BATTAGLIA IN TRIBUNALE SULL'EREDITÀ DI CÉLINE – A 60 ANNI DALLA MORTE, I DISCENDENTI DELL'AUTORE FRANCESE CONTRO IL LEGALE NOVANTENNE (GIA' AVVOCATO DI GHEDDAFI E BOKASSA) CHE DETIENE IL PATRIMONIO E GALLIMARD. AL CENTRO DELLA DISPUTA I DISCUSSI PAMPHLET ANTISEMITI, RITIRATI DALLE STAMPE, CHE OGGI POTREBBERO ESSERE RIPUBBLICATI. LA CONTESA ARRIVA PROPRIO MENTRE È IN CANTIERE UN ADATTAMENTO CINEMATOGRAFICO DI “VIAGGIO AL TERMINE DE LA NOTTE”. TRA LE RICHIESTE…

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Estratto dell'articolo di Danilo Ceccarelli per “la Stampa”

 

celine

È una querelle infinita quella sull'opera di Louis-Férdinand Céline che oggi, a più di 60 anni dalla sua morte, viene rivendicata dai discendenti diretti.

 

A lanciare la battaglia sui diritti dello scrittore francese è il pronipote, Guillaume Grenet, che si è fatto portavoce di buona parte della famiglia, proprio mentre in questi mesi sono uscite alcune opere inedite provenienti dai seimila fogli manoscritti rubati nel 1944 e riemersi solamente nel 2021. Tra questi Guerra, recentemente pubblicato in Italia per Adelphi. Una «frenesia editoriale» che ai discendenti dell'autore di Viaggio al termine della notte proprio non è andata giù per modi e tempistiche.

 

TESTI INEDITI DI LOUIS-FERDINAND CELINE

E per impedire che in Francia si arrivi alla pubblicazione dei tanto discussi pamphlet antisemiti di Louis-Ferdinand Destouches (vero nome di Céline), ritirati dalle stampe, Grenet ha deciso di far ricorso alla giustizia.

 

Oltre a Gallimard, storica casa editrice francese che da tempo accarezza l'idea di far tornare sugli scaffali delle librerie Bagatelle per un massacro, La bella rogna o La scuola dei cadaveri, la famiglia del romanziere ha deciso di portare in tribunale anche François Gibault, ex avvocato novantenne che da decenni gestisce il patrimonio letterario di una delle figure più influenti della letteratura del secolo scorso.

INEDITO DI LOUIS FERDINAND CELINE LA VOLONTE DU RAOI KROGOLD

 

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E Proprio Gibault, che per allure e tempra sembra essere uscito da uno dei romanzi di Céline, ha svolto in tutti questi anni il ruolo di sacerdote del patrimonio letterario dello scrittore, tanto da possederne nella sua elegante casa nel settimo arrondissement di Parigi la maschera mortuaria e il calco della sua mano in bronzo.

 

L'ex legale, che nella sua carriera ha avuto come clienti Muammar Gheddafi e il dittatore della Repubblica centrafricana Jean-Bedel Bokassa, ha messo le mani sul patrimonio céliniano grazie all'amicizia che lo legava a Lucette, ballerina e terza moglie dello scrittore morta nel 2019 a 107 anni.

 

Colette Destouches, unica figlia del romanziere, nata dalla sua seconda unione, con Edith Follet, e nonna di Grenet, decise infatti di non rilevare l'eredità del padre, con il quale andava d'accordo nonostante l'antipatia che il romanziere aveva per il genero. Una scelta fatta per assicurare un futuro tranquillo a Lucette, anche se le malelingue ricordano i tanti debiti contratti dall'autore di Morte a credito, soprattutto nell'ultima parte della sua vita, dopo la guerra, quando fu condannato per «indegnità nazionale» a causa delle posizioni antisemite e per aver collaborato con i nazisti.

Guerre - il romanzo inedito di Louis-Ferdinand Celine

 

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Oggi i legali ingaggiati da Grenet chiedono alla giustizia di riconoscere i loro assistiti come «soli titolari del diritto morale», in particolare per il «diritto di divulgazione» delle opere. La richiesta si appoggerà sulla complessa analisi della scelta di Colette, per capire se al momento della rinuncia la figlia di Céline fosse veramente consapevole della decisione.

 

Tra le richieste c'è anche quella che prevede il versamento di 2 euro per ogni esemplare delle opere inedite vendute in questo ultimo anno come forma di risarcimento. «Siamo stati ignorati, disprezzati, ma quello che vogliamo evitare al di là di tutto è che questo programma editoriale a tappe forzate, condotto con un ritmo sfrenato, conduca alla pubblicazione dei pamphlet», ha detto Grenet a Le Point.

louis ferdinand celine 1

 

Un timore che dimostra come il fantasma dell'antisemitismo continui ad infestare la produzione di Céline nonostante le opere incriminate siano ormai fuori mercato.

 

«Si sono svegliati tardi», ha commentato a Les Echos Gibault, ricordando che «per sessant'anni hanno tacitamente rinunciato al loro diritto morale». La contesa arriva proprio mentre è in cantiere un adattamento cinematografico di Viaggio al termine de la notte.

louis ferdinand celine

 

celine lucette

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