AURELIONE, FACCI LE BOLLICINE! IN UN LIBRO È RICORDATO UN MANCATO ACCORDO FRA DE LAURENTIIS E IL PRESIDENTE DELLA COCA-COLA. IL PATRON DEL NAPOLI SOSTENEVA CHE L’AZIENDA NON SAPESSE FARE LA COCA COLA. "PASSÒ MEZZ’ORA A SPIEGARGLIELO LUI, CONVINTO DI AVERE LA RICETTA GIUSTA" – NELLO STESSO VOLUME ANCHE IL SET DI TINTO BRASS CON TUTTI GLI ATTORI VESTITI DA SS, IL GIORNO DELL’ANNIVERSARIO DELLA CADUTA DEL NAZISMO! “CHE FIGURA DI MERDA!”
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Sul Fatto alcuni stralci del libro “Per i soldi o per la gloria”, di Domenico Monetti e Luca Pallanch, studiosi del Centro Sperimentale di Cinematografia. Un libro-intervista che racconta storie e leggende sui produttori italiani dal Dopoguerra alle tv private. Una raccolta di aneddoti su Visconti, Rossellini, De Sica, Fellini, e tanti altri. Tra cui anche il presidente del Napoli e della Filmauro, Aurelio De Laurentiis.
Nel libro è ricordato un mancato accordo con De Laurentiis e il presidente della Coca-Cola. Il patron del Napoli sosteneva che l’azienda non sapesse fare la Coca Cola, passò mezz’ora a spiegarglielo lui, convinto di avere la ricetta giusta.
““Aurelio ha detto a questo signore: ‘Voi non sapete fare la Coca- Cola’. È stato mezz’ora a insegnargli come si fa la Coca-Cola secondo lui!””.
E ancora, il racconto che riguarda Galliano Juso, che ha fatto otto film con Tomas Milian.
“il primo è Squadra antiscippo, “nato casualmente: stavo girando a Napoli ‘Il trafficone’ e mi hanno rubato i soldi che dovevo versare alla troupe, 1 milione e quattrocentomila lire!”; ha scoperto Bombolo, “lo conoscevo perché vendeva i piatti per strada: ‘Oh, famme lavorà, so’ for te!’ ”; si è “inventato il titolo W la foca … che Dio la benedoca!. La Titanus si è vergognata di distribuirlo e ha tolto anche il suo marchio””.
C’è anche un aneddoto che riguarda Tinto Brass.
“Roberto Sbarigia lavora a Salon Kitty di Tinto Brass, e sul set a Berlino incappa nell’incidente diplomatico: “Siamo partiti da un albergo con tutti gli attori vestiti da SS, il giorno dell’anniversario della caduta del nazismo! Una figura di merda! Abbiamo dovuto chiedere scusa tramite l’ambasciata!””.