CARLA VANNI MEMORIES: IL FIGLIO GAY DI GIULIO ANDREOTTI – IL “DIARIO INCOMPLETO” DELLA GIORNALISTA CHE, PER 50 ANNI, È STATA UNO DEI MOTORI DELLA MODA E DELL’EDITORIA ITALIANA, RACCHIUDE UNA CHICCA FANTASTICA: ESTATE 2008, CARLA FENDI ATTOVAGLIA LAMBERTO ANDREOTTI CON I GENITORI GIULIO E LIVIA: “LAMBERTO AVEVA POSTO UNA CONDIZIONE IMPRESCINDIBILE: SAREBBE VENUTO COL SUO COMPAGNO, MA BISOGNAVA CHE SUA MADRE NON SOSPETTASSE NULLA DEL LEGAME CHE C’ERA FRA LORO'' - ''ALTRA DIFFICOLTÀ: ERA APPENA USCITO ‘’IL DIVO’’ DI PAOLO SORRENTINO…”

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Carla Vanni

“Diario Incompleto (di giornalismo e moda)”

L'autobiografia, dichiaratamente incompleta, di chi, per oltre cinquant'anni, è stata l'anima dello "Stile Grazia". Moda italiana ed editoria, un connubio che ha a che fare con un luogo, Milano, e con un periodo irripetibile di sperimentazione e di creatività. 

 

Giornalista per caso, entrata nel 1958 nella redazione di "Grazia", il settimanale di cui diventerà direttore e anima indiscussa per cinquant'anni, Carla Vanni racconta dall'interno il mondo dei giornali, la nascita del Made in Italy e l'ascesa dei grandi stilisti che sono diventati suoi amici: Armani, Krizia, Versace, Dolce & Gabbana, Ferré, i Missoni, le Fendi... 

 

Lo "stile Grazia", il clima culturale milanese, le sfilate e il mondo della carta stampata dagli anni Sessanta a oggi sono intrecciati a momenti più personali e privati. Nessun ordine cronologico, perché "noi siamo ciò che ricordiamo di essere stati". 

 

carla vanni eric clapton

Un racconto, un'autobiografia dichiaratamente "incompleta", in cui emergono le immagini del bosco dove si rifugiava con gli amici - da Camilla Cederna a Mariuccia Mandelli -, delle notti d'estate a Pantelleria a guardare le stelle con Giorgio Armani, delle tavolate colorate e ricche di idee e buon cibo con Rosita e Tai Missoni, delle serate all'ombra della maga Circe con Carla Fendi e il gruppo di Sabaudia. E poi i corridoi, amati e anche no, della Mondadori, e i ritratti di personaggi come Karl Lagerfeld, Antonio Tabucchi, Riccardo Muti, Marcello Mastroianni, Monica Vitti e molti altri.

 

lamberto andreotti carla fendi

Capitolo estratto dal libro di Carla Vanni, “Diario Incompleto (di giornalismo e moda)” - Rizzoli

 

Tra cultura, politica e sfumature pastello. A Carla Fendi e alle estati con lei sono legati alcuni dei ricordi più intensi. Era la Sabaudia delle dune e di Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, in vacanza nella loro casa deliziosa pieds dans l’eau che in seguito Carla avrebbe tentato inutil-mente di comprare, atmosfere che ho ritrovato in Caro Pier Paolo di Dacia Maraini.

 

Ma l’episodio più divertente riguarda un ospite molto speciale. Carla era amica di Lamberto Andreotti,  figlio di Giulio, grande manager farmaceutico a New York, e una sera – era l’estate del 2008 – le venne l’idea di invitare il padre a cena con sua moglie Livia e con la figlia Serena, che lavorava alla Treccani. Ma chi metti a tavola accanto ad Andreotti? E come conduci la conversazione?

giulio andreotti con i figli marilena e lamberto

 

La vigilia ci fu una specie di consiglio di guerra, al quale io e mio marito partecipammo, con Carla e Candido, preoccupatissimo dall’aspetto formale e diplomatico della faccenda. Lamberto aveva posto una condizione imprescindibile: sarebbe venuto col suo compagno, ma bisognava che sua madre non sospettasse nulla del legame che c’era fra loro. 

GIULIO ANDREOTTI CON LA MOGLIE LIVIA DANESE E I FIGLI SERENA STEFANO LAMBERTO E MARILENA

 

Altra difficoltà: era appena uscito Il divo di Paolo Sorrentino, ma era meglio dimenticarsene e non fare domande. Alla  ne decidemmo di non angosciarci troppo: dopotutto Andreotti era un uomo di mondo e ne aveva viste tante.

 

Quella sera c’erano, tra gli altri, Quirino Conti, Orlando Gentili, Piero Tosi, Franco Savorelli, una principessa romana e Gigi Giuliani che la mattina aveva comprato al mercato un pesce enorme, piatto forte del menu che comprendeva rolls alla menta per l’aperitivo e pesche al forno col gelato: il tutto servito su strabilianti ceramiche Perrochon rosa spento e acquamarina.

Lamberto Andreotti

 

 

 

 

Fu Andreotti, alla  fine – persona spiritosa, come si sapeva – a nominare il  film di Sorrentino. E si capì che l’aveva proprio detestato.

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