CANI DA GUARDIA & CANI DA RIPORTO - UN LETTORE SCRIVE AL “CORRIERE”: “SONO D’ACCORDO CON LA MELONI: ALCUNE TESTATE GIORNALISTICHE SONO OSTILI A PRESCINDERE” - LA RISPOSTA DI ALDO CAZZULLO: “DOVREBBE VALERE PER GIORGIA MELONI LA REGOLA CHE VALE PER OGNI POLITICO: UNA COSA È GIUSTA O SBAGLIATA IN SÉ; NON A SECONDA DI CHI LA DICE. ANCHE MELONI DOVREBBE SEMPRE RICORDARSI CHE AI LEADER POLITICI NON SERVONO GIORNALISTI AMICI; QUELLI LI TROVERÀ SEMPRE A OGNI ANGOLO; SERVONO GIORNALISTI CRITICI, CHE LE SEGNALINO QUANDO SBAGLIA”
-Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
Caro Aldo, sono perfettamente d’accordo con la premier Meloni: alcune testate giornalistiche sono ostili a prescindere. Siete la categoria che distrugge in prima pagina e rettifica con minuscoli trafiletti in ultima.Vi appellate a una distorta libertà di stampa e vi assolvete sempre, reclamando, come del resto tutti nel nostro Paese, solo diritti e niente doveri.
Ernesto Megali
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Ernesto, a noi italiani piace scagliarci contro le varie categorie e dare a ognuna un’etichetta: i dentisti sono esosi, gli impiegati pubblici fannulloni, gli idraulici introvabili; quello non fa la fattura, quello non fa lo sconto, quello non rispetta il preventivo… Ovviamente, le categorie — a parte qualche lobby inscalfibile — non esistono; esistono le persone. Ci sono dentisti esosi e dentisti onesti, impiegati pubblici fannulloni e impiegati pubblici stakanovisti; e talvolta si riesce anche a trovare un idraulico.
I giornalisti non fanno eccezioni. Certo, tutti possono e debbono essere criticati. In particolare i giornalisti, che anche quando lavorano per un privato comunque svolgono un servizio pubblico. A mio giudizio, storicamente il giornalismo italiano è stato troppo legato al potere politico e finanziario. Questo a volte gli ha tolto credibilità e un rapporto diretto con il pubblico; che non sarà — come amava dire Montanelli — il nostro padrone, ma è certo il nostro giudice, quello che decreta il successo di un articolo, di un libro, di una testata, di un’impresa.
Sempre a mio giudizio, oggi le cose vanno meglio che in passato. Eppure non soltanto i giornalisti non sono mai stati così impopolari; la loro condizione economica e sociale è decisamente peggiorata. La grande parte del lavoro giornalistico di cui voi lettori fruite, spesso gratis, è prodotta da giovani pagati poco, che hanno meno opportunità di viaggiare e conoscere il mondo di quelle che avevamo noi cinquantenni alla loro età, che fanno un lavoro duro, e che dovrebbero essere più rispettati.
Anche da lei, gentile signor Megali. Per quanto riguarda la presidente del Consiglio, dovrebbe valere per Giorgia Meloni la regola che vale per ogni politico: una cosa è giusta o sbagliata in sé; non a seconda di chi la dice. Ma anche Giorgia Meloni dovrebbe sempre ricordarsi che ai leader politici non servono giornalisti amici; quelli li troverà sempre a ogni angolo; servono giornalisti critici, che le segnalino quando sbaglia.