ARBORE MAGIQUE: “L’IDEA DI "QUELLI DELLA NOTTE" NACQUE DA UNA RIUNIONE DI CONDOMINIO E DA UNA CROCIERA CON I RUSSI. CI PRESENTAMMO IN QUARANTA. CI DIVERTIVAMO A SUONARE IMPROVVISANDO PARODIE” – IL NO A BERLUSCONI: “SONO STATO L’UNICO DELLA MIA GENERAZIONE A RIFIUTARE MEDIASET. NON MI PIACEVA L’IDEA DI FARE LA TV COMMERCIALE” - GLI ARTISTI CHE HA LANCIATO? “CIRCA UN CENTINAIO. QUALCHE INGRATO C’È STATO” – OGGI CHI MI SOMIGLIA? "UN PO’ FIORELLO” – I RIMPIANTI? NON AVER SPOSATO MARIANGELA MELATO E..." - VIDEO

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Antonio Sanfrancesco per Famiglia Cristiana - Estratti

 

arbore quelli della notte

 

Renzo Arbore ha insegnato il sorriso ad almeno tre generazioni di italiani. Umberto Eco gli conferì la laurea honoris causa in Goliardia nell’Aula magna dell’Università di Bologna, Aldo Grasso l’ha definito la «coscienza mediologica della Rai, il primo che ha fatto tv sapendo che essa era anche radio, cinema, teatro, giornale».

 

Quest’anno la Rai compie 70 anni e lui ne festeggia 60. Arbore è la Rai. Nel servizio pubblico ha fatto di tutto: il musicista, il deejay (quando i deejay non esistevano), il conduttore, l’autore televisivo e radiofonico. È stato pioniere e inventore di linguaggi che sono entrati nella storia del costume italiano e l’ha sempre fatto in modo gentile, educato, con stile diretto e sorridente, mai cattedratico.

dago arbore quelli della notte

 

Per festeggiare questo doppio compleanno, è tornato in tv con una versione inedita e rinnovata di Appresso alla musica - Premiata bottega di antiquariato musicale (in onda ogni giovedì, per venti puntate, dal 4 gennaio alle 23.15 su Rai 2 e in replica, dal 10 gennaio, ogni mercoledì su Rai 5 alle 22.15, ndr) in cui, insieme a Gegè Telesforo, ripercorre i suoi incontri con i grandi artisti della musica italiana.

 

Qualche nome?

«Patty Pravo in Speciale per voi, Gigi Proietti in Caro Totò, ti voglio presentare, Tosca e Tullio De Piscopo in Il caso Sanremo, Le Sorelle Bandiera in L’Altra domenica. E poi Little Tony, Mia Martini, Ray Charles, un debuttante Vasco Rossi, Pino Daniele, Fabrizio De André.

 

dago arbore quelli della notte

È un ricco repertorio che merita di essere riscoperto per vedere un’altra televisione, a lunga durata, come la chiamo io. Non ho mai voluto fare attualità, cronaca, imitazioni o inseguire le mode del momento ma programmi e ospitate che magari non facevano grossi ascolti subito ma fossero attuali anche trent’anni dopo. Tranne Quelli della notte e Indietro tutta! ci sono quasi tutti i miei programmi».

 

Quanti format ha inventato?

«Ventuno».

Il copyright del titolo, Appresso alla musica, è di suo padre.

«Era la frase che mi ripeteva sempre, per rimproverarmi, quando entrava nella mia stanza e mi vedeva ascoltare i dischi anziché stare chino sui libri: “Invece di studiare tu vai sempre appresso alla musica”. Da bambino a Foggia invidiavo molto quei ragazzi di strada che seguivano le bande musicali che suonavano in giro per la città».

 

marisa laurito renzo arbore

(…)

Vinta. Nel 1964 entra in Rai.

«Fui segnalato al direttore generale Bernabei dalla suocera, donna Matilde, mia dirimpettaia a Foggia, ma entrai per concorso. Arrivai a Roma a bordo di una Fiat 500 color acquamarina intestata a Gabriele D’Annunzio, nipote e omonimo del grande scrittore, che me la vendette prima di partire per gli Stati Uniti. Quando i vigili mi fermavano e leggevano il libretto di circolazione pensavano fosse uno scherzo».

Cosa faceva in Rai?

«Nell’ex sede di via del Babuino, 9 c’era una signorina che stava in portineria e mi disse: “Oggi scade il concorso come maestro programmatore per scegliere i dischi alla radio”. Feci subito la domanda, mi presentai e arrivai primo. Iniziai facendo diversi programmi: Il portacanzoni, I vostri preferiti, Musica da ballo, Musica nella sera, Poltronissima. All’epoca non esisteva il deejay o il conduttore radiofonico, io sceglievo i dischi e li portavo a chi doveva annunciarli».

 

La svolta quando arriva?

marisa laurito renzo arbore quelli della notte

«In quegli anni il Venerdì Santo in radio non passavano canzoni pop ma solo notizie e musica sacra. Io fui incaricato di fare il programma Settimana Santa ad Harlem e invece di scegliere brani della tradizione misi Louis Armstrong, Mahalia Jackson, Ella Fitzgerald che cantavano spiritual e brani gospel. Al presidente della Camera dei deputati, il democristiano Brunetto Bucciarelli-Ducci, piacque così tanto che telefonò a Bernabei e chiese il nastro della trasmissione. Da lì in poi le mie quotazioni salirono e feci due programmi, Le cenerentole, sulle belle canzoni che non avevano avuto successo e Bandiera gialla con Gianni Boncompagni che avevo conosciuto al concorso».

 

E fu un successo.

Arbore Quelli della notte

«Era il 1965. La radio sembrava destinata a soccombere alla tv. Noi portammo l’improvvisazione e inventammo la figura del deejay. Il motto era: “Questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi”. Un’altra trasmissione importante fu Per voi giovani su Radio 1 da cui nacque Speciale per voi, il mio primo programma televisivo che andò in onda nel 1969 e ’70 sull’onda delle contestazioni giovanili del Sessantotto con i cantanti “processati” dai giovani. Ospitammo, tra gli altri, Gino Paoli, Patty Pravo, Sergio Endrigo, Caterina Caselli, Enzo Jannacci, Claudio Villa».

 

Che tipo era Boncompagni?

«Ci completavamo a vicenda: lui audace e pratico, io timido e riflessivo. Mi ha tolto la timidezza e le esitazioni e io gli ho trasmesso le mie conoscenze e passioni in fatto di musica».

Ha mai contato gli artisti che ha lanciato?

«Circa un centinaio».

quelli della notte - dago, arbore, leonardo mondadori, bracardi, marisa laurito, simona marchini

Qualcuno l’ha delusa?

«Sì ma non lo dico. Qualche ingrato c’è stato, ma nella stragrande maggioranza sono rimasti tutti amici».

 

C’è qualcuno nella tv di oggi che le somiglia?

«Un po’ Fiorello perché improvvisa, canta, imita, anche se lui fa più attualità di me. Con Viva Rai2! ha scoperto la fascia del mattino presto mentre io con Quelli della notte nel 1985 scoprii la seconda serata su cui nessuno scommetteva niente e invece facemmo milioni di ascolti».

Quel programma divenne una mania collettiva.

«Invademmo l’Italia con i tormentoni: “I premi in paglia”, “Non capisco ma mi adeguo”, “Non è bello ciò che è bello ma che bello che bello che bello”, “L’edonismo reaganiano”, “Il brodo primordiale”, il “fidanzato Scrapizza”. Agnelli ci invitò a Villar Perosa, Pertini al Quirinale. C’era anche Craxi, arrabbiato con il presidente della Rai Zavoli perché dopo Mike, Berlusconi aveva portato via pure Pippo Baudo e la Carrà».

Solo con lei non c’è mai riuscito.

RENZO ARBORE TELEPATRIA INTERNATIONAL

«Sono stato l’unico della mia generazione a dire di no al corteggiamento di Mediaset. Non mi piaceva l’idea di fare la tv commerciale. Mi sono sempre identificato con il servizio pubblico perché ho sempre fatto una tv di lungo respiro, senza l’ossessione degli ascolti. All’indice di ascolto preferisco quello di gradimento».

 

Ma è vero che l’idea di Quelli della notte nacque da una vivace riunione di condominio nel palazzo di sua madre a Foggia?

«Sì, ma non solo. Anche da un invito da parte dell’Unione Sovietica a partecipare a una crociera per fini pubblicitari. Io non volevo andare, loro mi tentarono: “Porta chi vuoi, dicci quanti soldi vuoi”. Gli dissi: “Ok, ma niente denaro, vengo con qualche amico”».

Quanti ne portò?

nino frassica renzo arbore

«Ci presentammo in quaranta. Pianisti di piano bar, musicisti, imitatori. C’erano Marisa Laurito, Telesforo, Luotto, Sylva Coscina, Catalano. Invademmo i pontili e le sale da ballo. Ci divertivamo a suonare nottetempo, improvvisando parodie, con i russi che ci guardavano attoniti. Un’altra ispirazione furono le lunghe chiacchierate che facevo a notte fonda con Peppino Di Capri, Fred Buscaglione e altri musicisti quando finivamo di suonare nei jazz club».

 

Come reclutò i personaggi di Quelli della notte?

«Frequentando locali, set, gallerie d’arte, case di amici. Dovevano avere la battuta pronta, essere in grado di realizzare una sorta di jam session parlata. Oggi non lo sa fare più nessuno. La filosofia del programma era “Ridere per ridere. Però con amore”. Oggi per far ridere si fa televisione “contro”. A Quelli della notte tutto scaturiva dall’allegria e dall’umore del momento».

 

 

(...)

Ha rimpianti?

«Non aver sposato Mariangela Melato, la persona che ho amato di più nella vita, e non aver creato con lei una famiglia».

E nella carriera?

renzo arbore appresso alla musica

«Un cruccio. Mi dispiace che l’Orchestra italiana non abbia avuto lo stesso riconoscimento della mia tv. In trent’anni, dal 1991 al 2021, abbiamo fatto milleseicento concerti e girato il mondo, dall’Europa all’Australia, dalla Russia al Sudamerica, dalla Cina al Giappone».

Dove si possono rivedere?

«Online su Renzoarborechannel dove ho duecentomila fan. Ho sempre guardato al futuro. E il futuro è lì, nei canali tematici».

 

gege telesforo renzo arbore appresso alla musica
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renzo arbore a new york
renzo arbore sulla terrazza della sua casa di roma
renzo arbore mariangela melato
gege telesforo renzo arbore