CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - “IL SOLE 24 ORE”: “ISOLE SALAMONE” NEL CAOS PER LE RIVOLTE ANTI CINESI”. UN CASO DI PROSCIUTTO SUGLI OCCHI: SI CHIAMANO SALOMONE - ?TITOLO DEL GIORNALE: "MORISI MESSO ALLA GOGNA SENZA COMMETTERE REATI". QUINDI METTERLO ALLA GOGNA NON COSTITUIVA REATO? – LO STRAMPALATO ARTICOLO DI MASSIMO FINI, IN CUI SI AVVENTURA IN UNA DISSERTAZIONE VOLTA A DIMOSTRARE CHE ‘TUTTO L’EMPIREO GIUDAICO-CRISTIANO È CONIUGATO AL MASCHILE’…
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“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
In uno strampalato articolo sul Fatto Quotidiano, che si apre con l’intera trascrizione di Storia d’amore, canzone di Adriano Celentano datata 1969, Massimo Fini si avventura in una dissertazione volta a dimostrare che «tutto l’empireo giudaico-cristiano è coniugato al maschile»: «Dio, in quanto padre, è maschio.
Suo figlio pure. Anche se su Cristo grava l’ombra di omosessualità» (quest’ultima annotazione si riferisce a una tesi contestata dalla stragrande maggioranza degli studiosi e per di più basata su frammenti di un supposto Vangelo apocrifo che molti specialisti ritengono un falso moderno).
Dopodiché, per rafforzare la propria tesi, Fini tira in ballo i miracoli, citandone peraltro solo due: «Cristo resuscita Lazzaro e rende la vista a un cieco. La sola volta in cui si occupa di donne è quando lava i piedi alla Maddalena».
La sola volta? Se così fosse, nemmeno quella, perché non è Gesù che lava i piedi alla Maddalena ma viceversa. Premesso poi che i miracoli di Gesù sono 37 (incluse tre risurrezioni), e non due, proviamo a consultare i Vangeli, esercizio che Fini dimostra di aver compiuto di rado.
Gesù resuscita la figlia di Giàiro (Matteo 9, 18-26; Marco 5, 21-43; Luca 8, 40-56). Gesù guarisce la colonna vertebrale di una donna inferma da 18 anni (Luca 13, 10-17). Gesù guarisce la suocera di Pietro (Matteo 8, 14-15; Marco 1, 29-31; Luca 4, 38-39). Gesù guarisce una donna che da 12 anni soffriva di emorragie (Matteo 9, 20-22; Marco 5, 25-34; Luca 8, 43-48). Gesù libera dai demoni la figlia di una donna cananèa (Matteo 15, 21-28; Marco 7, 24-30). Nota d’uso per Fini: non sono numeri da giocare al lotto.
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«Stiamo bene», dice alla Repubblica il primo italiano contagiato dalla nuova variante Omicron del coronavirus. L’ingegnere dell’Eni rientrato dal Mozambico è in isolamento con la famiglia. Nel titolo si legge: «Il viaggio in auto Milano-Caserta da positivo: “Ho evitato i contatti”». Ha resistito per oltre ore 8 oppure lungo i 750 chilometri del tragitto ha fatto pipì nell’auto?
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Titolo dalla prima pagina del Giornale: «Morisi messo alla gogna senza commettere reati». Quindi metterlo alla gogna non costituiva reato? Oppure è stato messo alla gogna nonostante non si fosse macchiato di reati?
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Dall’intervista con Oscar Farinetti sulla scomparsa di Ennio Doris, pubblicata dal Corriere della Sera: «La notizia della sua morte mi addolora profondamente perché sapevo che non stesse più bene come un tempo». Si sente male anche la coniugazione del verbo.
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Domani scrive che «in India l’aria tossica e inquinata uccide circa 7 milioni di persone ogni anno ed è responsabile di circa il 18 per cento di tutti i decessi». Titolo: «India. Tutti i decessi causati dall’inquinamento». Quando si dice avere le idee chiare.
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Sulla Repubblica, Alessia Gallione parla della tassa sui rifiuti e di «671.531 bollettini che sono già arrivati o stanno arrivando nelle caselle postali, in gran parte fisiche, dei milanesi».
Evidentemente confonde le caselle con le cassette postali. Infatti due righe dopo scrive che sono 65.423 i cittadini che hanno aderito al servizio «Tari via mail». Per il dizionario, le caselle postali sono compartimenti numerati affittati a privati presso gli uffici postali per ricevere la corrispondenza (così come su Internet vi sono le caselle di posta elettronica). Quelle «fisiche» cui si riferisce Gallione si chiamano cassette postali.
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Titolo di spalla sulla prima pagina nel Fatto Quotidiano: «All’Africa solo briciole: solo il 3% dei vaccini». Il famoso piano Solo.
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Titolo dal Sole 24 Ore: «Isole Salamone nel caos per le rivolte anti cinesi». Un caso di prosciutto sugli occhi: si chiamano Salomone.
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Titolo dalla Verità: «La scopritrice della variante: “Tra gli infetti, zero ricoveri e vittime”». Quindi nessun ricovero però vari decessi? No? Allora bisognava scrivere: «Né ricoveri né vittime».
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Incipit di un articolo di Simonetta Fiori nelle pagine culturali della Repubblica: «Dopo ottant’anni escono fuori dal silenzio in cui erano stati seppelliti». È vero che l’espressione con valore rafforzativo è contemplata dai dizionari. Ma rimane un dubbio: come si farà a uscire dentro?
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Didascalia da Libero: «A sinistra, l’albergo di Sarsina (località Casalecchio, Forlì): l’edificio è del XVII° secolo». I numeri romani sono già l’espressione grafica dei numerali ordinali (XVII sta per diciassettesimo), quindi non vanno mai seguiti dall’esponente «°», necessario solo quando, per indicare l’ordinale, si usano le cifre arabiche («17°»).
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A proposito della pandemia, il lettore Luigi Cavalieri scrive alla Gazzetta di Mantova: «E, siccome il trend pare destinato a continuare, così da prevedere il picco a Natale, il dover tornare in zona gialla non è solo un miraggio». Quale grazia! Tu scendi dalle stelle.