big renzi lacorazza

VI PIACE RENZI? SI’, NO, FORSE - OK DELLA CASSAZIONE AL REFERENDUM SULLE RIFORME, MATTEO LANCIA LA CAMPAGNA E SI TOGLIE LACORAZZA (PIERO): EPURATO L'ANTI-RENZIANO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE LUCANO - IL 21 MAGGIO VIA AI BANCHETTI PER IL SI’

Goffredo De Marchis per “La Repubblica

 

PIERO LACORAZZAPIERO LACORAZZA

Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.88 del 15 aprile 2016?

 

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

Renzi non dà ascolto alla minoranza e lancia la campagna per il referendum costituzionale nel pieno della corsa per i sindaci. Il 21 maggio scatta l’R day. Tutti i ministri e i parlamentari saranno coinvolti ai banchetti per il Sì nella regioni italiane. Il premier comincerà da Bergamo, la ministra Maria Elena Boschi dall’Emilia, il sottosegretario Luca Lotti dalla Sardegna.

 

renzi boschirenzi boschi

Dunque, il 5 giugno, domenica del voto per le amministrative, viene anticipato dal sabato del referendum. «Saranno cinque mesi di dialogo intenso con i cittadini. E alla fine vedremo chi sta con il popolo e chi nuota solo nell’acquario della politica politicante, fatta di talk, tv e autoreferenzialità», annuncia Renzi individuando già qualche nemico da sconfiggere.

 

«Nessuno si senta escluso - precisa -. Abbiamo bisogno di tutti e di ciascuno. La sovranità appartiene al Popolo. Io sono in campo, ma la differenza potete farla solo voi», scrive ancora il premier nella sua e news rivolto ai cittadini. La personalizzazione insomma c’è, il tentativo di farne una battaglia collettiva anche.

 

cena di finanziamento del pd a roma  luca lotticena di finanziamento del pd a roma luca lotti

Ieri la Cassazione ha accolto le quattro richieste di consultazione referendaria e ha preparato il quesito. A questo punto resta solo da stabilire la data che in una domenica di ottobre. Tutta l’attenzione del premier è su quella scadenza, ma le comunali vengono molto prima e la campagna elettorale si scalda anche troppo.

 

Il video del comizio di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, che in un comizio minaccia Renzi («ti devi cacare sotto, cacati sotto, vai a casa») fa il giro del web. E Renzi risponde: «De Magistris mi insulta con volgarità indegne di un uomo pubblico». Non solo lui, dice il segretario del Pd.

COMIZIO DE MAGISTRISCOMIZIO DE MAGISTRIS

 

«A leggere alcune dichiarazioni politiche sembra proprio che a qualcuno sia scappata la frizione. I Cinque Stelle equiparano il Pd alla mafia, per esempio, cercando in tutti i modi di oscurare il proprio atteggiamento incoerente sulla vicenda del sindaco di Livorno. Salvini accusa il Colle e Palazzo Chigi di avere le mani sporche di sangue per gli immigrati».

 

L’intero Pd renziano comunque ha avuto il compito di rispondere colpo su colpo agli attacchi attraverso Twitter e Facebook. Dopo le polemiche sull’intervista di Piergiorgio Morosini, consigliere togato del Csm, al Foglio, ieri il governo ha “incassato” la posizione equidistante dell’Associazione nazionale magistrati.

 

PIERGIORGIO  MOROSINIPIERGIORGIO MOROSINI

Sul referendum l’Anm è orientata a non schierarsi nè per il Sì nè per il No. Una decisione non scontata, visto che la vittoria dei “neutralisti” è maturata alla fine di un dibattito interno anche molto vivace che si è consumato nella mailing list dei magistrati. «C’è già il codice etico per stabilire come i magistrati devono comportarsi in questi casi - spiega il presidente Piercamillo Davigo - se possono esternare o meno sul tema».

 

Il consiglio direttivo dell’associazione invece, il 21 maggio (lo stesso giorno del via alla campagna renziana) valuterà ufficialmente come schierare il sindaco interno.

Piercamillo DavigoPiercamillo Davigo

Il referendum fa però una prima vittima sul’altare dell’adesione totale del Pd al Sì. Piero Lacorazza, presidente del consiglio regionale della Basilicata, in prima fila tra gli anti-trivelle, viene sostituito al vertice della Regione.

 

Lacorazza dice di pagare la sua battaglia contro i pozzi in mare e la freddezza sul prossimo quesito costituzionale. «I renziani mi hanno epurato - denuncia -. Sarei autore del delitto di lesa maestà. Ma non baratto la coerenza con una poltrona».

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