ALDO GRASSO PROMUOVE (CON RISERVA) “QUARTO GRADO” – "DA QUANDO È EMERSO IL CASO CHE VEDE COINVOLTO L’IMPRENDITORE ALBERTO GENOVESE IL TALK DI NERA GUIDATO DAL “MASTINO” NUZZI HA RITROVATO LE SUE CORDE CLASSICHE DI RACCONTO. MA LA CRONACA GIUDIZIARIA DA SOLA NON BASTA. SERVONO GLI STRUMENTI DI UN'ANALISI PIÙ CULTURALE. IN QUELLA CHE SEMBRA UNA DISTOPIA DELLA GRANDE BELLEZZA ENTRA TUTTA LA STORIA RECENTE DI MILANO…"
-Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
In questi lunghi mesi di pandemia non ha avuto vita facile nemmeno «Quarto Grado» (Rete4). Con l' attenzione mediatica tutta rivolta al virus e alle sue drammatiche conseguenze, è come se i delitti più sensazionalistici, che garantiscono il materiale narrativo al programma, fossero passati in secondo piano, quasi messi in stand-by dal lockdown. Tanto che anche il talk show di nera guidato dal «mastino» Gianluigi Nuzzi, a suo agio in ogni situazione torbida, aveva dovuto parzialmente riconvertirsi alla copertura delle vicende legate al Covid.
Ma ecco che, all' improvviso, sono arrivati i tristi fatti di «Terrazza Sentimento» a dare uno scossone alla scaletta del programma. Da quando è emerso il caso che vede coinvolto l' imprenditore digitale Alberto Genovese e la sua cerchia di sodali, da far impallidire ogni narrazione di Bunga Bunga, la trasmissione ha ritrovato le sue corde classiche di racconto. Via con la guerra mediatica tra avvocati (sembra che difendano anche i loro personalismi), con le analisi sul «predatore seriale» del profiler Massimo Picozzi, con l' opinionismo di professione dei vari comprimari presenti in studio.
Come da tradizione del programma, le vicende giudiziarie sono ricostruite nei dettagli, si scava negli atti, si illustrano le evidenze scientifiche e si intervistano i testimoni chiave che accettano di confessarsi alle telecamere.
Arrivati alla fine del programma si rimane però con l' impressione che per tentare di comprendere i contorni di questo caso non bastino la cronaca giudiziaria o il profiling, ma servano gli strumenti di un' analisi più raffinata e culturale. In quella che sembra una distopia della Grande Bellezza , dove i luoghi hanno nomi da immaginario letterario stinto, come Terrazza Sentimento e Villa Lolita, entra tutta la storia recente di Milano, l' esplosione finanziaria delle start up, il cambio d' inquilini nei palazzi nobiliari del centro.