Francesco De Dominicis per \"LiberoMercato\"
Forse è meglio così. Niente più consigli sugli acquisti allo sportello. Le banche hanno capito che i rischi sono troppo alti e hanno deciso che d\'ora in avanti non daranno più suggerimenti alla clientela sulle obbligazioni o sui titoli di Stato da comprare. L\'elenco dei bond sicuri Pattichiari, lanciato nel 2003 e cancellato poche settimane fa dopo le figuracce sul crac di Lehman Brothers, non vedrà più la luce. La lista - chiusa in una situazione di vera e propria emergenza il 29 ottobre - verrà rimpiazzata da semplici informazioni sugli investimenti e dati generici sui rischi dei prodotti finanziari (statali e corporate) venduti sul mercato italiano.
Nessun consiglio, però. I dati che saranno pubblicati su un nuovo sito internet a partire da gennaio (la data di lancio non è stata ancora fissata) dovrebbero riguardare tutti i bond acquistabili in Italia. Sarà realizzato un gigantesco database, connesso in qualche modo agli archivi già esistenti a piazza Affari e consultabili sui terminali degli operatori finanziari del nostro Paese. E le indicazioni sui rischi saranno generiche, senza classifiche speciali o indici di gradimento. La rischiosità, questa una delle novità di maggior rilievo del progetto, come risulta da alcuni documenti riservati dell\'Abi, sarà basata sulla variabilità dei derivati degli emittenti relativi ai crediti insolventi (credit default swap).
Corrado FaissolaMa ecco, qui di seguito, tutti i dettagli del maxi piano dell\'Associazione degli istituti di credito presieduta da Corrado Faissola. Ci sarà «un servizio informativo, erogato esclusivamente via web, consultabile dalla clientela e riferito a titoli obbligazionari e titoli di Stato aventi circolazione sul mercato italiano». Poi, come accennato, «un motore di interrogazione e consultazione di informazioni anagrafiche e di rischio, sempre generate da fonti esterne rispetto al consorzio Pattichiari, che in particolare ricomprende una misura maggiormente dinamica del rischio di insolvenza basata sulla variabilità osservata nei credit default swap riferiti allo stesso emittente».
Si tratta di un passaggio chiave. Dal doppio significato. Da un lato, gli istituti di credito ammettono le responsabilità sui consigli sbagliati dati ai correntisti su come investire i propri risparmi. Dall\'altro, la mossa certifica la assoluta inadeguatezza del meccanismo dei rating assegnati dalle agenzie internazionali. Chi ha attribuito voti sugli emittenti, a livello mondiale, non è stati in grado di modificare tempestivamente valutazioni e giudizi.
Con il risultato che i titoli Lehman Brothers sono stati considerati un buon investimento anche nel giorno dell\'annuncio formale del fallimento. E subito dopo, altri 47 bond di banche e società in qualche modo connessi con il colosso Usa finito sotto le macerie della crisi finanziaria globale. Vera e propria carta straccia è stata considerata un buon afare o buy, per usare il linguaggio gradito agli addetti ai lavori.
Le associazioni dei consumatori stanno valutando l\'impatto degli errori commessi dalle banche con la lista Pattichiari. I risparmiatori coinvolti potrebbero essere decine di migliaia. E i legali delle associazioni stanno già dando il via alle prime azioni legali per le richieste di risarcimento.
Le banche (che nelle scorse settimane hanno chiesto al governo di poter chiudere pure la partita Lehman grazie ai rimborsi previsti dal fondo conti dormienti) si difenderanno a denti stretti e, parallelamente, continueranno a scommettere sull\'educazione finanziaria. Gli ultimi sondaggi curati proprio dagli analisti di Pattichiari hanno certificato il bassissimo livello di conoscenza dell\'economia e della finanza in Italia. Di qui «una valorizzazione degli aspetti e degli strumenti di educazione finanziaria della clientela esplicitando i concetti e le regole fondamentali alla base delle scelte di investimento finanziario».