MARINO E’ RIUSCITO A DEMOLIRE ANCHE QUEL GIOIELLO DELL’AUDITORIUM - IL BOARD AD ALTO TASSO VIP DOVRÀ ESSERE FALCIDIATO MEDIANTE ESPULSIONE DI UN TERZO DELLE PERSONALITÀ DESIGNATE, PESCANDO NEI SALOTTI DELLA CITTÀ – INCOMBE IL RISCHIO DI COMMISSARIAMENTO


Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma”

 

MARINO A FILADELFIA CON LA FASCIA TRICOLORE A SENTIRE BERGOGLIO

Sono decisi a giocarsi il tutto per tutto, il sindaco Marino e i vertici dell’Auditorium, per mettere una pezza alla fatale dimenticanza dell’inquilino del Campidoglio, partito per le ferie d’agosto senza firmare la nomina del nuovo cda della fondazione, ridotto per legge sopravvenuta da 16 a 5 consiglieri.

 

Risultato? Il board ad alto tasso vip dovrà essere falcidiato mediante espulsione di un terzo delle personalità designate, pescando nei salotti della città. Un pasticcio che sta già provocando le prime defezioni illustri: Luigi Abete, rappresentante della Camera di Commercio nella governance di Musica per Roma, ha comunicato al sindaco — che lo aveva sulla carta riconfermato — di non poter accettare la proposta, suggerendogli di guardare altrove. Anche perché un cda a 5 — a parte l’alto rischio di esclusione — comporterebbe un impegno tale che chi ha già molte responsabilità come il presidente Bnl non è in grado di garantire.

auditorium parco della musica

 

Il segnale della disaffezione se non dello sconcerto che l’ennesima gaffe del chirurgo dem ha scatenato nel bel mondo romano, origine di un fuggi fuggi che ora potrebbe far fallire il blitz architettato dal tandem Regina- Fuortes per uscire dall’impasse e scongiurare il commissariamento. Su cui comunque incombe la minaccia di denunce e di ricorsi, contro cui ripararsi chiedendo una manleva ai vertici della fondazione.

 

aurelio de laurentiis

Come anticipato da Repubblica , il piano prevede infatti di riunire un cda ibrido, composto da 11 vecchi consiglieri (nominati 4 anni orsono da Comune e Regione, allora retti da Alemanno e Polverini) più 4 nuovi, espressi dalla Camera di Commercio, l’unico dei tre soci ad aver notificato le sue nomine prima dell’estate.

 

Un’evidente forzatura, specie sotto il profilo giuridico, necessaria a modificare la statuto, tagliare il cda, stabilire quanti consiglieri spettino a ciascun socio (3 al sindaco, 1 al governatore e al presidente della Ccia, più il presidente di Santa Cecilia senza però diritto di voto) così da adeguare il board dell’Auditorium all’attuale normativa.

 

È tutto scritto nella convocazione del cda ibrido per il 6 ottobre alle 12. Cui è stata allegata una lettera autografata da Marino, Zingaretti e Tagliavanti, che stabilisce le regole di ingaggio ed esorta alla partecipazione. Un invito che tuttavia rischia di cadere nel vuoto.

carlo fuortes pier carlo padoan e consorte

 

Diversi fra i vecchi consiglieri (da Andrea Guerra ad Aurelio De Laurentis, che l’altro ieri ha accusato il sindaco di aver ridotto Roma «un cesso») potrebbero non avere interesse a giocare questa partita. E pure i nuovi serpeggia più d’una perplessità: solo Lavinia Biagiotti sarebbe convinta; Paola Santarelli, Stefano Barigelli e Umberto Croppi meno. Nonostante il pressing feroce. Per cui il quorum potrebbe rivelarsi una chimera.