno 619. Per arrivare al plenum di 630 ne mancano undici. Al Senato ne sono stati assegnati 308, più 6 all' estero. Ne manca uno.
Stando invece alla Cassazione i numeri sono definitivi. Sul sito della suprema corte sono stati pubblicati i verbali relativi ai conteggi ufficiali sul riparto dei seggi alla Camera e al Senato. Ora questi dati vanno alle Corti d' appello che devono procedere con la proclamazione degli eletti. L' ufficio elettorale circoscrizionale e gli uffici elettorali regionali comunicano i nominativi al prefetto, che a sua volta informa i "fortunati". In questa trafila, evidentemente, qualche passaggio si è inceppato.
LA PROCLAMAZIONE
«A me non è arrivata nessuna convocazione ufficiale», spiega la senatrice grillina Elena Fattori, «mi sono confrontata con altri senatori eletti e neanche loro hanno ricevuto il telegramma». Nel dubbio, il collega pentastellato Vito Crimi invita i suoi a recarsi direttamente alla Corte d' Appello per prendere la documentazione della proclamazione.
Un caso a parte è la Sicilia.
L'ufficio regionale ha inviato alla Cassazione l' elenco dei senatori eletti ed è monco di uno. Sono 24 anziché 25. L' enorme successo del Movimento 5 Stelle ha fatto sì che i grillini finissero i candidati da eleggere. Ai pentastellati toccavano 17 seggi. Glien' è mancato uno a causa della candidatura plurima di Nunzia Catalfo. Assegnare quel seggio a un candidato non siciliano non si può, perché il Senato si elegge su base regionale. Allora Forza Italia, la lista che si è piazzata seconda, ha provato a rivendicare quel seggio per uno dei suoi. Le toghe siciliane non hanno sentenziato, spedendo il caso a Roma. Deciderà la Giunta per le Elezioni di Palazzo Madama.
micaela biancofiore scrive messaggini
Poi ci sono i riconteggi. Alcuni hanno un sapore beffardo. Quello calabrese, per esempio, che ha tolto il seggio all' azzurra Maria Tripodi per darlo a Fausto Orsomarso di Fratelli d' Italia. Il caso però è tutt' altro che chiuso. «Ci sono alcune stranezze in un dato che toglierebbe a Fi 3mila 500 voti», denunciano i vertici azzurri calabresi chiedendo una verifica più approfondita del conteggio: «Temiamo che ciò sia il frutto di erronee trascrizioni dei verbali, essendo noi in possesso dei dati delle sezioni e delle Pec dei Comuni. Da un primo esame a campione, mancano centinaia e centinaia di voti raccolti da Fi ed erroneamente attribuiti ad altro partito in Comuni come Africo, Taurianova, Caulonia, Cosenza e anche in diverse sezioni di Vibo e Catanzaro».
DA NORD A SUD
In Campania accadono fenomeni paranormali intorno a un seggio conteso tra Fi e Leu. Lo rivendica l' azzurro Giosy Romano. Ma gli uomini di Grasso denunciano stranezze nei riconteggi: «In un ricalcolo di qualche giorno fa Liberi e Uguali avrebbe guadagnato un seggio in più. A un certo punto quel seggio scompare di nuovo», dichiara Nicola Fratoianni.
Michaela Biancofiore entra a Montecitorio tramite il listino del Trentino Alto Adige e non quello di Piacenza.
Contemporaneamente la Lega Nord, per effetto dei riconteggi, dice addio alla (quasi) deputata Stefania Segnana. A Modena è stato richiesto l' intervento degli osservatori dell' Osce. Il candidato del Pd Edoardo Patriarca ha superato l' avversario leghista Stefano Corti di 46 voti. E ci sono circa 4mila schede nulle. «Too close to call» anche alle Vallette (Torino) e a Caserta.
Nel primo caso la meloniana Augusta Montaruli ha vinto di 159 voti e il suo avversario ha chiesto di verificare le schede annullate. In Campania balla addirittura il figlio del presidente Vincenzo De Luca. Piero, sconfitto nella sua Salerno, è stato ripescato a Caserta. Ma con appena 200 voti di scarto. Sicchè il centrodestra ha chiesto di rifare i conti. Finiti i riconteggi, poi, inizierà la partita dei ricorsi. Al momento ne sarebbero già pronti una trentina. La partita sarà ancora lunga...