ADDETTO AI LIVORI - ''UN CRITICO TELEVISIVO CHE NON HA MAI FATTO UN MEZZO PROGRAMMA TV EQUIVALE AD UN GAY CHE PARLA DI FIGA''. ANDREA DI CARLO, AUTORE DELLA BORTONE NONCHÉ AGENTE CHE INZEPPA IL PROGRAMMA COI VOLTI DELLA SUA AGENZIA, SI LASCIA ANDARE SU FACEBOOK. DOPO LA RIVOLTA DI FEDELI, DI TRAPANI, LAGANÀ E ANZALDI, CHE SOTTOLINEA LA VIOLAZIONE DELLE REGOLE SUI CONFLITTI DI INTERESSI, IL FUMANTINO DI CARLO SI SCUSA: ''TONI VOLGARI''
-Marco Leardi per www.davidemaggio.it
“Un critico televisivo che non ha mai fatto un mezzo programma tv equivale ad un gay che parla di figa. Ciao“. La raffinata disamina di Andrea Di Carlo, autore del programma Oggi è un Altro Giorno ed ex agente televisivo, ha innescato comprensibili polemiche. L’affermazione, pubblicata su Facebook, ha riportato al centro dell’attenzione l’addetto ai lavori nonché amico del direttore di Rai1 Stefano Coletta, che già nelle scorse settimane era finito nell’occhio del ciclone per un presunto conflitto di interessi televisivo.
“Adesso basta. Questo tipo di linguaggio non è assolutamente accettabile per chi lavora o collabora con la #Rai come questo signore che, peraltro, è allo stesso tempo autore esterno su Raiuno e agente di personaggi invitati nello stesso programma. Il direttore Coletta che dice?“
ha lamentato la parlamentare Valeria Fedeli, capogruppo Pd in Vigilanza Rai. Dello stesso tenore, lo sdegno di Vittorio Di Trapani, segretario nazionale dell’Usigrai, il quale ha parlato di “ennesimo episodio di linguaggi incompatibili con il Servizio Pubblico” ed invocato un intervento dei vertici Rai. E su Twitter anche il consigliere del Cda Riccardo Laganà ha reagito con altrettanto disappunto:
“Sul tema, diversi giorni fa, ho chiesto formali chiarimenti ad AD e poi Commissione stabile Codice Etico. Sono ancora in attesa di risposte sulla vicenda la quale, anche alla luce di questo pessimo post, assume contorni inqualificabili e lesivi per tutta la Rai. Adesso basta“.
Laganà, nello specifico, si riferiva ad un’altra polemica – in realtà più consistente di quella odierna - che aveva interessato Andrea Di Carlo. L’uomo era stato accusato di un presunto conflitto di interessi dovuto al fatto che nel programma pomeridiano di cui è autore fossero intervenuti volti legati all’agenzia Adc Management, di cui egli stesso era partecipe con delle quote (cedute ad agosto). Nonostante il diretto interessato avesse chiarito e giustificato la propria posizione, sostenendo di non avere più interessi con la suddetta società, la faccenda era stata sottoposta all’attenzione della Vigilanza Rai, dei vertici di Viale Mazzini e del Comitato per il Codice Etico. Stando a quanto testimoniato dallo stesso Laganà, tuttavia, sul caso non sono arrivate risposte da parte di alcuni degli organi interpellati.
Quanto alla recente ed improvvida uscita su Facebook, l’autore di Oggi è un altro giorno non ha potuto fare altro che scusarsi.
“Chiedo scusa per i toni volgari che ho utilizzato nel mio account privato di facebook . Non volevo in alcun modo offendere né le persone omosessuali né le donne . Ho sempre lavorato per Rai con grande impegno e professionalità. Capisco tuttavia la mia espressione abbia potuto causare reazioni negative e di questo sono profondamente dispiaciuto” ha scritto Di Carlo.
Michele Anzaldi su Facebook:
Davvero la Rai ha bisogno di ricorrere ad un costoso autore esterno per esprimere messaggi sessisti e di tale imbarazzante inciviltà? Non soltanto la Risoluzione della Vigilanza contro i confitti di interessi degli agenti non viene applicata da 4 anni disattendendo anche una precisa indicazione dell’Agcom, non soltanto il palese conflitto di interessi del signor Andrea Di Carlo autore a Rai1 è stato aggirato con una presunta cessione di quote mentre i suoi ex clienti vengono invitati quasi quotidianamente nella trasmissione “Oggi è un altro giorno”, non soltanto il Parlamento viene umiliato dalle continue risposte evasive della Rai che addirittura ignora anche le lettere ufficiali del presidente Barachini, ora arriva anche questo vergognoso episodio di inaccettabile linguaggio offensivo sui social.
Che altro deve succedere prima che qualcuno intervenga? Davvero i soldi dei cittadini vengono usati in questa maniera, per fare contratti e dare visibilità a chi si esprime in questo modo?