MORIRE IN UCRAINA - DALLE FORZE MILITARI DI KIEV COLPI DI MORTAIO HANNO UCCISO IL FOTOGRAFO ITALIANO ANDY ROCCHELLI – IL DOLORE DI NAPOLITANO


Lastampa.it

È morto in Ucraina il fotografo italiano Andy Rocchelli: la conferma della Farnesina cancella le ultime speranze di ritrovare in vita il reporter piacentino.
«Il ministero degli Esteri è stato informato dalle autorità ucraine dell'uccisione del giornalista italiano Andrea Rocchelli che si trovava nell'area di Slaviansk.

Andy Rocchelli

All'accertamento definitivo - aggiunge la Farnesina - manca il riconoscimento della salma che è stata trasferita, insieme a quella di un giornalista e attivista per i diritti umani russo, dall'ospedale di Andreevka a quello di Slaviansk, distante pochi chilometri».

«La famiglia del giovane reporter è stata in queste ore in contatto con la Farnesina e l'Ambasciata a Kiev, che l'assisterà al suo arrivo questo pomeriggio nella capitale ucraina», conclude il ministero degli Esteri.

Il giornalista francese William Roguelon dell'agenzia Wostok Press, che era con Rocchelli, ha raccontato che si trovavano a bordo di un'auto con l'interprete, nella zona sud della città, assediata dalle forze militari di Kiev. «Prima abbiamo sentito colpi di kalashnikov che fischiavano. Poi sono piovuti i colpi di mortaio tutt'intorno», ha raccontato il fotografo. Roguelon ha affermato di averne visti esplodere fra i 40 e i 60.

Sul bus bruciato a Kiev
Il passaporto di Andrea Rocchelli

«L'uccisione di un operatore dell'informazione - nello svolgimento dei suoi compiti ha commentato il capo dello Stato Giorgio Napolitano - richiama a tutti la tragedia che insanguina un paese a noi vicino anche in questi giorni così importanti per l'Europa».

Di Andrea, 30 anni, dal web si apprende che era già iscritto al Festival internazionale di giornalismo di Perugia del 2015, dove sono previsti suoi interventi. Diplomato con un Master Degree al Politecnico di Milano in Visual Design, ha lavorato per l'agenzia fotografica Grazia Neri, poi presso lo studio Alex Majoli, prima di fondare, assieme ad altri appassionati professionisti del «clic», il collettivo Cesura, che oggi, stando al sito, annovera 13 giovani fotografi, detti «contributors».

Dai suoi lavori, che si possono vedere sulla sua pagina del sito di Cesura, traspare un'attrazione per l'umanità a tutto tondo, ritratta nei conflitti come nella dura lotta della quotidianità. Lui compare sul tesserino «International Press», ma per lui parlano i suoi più significativi portfolio, alcuni a colori, altri in bianco e nero: con poi reportage sul'Algeria, sul Daghestan, sulla Valle di Bamyan in Afghanistan, sulla Libia, su vari aspetti delle Primavera araba.

esercitazioni a Kiev

Un occhio sul mondo e uno sull'Italia, dove ritrae fenomeni come quello della passione delle ragazze per apparire in tv e nello show business («I Wanna Be a Showgirl») oppure la Lega Nord («Deinvolution»). Ma al centro campeggia la foto di presentazione del portfolio ucraino: «Tre mesi di proteste sfociati - nelle parole da lui stesso scelte per presentare le foto - in un epilogo sanguinoso».