UN’OPPOSIZIONE A PEZZI – FORZA ITALIA AIUTA RENZI IN SENATO E SALVINI LA PRENDE MALE – BERLUSCONI FA IL FURBO E DICE CHE LUI NON NE SAPEVA PROPRIO NIENTE – AZZURRI SPACCATI SULL’ATTEGGIAMENTO DA TENERE NEI CONFRONTI DEL GOVERNO


Amedeo La Mattina per “la Stampa

 

BERLUSCONI SALVINI

Mentre Berlusconi arringava i 120 amministratori che gli aveva portato Nunzia De Girolamo, al Senato i suoi senatori venivano messi alla gogna da tutte le opposizioni per aver votato un emendamento all’articolo 17. FI sarebbe ritornata ad essere la «stampella» di Renzi e in aula il principale accusatore è stato il capogruppo della Lega Gianmarco Centinaio.

 

Torna a incrinarsi quel centrodestra che il Cavaliere sta cercando con enormi sforzi di rimettere in piedi. Sognando (lo ha detto ieri pomeriggio nella sede del partito a S. Lorenzo in Lucina) di riportare questo schieramento ai fasti del passato. «Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia insieme superano di un punto percentuale il Pd. Possiamo tornare ad avere i voti del 2008». 


La cosa paradossale è che l’ex premier è rimasto all’oscuro della baraonda che intanto si era scatenata. Con i senatori del Carroccio che abbandonano l’aula, i 5 Stelle che ci rimangono con le schede in mano, gli azzurri che per un momento si rimettono la maschera di oppositori e scrivono una lettera al Capo dello Stato Mattarella per protestare contro la maggioranza che a loro avviso ha rifiutato il dialogo.

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

 

Dal Quirinale si assiste alla vicenda con distacco: porte aperte a chi vuole udienza, ma il presidente della Repubblica intende rimanere fuori da questioni che riguardano la dialettica politico-parlamentare. 


Se la sbrighino lor signori al Senato dove è andato in frantumi il fronte comune delle opposizioni durato meno di 24 ore. I capigruppo si erano riuniti per decidere un’azione comune. Si era pure ipotizzato l’uscita comune dall’aula. Poi oggi il colpo di scena di FI. Romani rifiuta la lettura in chiave del Nazareno che ritorna sotto smentite spoglie. Quello che non dice è che nella riunione del suo gruppo aveva registrato una divisione profonda tra coloro che volevano tenere la linea dura e chi invece non intendeva seguire la Lega sulle barricate. Tra questi Gasparri, Matteoli e lo stesso Romani.

paolo romani consiglio nazionale forza italia foto lapresse

 

Nei corridoi qualche senatore azzurro racconta che Matteoli, presidente della commissione Trasporti vuole mettere in sicurezza la sua poltrona. Altra voce dice che Romani punterebbe ad entrare al Copasir, un posto dove si vengono a sapere molte questioni e dossier dei servizi.

 

FI è ancora una volta una maionese impazzita, con almeno una decina di senatori che avrebbero minacciato Romani di rimanere in aula se fosse stata presa la decisione di salire sull’Aventino insieme a Sel, Lega e 5 Stelle. Allora Romani ha dovuto fare una scelta di fronte a chi è tentato di lasciare il gruppo e passare con Verdini. «La verità - diceva Calderoli alla buvette davanti a una piadina e un prosecco - è che Romani è sempre stato il più vicino a Verdini».

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI ALTERO MATTEOLI

 

E il capogruppo leghista Centinaio l’ha detto chiaro e tondo: «Una volta che la maggioranza era in difficoltà, le avete fatto la stampella. Non vogliamo più parlare con FI che fa la stampella ma con quella che vuole essere alternativa a Renzi. Il Patto del Nazareno è stato superato da un patto Renzi-Berlusconi-Verdini-Tosi».

 

matteo salvini al mare
la festa di compleanno per i 79 anni di silvio berlusconi 16

Di tutto questo delirio Berlusconi veniva tenuto all’oscuro. E lui intanto assicurava che non mollerà. Il suo obiettivo è riportare FI al 25%. Ora che i professionisti della politica se ne sono andati, ha detto, c’è la possibilità di allargare il numero di candidati da presentare alle prossime elezioni politiche. Parola di Silvio che parla di opposizione dura a Renzi e di un Paese dove c’è «un’emergenza democratica grave». Al Senato però è ritornato lo spettro del Nazareno e Salvini non l’ha presa bene.