CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – “LA STAMPA”: “LE REGIONI A ROMA: APRITE LE MONTAGNE”. BEI TEMPI QUANDO BASTAVA SPOSTARLE – “AVVENIRE”: “SCENDE L’RT, MA LA CURVA NON SI PIEGA”. SE È UNA CURVA, SI PRESUPPONE CHE SIA PER FORZA PIEGATA – INCIPIT DI UN EDITORIALE FIRMATO DA CLAUDIO BRACHINO SUL “GIORNALE”: “NON HO L’ETÀ PER AMARTI, DICEVA LA CANZONE DELLA CINGUETTI”. COMMENTO DI GIGLIOLA CINQUETTI: MA COME CINGUETTI MALE, FIGLIO MIO…
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“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Sotto il titolo «Nuova sciocchezza della veterinaria Capua», La Verità scrive: «Dal suo ritiro in California («Se mi ammalo non faccio bella figura») Ilaria Capua torna a dire la sua».
Premesso che l’espressione corretta doveva essere semmai «buon ritiro», adattamento di «buen retiro» (luogo calmo e appartato, in cui si cercano riposo e tranquillità), non si capisce di quale eremitaggio si stia parlando: la virologa non è una pensionata, bensì una docente ordinaria, direttrice dell’One Health Center of Excellence presso l’Università della Florida. Che, fra l’altro, dista circa 4.000 chilometri dalla California citata a sproposito dalla Verità.
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Veronica Gentili nella sua rubrica «Facce di casta» sul Fatto Quotidiano: «La tendenza a mettere qualcuno contro qualcun altro, come argomento a favore della propria tesi, è una tendenza molto comune di questi tempi». Una giornalista di tendenza.
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Incipit di un editoriale firmato da Claudio Brachino sul Giornale: «Non ho l’età per amarti, diceva la canzone della Cinguetti».
Commento di Gigliola Cinquetti: ma come cinguetti male, figlio mio.
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Da un epicedio della Repubblica dedicato a Diego Armando Maradona, recante la firma di Paolo Condò: «Senza pensare che l’arte spiega tutto e tutto abbraccia, e la pennellata impensabile per il dilettante è un gesto naturale per Picasso, e chissà Mozart cosa fischiettava sotto alla doccia, e quando il giovane Diego palleggiava ore con un’arancia non era circo, ma arte che cercava e trovava la sua strada come il fiume trova sempre la via al mare». Però sembra che il genio di Salisburgo talvolta preferisse la Jacuzzi.
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Titolo a tutta pagina da Avvenire: «Scende l’Rt, ma la curva non si piega». Se è una curva, si presuppone che sia per forza piegata.
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A proposito di tasse evase, Il Fatto Quotidiano scrive che l’Italia «l’anno scorso ha perso 12,3 miliardi, di cui poco più di 8 via multinazionali», espressione, quest’ultima, che richiede una buona immaginazione.
E aggiunge: «Circa 4 miliardi, invece, per evasione fiscale di persone fisiche». In una scheda adiacente all’articolo si legge però che «poco più di 3 miliardi sono provocati dall’evasione fiscale commessa da individui».
Allora: «circa 4» o «poco più di 3»? Ci balla 1 miliardo, che equivale pur sempre a 1.936 miliardi di vecchie lire. Non sono bruscolini.
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Titolo sulla Stampa: «Le Regioni a Roma: aprite le montagne». Bei tempi quando bastava spostarle.
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Caterina Pasolini intervista sulla Repubblica l’unica italiana, Valentina Berloni, ammessa a frequentare il Norland college di Bath, dove vengono formate le bambinaie con laurea reclutate dalla famiglia reale britannica.
E scrive che costoro si distinguono per l’«aria efficente». Un po’ come i giornalisti italiani alle prese con l’ortografia.
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Nella sua rubrica «A me mi piace», sul Sole 24 Ore, Davide Paolini parla della «cucina di casa» e la inserisce «nel ghota».
Vabbè che in famiglia tutto fa brodo, però si scrive Gotha, con la «h» nella seconda sillaba e con l’iniziale maiuscola, visto che il sostantivo deriva dall’Almanacco di Gotha, famoso annuario genealogico di case regnanti e famiglie nobili, pubblicato dal 1763 al 1944, il quale prese il nome da Gotha, città tedesca della Turingia.
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Parlando sulla Verità del difficile rapporto tra i vescovi statunitensi e il prossimo presidente Joe Biden circa l’annoso e cruciale nodo dell’aborto, Maria Giovanna Maglie osserva che «l’arcivescovo di Chicago, Allen Vigneron» dovrà, «come presidente della conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, dirimere la dolorosa questione».
Maglie riesce così a infilare due errori in poche righe, perché Allen Henry Vigneron è arcivescovo di Detroit, non di Chicago, ed è vicepresidente, non presidente, dei vescovi statunitensi.
Poco più avanti Maglie cita «l’arcivescovo José Horacio Gomez, capo della Conferenza episcopale americana», e questa volta ci azzecca, ma toglie l’accento al cognome di monsignor Gómez.
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La Gazzetta di Mantova informa che «è morto all’età di 79 anni, per Covid, l’ingegnere elettronico Franco Borghesani, storico sindacalista della Cgil e insegnante alle superiori». La notizia si conclude così: «L’addio questa mattina alle 11.40 con rito laico davanti al crematorio». Deve trattarsi di un replay, perché il funerale era stato celebrato due giorni prima.