L'OPPOSIZIONE IDEOLOGICA PRIMA O POI ESONDA - AMOS SHOCKEN, EDITORE DI “HAARETZ”, IL QUOTIDIANO ISRAELIANO SUPER CRITICO CON NETANYAHU, FINISCE PER SPARARLA GROSSA: DEFINISCE I TERRORISTI PALESTINESI DEI “COMBATTENTI PER LA LIBERTÀ”. E FA INCAZZARE TUTTI, COMPRESI I SUOI GIORNALISTI, NON CERTO DEI PERICOLOSI COLONI DI ULTRADESTRA (IN QUESTI MESI HANNO ATTACCATO “BIBI” PER LA GUERRA A GAZA E DENUNCIATO LE AZIONI DELL'ESERCITO ISRAELIANO) – RISULTATO? MIGLIAIA DI ABBONAMENTI CANCELLATI E MINISTERI CHE ANNULLANO LA PUBBLICITÀ...
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Estratto dell’articolo di Rossella Tercatin per “la Repubblica”
Redazione contro editore, governo contro giornale. Profonde tensioni scuotono Haaretz , uno dei quotidiani di più lungo corso di Israele, noto in tutto il mondo per le sue posizioni liberal e la critica feroce ai leader del Paese e alla politica degli insediamenti nei territori palestinesi.
Negli scorsi giorni, Amos Schocken, editore di terza generazione e proprietario del 75% delle sue quote, ha accusato Israele di trattare come terroristi i “freedom fighters” palestinesi che si battono per la libertà. Scatenando […] proteste furibonde e dolorose, nonché la levata di scudi del governo.
«Al governo Netanyahu non importa di imporre un crudele regime di apartheid alla popolazione palestinese. Ignora i costi sostenuti da entrambe le parti per difendere gli insediamenti mentre combatte i freedom fighters palestinesi, che Israele definisce terroristi», sono state le parole di Schocken a un evento del giornale a Londra, in cui l’editore si è dichiarato anche a favore di sanzioni nei confronti di Israele.
Da sempre fautore di un giornalismo senza sconti, nell’ultimo anno Haaretz si è distinto come uno dei pochissimi media in Israele non solo attento alle sofferenze di Gaza, ma anche pronto a denunciare le azioni dell’esercito israeliano nella Striscia […].
Salman Schocken, nonno di Amos, aveva fatto fortuna in Germania fondando una rete di grandi magazzini. Privato della cittadinanza dai nazisti e costretto a vendere, Salman nel 1934 si trasferì con la famiglia e decine di migliaia di libri a Gerusalemme, dove acquistò Haaretz, che era stato fondato nel 1918, e in seguito emigrò negli Stati Uniti. Haaretz rimase sotto la guida di uno dei figli, Gershon e poi passò ad Amos, oggi ottantenne.
Dopo il suo discorso, uno dopo l’altro, vari ministeri […] hanno annunciato la cessazione di ogni rapporti con la pubblicazione, sia in termini di abbonamenti che di pubblicità […]. Secondo quanto riportato da Walla , lo stesso hanno deciso di fare centinaia di lettori. Mentre il Ministro della Giustizia Yair Levin ha ipotizzato una proposta di legge che criminalizzi le azioni volte a «incoraggiare l’applicazione di sanzioni internazionali su Israele», con una pena detentiva di dieci anni.
Dal canto suo, l’editore è intervenuto per correggere il tiro e specificare che le sue parole non si riferivano ad Hamas . «A scanso di equivoci, i membri di Hamas non sono freedom fighters. Il 7 ottobre è stato un evento sconvolgente». Ma le sue parole non sono bastate, anche secondo la sua redazione, con il board editoriale […] che ieri ha pubblicato una severa critica.
«Anche nella sua precisazione, Schocken ha sbagliato. Il fatto che non intendesse includere i terroristi di Hamas non significa che altri atti terroristici siano legittimi, anche se l’obiettivo dei loro autori è quello di liberarsi dall’occupazione ». Allo stesso tempo però, l’editoriale ha ricordato l’importanza di Haaretz nella democrazia israeliana. «Sebbene Schocken abbia sbagliato, per anni ha costantemente sostenuto una soluzione diplomatica non violenta per la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele. Questo è il lavoro di una vita che Netanyahu e i suoi sostenitori vogliono distruggere».