LA CANNES DEI GIUSTI - È STATO ACCOLTO DA UNA ENTUSIASTA, SENTITA E LIBERATORIA OVAZIONE IL FAVOLOSO "JOYLAND" UN PO' MELO SUL PATRIARCATO TOSSICO E UN BEL PO' DELIRANTE MUSICAL GAIO: HA UNA GRANDE MESSA IN SCENA E UN CAST INCREDIBILE CON GRANDI EROICHE FIGURE FEMMINE. DOPO UN SECOLO DI GRANDE CINEMA CHE È STATO PURA TOSSICITÀ MASCHILE, È CURIOSO CHE UN FILM DI UN REGISTA MASCHIO SPIEGHI COSÌ BENE IL PROBLEMA - "AFTERSUN" È UNA STORIA DI SENTIMENTI E RICORDI CHE LEGANO UNA FIGLIA AL PADRE E…
-Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Un po' melo sul patriarcato tossico e la sfortuna di nascere femmina o di sentirsi femmina in un mondo pesantemente maschile e un bel po' delirante musical gaio con ballerini trans e ballerine sovrappeso, il favoloso "Joyland" del pakistano Saim Sadiq, già vincitore a Venezia Orizzonti con ""Darling", è stato accolto da una entusiasta, sentita e liberatoria ovazione a Cannes, a Un Certain Regard, da un pubblico ormai steso dall'aver passato più tempo a cercare biglietti che a vedere film.
Nella famiglia Rana in quel di Lahore comanda il vecchio padre in carrozzella. Il primo figlio, Saleem, sposato con una interior designer costretta a non lavorare e a cucinare per tutti, ha sfornato con lei ben quattro figlie femmine e nessun maschio. Il secondo figlio, Haider, aria da cane bastonato e per nulla virile, si fa mantenere dalla moglie, estetista, e fa i lavori di casa più pesanti. Quando trova un lavoro come ballerino in un cabaret di danzatrici da un quintale l'una e entra nelle grazie di una bella ballerina trans, Biba, nella rigida piramide maschile della famiglia, senza rivelare per vergogna cosa faccia al padre, riporta la moglie al lavoro di casa.
Per giunta lui e Biba si innamorano pazzamente anche se Biba non accetta di fare lui l'uomo nel rapporto sessuale. Dopo uno scatenato spettacolo di ballo,e cose si complicano co la scoperta della.moglie di essere incinta ta di un figlio maschio. Per tutto il film Haider non è in grado di far lui una scelta è di imporsi né sul lavoro né sul padre. Incredibile ritratto di un mondo che vive su WhatsApp e sogna Netflix ma è ancorato solidamente a una società ferma da secoli ha una grande messa in scena e un cast incredibile con grandi eroiche figure femmine.
In una Cannes dominata da giovani registe donne che giocano tutte o quasi sulla tossicità maschile, dopo un secolo di grande cinema che è stato pura tossicità maschile, è curioso che un film di un regista maschio spieghi così bene il problema. Incuriosito dall'esaltazione di tutta la critica i gelese, cinque stelle su The Guardian e su The Observer ho recuperato con pazienza l'opera prima della scozzese Charlotte Wells "Aftersun" con Paul Mescal e la piccola Francesca Corio nel ruolo di Sophie È una piccola storia di sentimenti e ricordi che legano una figlia al padre, divorziato dalla moglie e del viaggio che i due fanno in un resort a basso costo sulle coste della Turchia.
Ogni tanto qualche super8 ci riporta alla dimensione storica del viaggio, vediamo anche la ragazza diventata grande vent'anni dopo nel giorno del suo compleanno. Non c'è modo di capire molto più di quello che la regista mette in scena, come fossero una serie di frammenti di memoria che vengono a galla, ma la sensibilità è la chimica fra i due attori, con una bambina meravigliosa protagonista, fanno del film qualcosa di nuovo nel panorama internazionale del momento.
Credo che i giornalisti inglesi abbiano capito meglio di noi certe allusioni alle origini sociali del padre, ma è evidente una grande sensibilità narrativa che non sfoga mai né in scene madri né in inutili chiarifazuoni. Bellissimo film. Dovrebbe vincere la sua sezione, La Semaine de la Critique, e forse meritava una maggiore esposizione. Diventera' sicuramente un film di culto in Inghilterra. Ma arriverà mai da noi?