PERMIRA LASCIA A PIEDI CAVALLI, PER LA MAISON SPUNTA L'IPOTESI INVESTCORP - RISCHIO ESUBERI ALLE POSTE NELL'ERA CAIO - QUANDO MARCHIONNE SI TRASFORMA IN “MISTER SERGHIO” - TELECOM E TELEFONICA RISCHIANO I “CRAMPI” AI MONDIALI - TEMPI SUPPLEMENTARI PER LA SFIDA ALSTOM

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1.CAVALLI ROMPE CON PERMIRA, SI FA AVANTI INVESTCORP

f.d.r. per il "Corriere della Sera"

ROSIE HUNTINGTON WHITELEY E ROBERTO CAVALLI

Ha perso l'attimo. Quello che ha permesso a Versace e Krizia di valorizzare il marchio imbarcando nuovi soci pesanti pare sia sfuggito a Roberto Cavalli. Il patron della maison fiorentina aveva avviato una trattativa serrata con Permira, il fondo inglese che in passato aveva acquisito e poi rivenduto Valentino, per cedere una quota.

Un negoziato complesso, in cui la distanza sulla valutazione del marchio ha fatto da filo conduttore. Ora il filo si è spezzato. Pochi giorni fa il fondo di private equity guidato in Italia da Nicola Volpi ha deciso di mettere fine ai colloqui e revocare l'offerta. Un ritorno al tavolo è sempre possibile, tuttavia sembra che la richiesta di Cavalli fosse inconciliabile con la valorizzazione riconosciuta da Permira peraltro ritoccata verso l'alto nel corso del negoziato.

Già in passato Cavalli aveva avviato colloqui con potenziali investitori, salvo poi fare marcia indietro. Stavolta, dopo l'ingresso del fondo americano Blackstone in Versace e l'acquisizione di Krizia da parte del gruppo cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion, lo stilista fiorentino sembrava deciso a imbarcare un socio, anche di maggioranza e da parte di Permira la disponibilità ad assumere il controllo della maison c'era. Adesso, secondo il Financial Times, avrebbe aperto una trattativa con Investcorp .

 

2.I PIANI DI CAIO PER LE POSTE E IL RISCHIO ESUBERI

a.duc. per il "Corriere della Sera"

ROBERTO CAVALLI A MIAMI

Non intende smentire la fama da panzer di sfondamento. Francesco Caio, neoamministratore delegato di Poste Italiane, nei giorni scorsi ha avviato il giro di incontri e riunioni con le prime linee del gruppo. In occasione degli staff meeting con i direttori delle funzioni corporate e business Caio non ha fatto mistero di volere voltare pagina.

L'intento è creare una forte discontinuità con la gestione del suo predecessore Massimo Sarmi. In questa ottica ha spiegato che le attuali direzioni (in totale sono 18, di cui 5 business e 13 corporate) saranno accorpate e ridotte a meno di 10. Alcuni direttori, insomma, faranno i bagagli.

Le caselle strategiche da riempire sarebbero quelle convenzionali: a cominciare da un nuovo capo del personale e un chief operating officer (al momento amministrazione e controllo sono separati da finanza e investor relations). Oltre a immaginare un diverso modello organizzativo Caio ha anticipato un paio di concetti forti.

Il primo è che l'azienda ha perso di vista il business originario, i conti di corrispondenza e recapito sono in caduta libera e vanno raddrizzati. L'altro è che non sarebbe escluso un piano di esuberi, con tanto di quantificazione: fino a 30 mila persone. Un rumor che il sindacato interno ha volutamente ignorato, Mario Petitto segretario generale Slp Cisl si è limitato a una battuta, «se mai ci fosse un piano del genere noi non lo consentiremo».

permira

In attesa che Caio sveli i dettagli delle sue mosse si sta allungando l'elenco dei consulenti. Boston Consulting Group lavora al piano industriale, Kpmg è impegnata sulla valutazione dei rischi, Ernst & Young sul fronte di Consob e Borsa Italiana in vista della quotazione. A breve, infine, Caio dovrebbe siglare la convenzione con Cassa Depositi per la raccolta del risparmio (sarà su base quinquennale e prevede una remunerazione di 1,6 miliardi annui per Poste) .

3.A2A, INTESA ANTICRISI CON 120 PREPENSIONATI E 30 ASSUNZIONI

fr.bas. per il "Corriere della Sera"

Francesco Caio

La domanda di elettricità è scesa per il decimo trimestre consecutivo ai livelli del 2002. A2A, la multiutility lombarda che ha come soci di maggioranza i Comuni di Milano e Brescia, ha siglato un accordo con i sindacati per proseguire sulla strada dell'efficienza: 120 prepensionamenti con 30 nuove assunzioni di giovani laureati e diplomati nel prossimo biennio, nell'ambito del progetto di riorganizzazione dell'area reti. Il mercato è «difficilissimo» ha commentato il direttore generale Renato Ravanelli, «ci stiamo rafforzando» .

4.QUANDO MARCHIONNE SI TRASFORMA IN "MISTER SERGHIO"

Da "il Giornale"

Basta partecipare a una conferenza stampa di Sergio Marchionne, ad di Fiat Chrysler Automobiles, negli Stati Uniti, con i soli giornalisti americani, per notare il rapporto più che mai informale del top manager. E più l'incontro avviene lontano da Wall Street, più l'incontro è «amichevole». Se in Europa ci si rivolge a lui con il classico «dottor Marchionne...», là il giornalista porge la domanda in questo modo: «Serghio...».

Negli Usa questo tipo di atteggiamento è comune, almeno nell'automotive, e vale, per esempio, anche per il capo di Ford: chi gli sollecita una risposta, si rivolge a lui con un semplice «Alan» e difficilmente con «Mister Mulally...». Qui in Europa, invece, le distanze sono più evidenti, soprattutto se a parlare è un tedesco, per di più se oltre a essere presidente o ceo, si fregia del titolo di professore o ingegnere.

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

5.TELECOM E TELEFONICA RISCHIANO I "CRAMPI" AI MONDIALI

Da "il Giornale"

Riusciranno le reti mobili brasiliane a tenere botta ai miliardi di Twitt, Whatsapp e «Selfie» durante le partite di calcio dei mondiali in Brasile? Secondo gli esperti entrambe le maggiori compagnie mobili del Paese - Vivo che fa capo a Telefonica, presieduta da Cesar Alierta (nella foto), e Tim Brasil controllata da Telecom - hanno problemi di rete.

La questione è antica e dipende anche dal fatto che in Brasile ci sono 272 milioni di linee cellulari attive con 200 milioni di abitanti.

Le compagnie telefoniche lamentano che il Paese richiede troppi permessi per istallare nuove torri telefoniche, per contro il governo brasiliano lamenta scarsi investimenti. La premessa non è incoraggiante: durante la Confederation Cup allo stadio Maracanà di Rio era impossibile spedire anche un semplice sms.

6.LA BASE BPM BATTE CASSA CON CASTAGNA DOPO IL NO AI BONUS, SI PUNTA AL "VAP"

Da "il Giornale"

Chiusa con successo la ricapitalizzazione, i dipendenti di Bpm battono cassa all'ad Giuseppe Castagna (nella foto). Persi, complice la pulizia di bilancio, i bonus legati al budget (i cosidetti «cancelli») i sindacati stanno ora trattando il «Vap», valore aggiunto di produzione: al tavolo con il capo del personale Giovanni Rossi si ragionerebbe su un premio minimo di 500 euro, inserito in un accordo biennale. Ma in Piazza Meda sarebbe sempre più evidente anche la differenza di «carattere» tra Castagna, il presidente del cdg Mario Anolli e quello del cds Piero Giarda

cesar_alierta

7.CONSOLI CERCA LA PAX SINDACALE PER L'AUMENTO DI VENETO BANCA

Da "il Giornale"

Giovedì 22 maggio il direttore generale di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, e il presidente Francesco Favotto hanno chiuso a Bari il road-show per «motivare» la rete in vista dell'aumento di capitale. A Montebelluna (Tv), tuttavia, sanno che c'è un'altra cosa da fare per suggellare l'«armonia» tra gli addetti: ricomporre le parti sociali, riportando Uilca, Fisac e Dircredito al primo tavolo sindacale con Fabi e Fiba, che da sole rappresentano peraltro la maggioranza degli addetti tesserati. I «cugini» del Sinfub avrebbero già chiesto spazio al tavolo sindacale al capo del personale, Antonio Bortolan.

8.IL DESTINO DI MAROSTICA SI DECIDE A METÀ GIUGNO

L.D. per "il Sole 24 Ore"

giuseppe castagna

Si saprà a metà giugno se e quanto Banca Popolare di Vicenza e Volksbank intendono offrire per acquistare Banca Popolare di Marostica. La chiusura della data room, fissata inizialmente per ieri, è slittata di una settimana, e quindi a fine mese. Dopodichè, i due contendenti - ad oggi gli unici ad aver espresso un interesse per la piccola banca in difficoltà - avranno due settimane di tempo per elaborare l'eventuale proposta e presentarla al Cda di Marostica (che ieri, secondo una notizia poi smentita, avrebbe ricevuto un'offerta di 50 milioni da un fondo immobiliare per l'acquisizione del pacchetto di maggioranza della controllata Banca Treviso).

Per ora sia i vicentini che gli altoatesini si studiano reciprocamente e mantengono bocche cucite. In caso di eventuale aggregazione, Vicenza (che nel frattempo ha dossier aperti anche su Carife e Banca Etruria) riuscirebbe a mettere le mani su una realtà che, una volta risanata, potrebbe generare significative economie di scala, vista la già forte presenza nell'area. Diversa la logica per Volksbank, che punta sul balzo dimensionale: in caso di fusione, gli sportelli della popolare di Bolzano passerebbero dagli attuali 130 a 200 circa.

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9. TEMPI SUPPLEMENTARI PER LA SFIDA ALSTOM

M.Mou. per "il Sole 24 Ore"

Alstom

Tempi supplementari per la partita Alstom. General Electric ha deciso - su richiesta del Governo francese - di spostare dal 2 al 23 giugno la scadenza dell'offerta da 12,35 miliardi per l'acquisto della attività di Alstom nell'energia, che rappresentano il 70% del fatturato del gruppo. Le tre ulteriori settimane dovrebbero consentire di affrontare con maggior serenità i tanti punti ancora irrisolti.

Dal destino dell'eolico offshore (che dovrebbe essere sfilato dal pacchetto e ripreso da Areva) a quello delle turbine per le centrali idroelettriche (con la partecipazione di azionisti nazionali), dalla delicata questione delle turbine per le centrali nucleari alle garanzie su assetti occupazionali e localizzazione dei centri decisionali.

Ma dovrebbero anche permettere ai tedeschi di Siemens di mettere a punto la loro offerta alternativa, che sta tanto a cuore al ministro Montebourg. Per fare un po' di pressione sugli uni e sugli altri, quest'ultimo ha annunciato che sta lavorando anche a un «piano C». E cioè a una soluzione tutta francese, mezza pubblica e mezza privata.

General Electric