PREMIERATO SEMPRE PIÙ COMPLICATO – L’OPPOSIZIONE FA UN REGALO AL GOVERNO: IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI ALLEANZA VERDI SINISTRA PRESENTA UN EMENDAMENTO PER TOGLIERE L’AGGETTIVO “VOLONTARIE” ACCANTO A DIMISSIONI”, NELL’ARTICOLO 4 DEL DDL SUL PREMIERATO. SECONDO I MELONIANI, GRAZIE ALLA RIFORMULAZIONE SI VA VERSO IL “SIMUL SIMUL”: LA CADUTA DEL PREMIER COINCIDERÀ CON LA FINE DELLA LEGISLATURA. L’OPPOSIZIONE INVECE…

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GIORGIA MELONI - LAURA E SERGIO MATTARELLA

1. PREMIERATO: VERSO NUOVA VERSIONE DELL'ARTICOLO 4 IN AULA

(ANSA) - La Commissione Affari costituzionale del Senato sta per votare l'emendamento del governo che riscrive l'articolo 4 del ddl sul premierato elettivo, che riguarda la gestione delle crisi di governo. Tuttavia questo testo è destinato ad essere cambiato in Aula, secondo quanto ha annunciato il relatore Alberto Balboni.

 

Infatti Marcello Pera aveva proposto una riformulazione del testo più chiara, ma per evitare di considerarlo un emendamento che avrebbe fatto aprire i termini per i sub emendamenti, si è preferito rinviarne la presentazione all'Aula.

 

sergio mattarella giorgia meloni

2. PREMIERATO: ECCO L'ARTICOLO 4 DEL DDL E COME CAMBIERÀ IN AULA

(ANSA) - Ecco le modifiche all'articolo 94 della Costituzione, che regola la fiducia del Parlamento al Governo, così come modificato dall'articolo 4 del ddl Casellati sul premierato, nel testo approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato. In commissione il relatore Alberto Balboni ha tuttavia annunciato che in Aula il testo cambierà, con una riformulazione proposta da Marcello Pera e lo stesso Balboni.

 

marcello pera giorgia meloni

"Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Nel caso in cui non sia approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l'incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche in quest'ultimo caso il Governo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere".

 

COLLE OPPIO CONTRO IL COLLE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

"In caso di revoca della fiducia al Presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere. In caso di dimissioni del Presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone.

 

Qualora non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l'incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il Presidente del Consiglio".

 

ALBERTO BALBONI - SENATORE DI FRATELLI D'ITALIA

La riformulazione Pera-Balboni unisce il terzo e quarto comma, per rendere più esplicito che il Capo dello Stato debba sciogliere le Camere qualora gli venga chiesto dal premier. "In caso di dimissioni del Presidente del Consiglio eletto - si legge nella riformulazione -, entro sette giorni e previa informativa parlamentare, ha la facoltà di chiedere lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone.

 

Qualora il Presidente del Consiglio non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l'incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il Presidente del Consiglio".

 

3. PIÙ POTERI AL PREMIER PER SCIOGLIERE LE CAMERE

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

giorgia meloni sergio mattarella vertice italia africa

Una singola parola può cambiare il destino della riforma del premierato? Fratelli d'Italia crede di sì, mentre l'opposizione ridimensiona i fatti. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento, presentato da Sinistra italiana e Verdi, che modifica il testo dell'esecutivo in caso di crisi di governo.

 

In quali casi il premier eletto può chiedere di sciogliere le Camere? In caso di dimissioni «volontarie», diceva il testo attuale. Un aggettivo che è stato eliminato, anche per volontà dell'opposizione e che, paradossalmente fa esultare Palazzo Chigi che vede la riforma più simile ai propri disegni originari.

 

È uno dei punti cardine della «madre di tutte le riforme» di Giorgia Meloni. Tutto ruota intorno all'aggettivo «volontarie» […]. L'emendamento votato ieri in commissione sopprime dall'articolo 4 del ddl sul premierato questo aggettivo, restringendo al massimo le possibilità di sostituire il premier eletto con un altro parlamentare. […]

 

giorgia meloni . sergio mattarella vertice italia africa

Secondo i meloniani grazie a questa riformulazione si va verso il cosiddetto "simul simul", ovvero che la caduta del premier coincide con la fine della legislatura. Avs, Pd e il resto delle opposizioni che hanno non solo votato l'emendamento, ma lo hanno anche proposto, credono che questa modifica serva soltanto a fare chiarezza in un testo che resta «ampiamente insufficiente».

 

Dietro a quelli che sembrano tecnicismi c'è una questione politica delicatissima […]. Si tratta […] anche di un oggetto del contendere tra Fdi e Lega. Il Carroccio, infatti, voleva salvaguardare il potere del Parlamento di far cadere il premier, senza la minaccia di perdere il seggio. L'accordo trovato in maggioranza prevedeva appunto un limite, il fatto che le dimissioni fossero «volontarie».

 

GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLA

Costituzionalisti e opposizioni avevano osservato che nulla veniva detto in caso di quelle che nella prassi sono considerate dimissioni obbligatorie, ossia quando il governo non ottiene la fiducia che pone su un suo atto. Un regalo delle opposizioni al governo? Secondo Peppe De Cristofaro, il senatore di Avs che ha presentato l'emendamento, non è così: «Abbiamo semplificato il testo, era un pasticcio totale, faceva riferimento alle dimissioni volontarie senza nemmeno specificarne bene le motivazioni».

 

Il paradosso […] è che la maggioranza, che ora esulta, era inizialmente contraria alla proposta di modifica. Tuttavia in commissione il presidente Alberto Balboni e la ministra delle Riforme Maria Elisabetta Casellati hanno dato all'improvviso parere favorevole all'emendamento di De Cristofaro, che toglie quell'aggettivo, invertendo l'iniziale parere negativo. L'emendamento è stato quindi approvato all'unanimità. Una mossa che è ha spiazzato l'opposizione, che probabilmente faceva affidamento sulla contrarietà della Lega, che invece è venuta meno. Il Carroccio, infatti, è concentrato sull'approvazione dell'autonomia differenziata, ora in dirittura d'arrivo alla Camera. […] le due riforme devono andare di pari passo (fatte salve le differenze di procedura). Quindi meglio non ostacolare i lavori del Senato. […]

marcello pera