ALTRO CHE CAMPO LARGO: A LUCIANO D’AMICO IN ABRUZZO L’HANNO FREGATO M5S, CALENDA E RENZI. MENTRE IL PD TIENE E SI ASSESTA INTORNO AL 20%, I 5 STELLE CALANO AL 7% E IL PARTITO DI CALENDA NON SUPERA IL 4% ERANO 40 MILA I VOTI DI CARLO CALENDA CON MATTEO RENZI UN ANNO E MEZZO FA, UN BUON 6,3 PER CENTO, QUASI DIMEZZATI A 23 MILA - IL COORDINATORE PENTASTELLATO ABRUZZESE: "IL M5S SOFFRE LE ELEZIONI LOCALI, ABBIAMO DIFFICOLTA'..."

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Estratti da repubblica.it

 

 

LUCIANO D'AMICO

Dentro la sconfitta abruzzese del centrosinistra, ci sono due altre specifiche sconfitte. Senza le quali il campo largo avrebbe prevalso. Sì perché se il Pd bene o male ha tenuto, se i rossoverdi Alleanza verdi sinistra hanno aumentato i propri consensi, 5 Stelle e Azione hanno fatto flop. Come anche Italia viva "nascosta" nella lista dei "riformisti".

 

Volendo fare un raffronto con il 2022, elezioni Politiche, ad esempio. I dem sono passati dal 16,6 per cento al 20,3 di ieri; Avs da 2,7 al 3,6. Per il Movimento è stato un crollo, dal 18,5 per cento a 7 per cento, da 115 mila voti alla Camera a 40 mila. Erano 40 mila i voti di Carlo Calenda con Matteo Renzi un anno e mezzo fa, un buon 6,3 per cento, quasi dimezzati a 23 mila con una percentuale del 4 per cento.

 

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CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

Se invece si prende in esame il 2019, quando Marco Marsilio vinse la prima volta, più o meno lo schema si conferma, al netto della non esistenza politica, all'epoca, di Calenda. Il Pd andò male: 11,1 per cento. La sinistra di Liberi e Uguali prese il 2,7 per cento. Mentre il M5S, che correva da solo candidando Sara Marcozzi, conquistò il 19,7 per cento, portando a casa sette consiglieri. Che da domani saranno solo due.

 

"Il nuovo corso è partito da poco, ci stiamo strutturando. Il Movimento soffre le elezioni locali, abbiamo difficoltà", sono state le parole dell'ex senatore Gianluca Castaldi, coordinatore del M5S abruzzese. Che è un po' il disco rotto del Movimento quando le amministrative vanno male.

 

Il 'nuovo corso' è partito da quasi tre anni, e senza struttura i 5 Stelle - come visto - riuscivano comunque ad andare in doppia cifra un po' ovunque. Senza struttura e senza alleanza con il centrosinistra, ed è questo che alla fine inquieta tutti in via di Campo Marzio.

LUCIANO D'AMICO

 

Senza il Pd la destra vincerà sempre, ma con il Pd il M5S perde la sua capacità di espansione, ed è un dilemma che Giuseppe Conte non è ancora riuscito a risolvere. Anche quando due settimane fa in Sardegna ha vinto Alessandra Todde, i numeri della coalizione confermavano questa tendenza, brutti pensieri che vennero scacciati subito pensando alla prima elezione a presidente di un esponente 5 Stelle.

 

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giuseppe conte ospite a dimartedi 7