CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – “ELODIE NUDA PER IL CALENDARIO PIRELLI”, TITOLA “LA STAMPA”, CHE AFFIDA LA PRATICA A MARIA CORBI: “MA PER SAPERE COME IL FOTOGRAFO ETHAN JAMES GREEN HA SCATTATO ELODIE NEL PIRELLI 2025 DOVREMO ASPETTARE ANCORA UN PO’”. SI PUÒ SCATTARE UNA FOTO, MA NON UNA PERSONA. AL MASSIMO GREEN HA RITRATTO LA CANTANTE – TITOLO DALLA PAGINA FACEBOOK DEL “GIORNO”: “TRAGEDIA SFIORATA. LAGO DI COMO, VIENE INGHIOTTITO DALL’ACQUA SOTTO GLI OCCHI DELLA MOGLIE: PENSIONATO MORTO IN OSPEDALE”. CI SFIORA IL DUBBIO CHE SIA STATA UNA TRAGEDIA VERA...

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“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

pubblicato da “Italia Oggi”

 

marco travaglio 6

Incipit dell’editoriale del direttore Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano: «La guerra in Ucraina iniziò nel 2014 col golpe bianco di piazza Maidan che rovesciò il presidente democraticamente eletto Yanukovich». Tesi discutibile, ma non è costume di questa rubrica contestare il merito, bensì esaminare l’uso delle parole.

 

Travaglio chiama «golpe bianco» gli accadimenti di Kiev che portarono alla fuga in Russia del presidente Viktor Yanukovich. Secondo la Treccani, si definisce così il «colpo di stato svolto senza ricorso alla forza da parte di un governo che eserciti il potere in modo anticostituzionale». In realtà, le manifestazioni popolari iniziate il 21 novembre 2013 e concluse il 22 febbraio 2014, siano esse state rivoluzione arancione contro le ingerenze russe o colpo di Stato americano, videro usare la forza e scorrere il sangue: causarono infatti circa 100 morti civili e 17 tra le forze dell’ordine. Di bianco non ci fu nulla, semmai ci fu abbondanza di rosso.

 

Quanto a «piazza Maidan», siamo a un pleonasmo da ignoranza. Non si dice «piazza Trafalgar Square» e neppure «piazza Place de la Concorde». Maidan, anzi più precisamente majdan, in ucraino vuol dire piazza. Perciò il «golpe bianco di piazza Piazza» fa ridere, se non fosse per le vittime. Semmai bisognava scrivere il «golpe di Majdan». Il luogo delle manifestazioni fu piazza dell’Indipendenza, per gli ucraini Majdan Nezaleznosti.

 

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STEFANO LORENZETTO

Secondo Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhhorod che passa per l’Ucraina «nel 2023 è stato in grado di fornire 14.650 metri cubi, circa la metà dell’export russo per i mercati europei».

 

La famiglia media italiana consuma in un anno 1.400 metri cubi di gas, quindi la fornitura indicata da Cremonesi soddisferebbe i bisogni di 10 famiglie. Prima dell’invasione dell’Ucraina, la Russia esportava in Europa 140 miliardi di metri cubi l’anno, ai quali andavano aggiunti 15 miliardi di metri cubi di Gnl (gas naturale liquefatto) spediti via nave (fonte: Istituto analisi relazioni internazionali).

 

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La Repubblica - Riccardi diventa Ricciardi

Titolo dal sito della Repubblica: «Il caso della falsa testa di cavallo Medici-Ricciardi». Ricciardi? In realtà, trattasi della Testa di cavallo Medici-Riccardi, proveniente da una scultura greca in bronzo del IV secolo avanti Cristo, dal Quattrocento impiegata come bocca di fontana nel giardino di Palazzo Medici-Riccardi a Firenze, la prima dimora dei Medici, dove vissero Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico e lavorarono Michelangelo e Donatello.

 

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Titolo dalla pagina Facebook del Giorno: «Tragedia sfiorata. Lago di Como, viene inghiottito dall’acqua sotto gli occhi della moglie: pensionato morto in ospedale». Ci sfiora il dubbio che sia stata una tragedia vera.

 

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ELODIE - CALENDARIO PIRELLI 2025

«Elodie nuda per il calendario Pirelli», titola La Stampa, che affida la pratica a Maria Corbi: «Ma per sapere come il fotografo Ethan James Green ha scattato Elodie nel Pirelli 2025 dovremo aspettare ancora un po’». Si può scattare una foto, ma non una persona. In base alla lingua italiana, al massimo Green ha ritratto la cantante.

 

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In un intrigante articolo su Domani, intitolato «Da Roma senza papa a Dan Brown / Il realismo dei romanzi “fantavaticani”», lo storico Giovanni Maria Vian, direttore emerito dell’Osservatore Romano, parla del libro Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson, più volte raccomandato da papa Francesco: «Scritto nel 1907 da un convertito, per di più figlio del primate anglicano, questa visione di tenore apocalittico delinea...». Complimenti per la concordanza. Vian scrive inoltre che il romanzo Eminenza di Morris West è del 1999, invece uscì nel 1998.

 

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giorgia meloni alessandro sallusti 50 anni del giornale

Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, in un editoriale di prima pagina contesta il motto molto giustizialista «chi se ne importa se un innocente passa mesi o anni in carcere, problemi suoi»: «Continua a pensarla così anche Piercamillo Davigo, l’ex pm noto per il teorema “un innocente è solo un colpevole che l’ha fatta franca” e che ieri ha rincarato la dose con un’articolessa su il Fatto Quotidiano nel quale sostiene…».

 

Qualunque cosa sostenga Davigo, articolessa (femminile) vuole la preposizione articolata nella. Per molto meno il nostro maestro delle elementari avrebbe chiesto l’ergastolo. Con lui nessuno la faceva franca.

 

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MAURIZIO BELPIETRO

 

Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «E però, se l’argine agli oltraggi e al vituperio, si può capire, comprendere perché la parola di chi critica la partecipazione di Imane Khelif alle Olimpiadi nella categoria donne debba essere vietata è più difficile». Eccellente esempio di punteggiatura creativa. Il nostro amico Cesare Marchi la chiamava «la virgola che uccide».

 

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Sul Foglio il cardinale Dominik Duka, domenicano e arcivescovo di Praga, critica dal punto di vista storico, ma con un occhio all’oggi, e in particolare alle relazioni con la Cina, la politica adottata dalla Santa Sede verso la fine del pontificato di Giovanni XXIII e durante quello di Paolo VI nei confronti soprattutto dei regimi comunisti europei «per salvaguardare la vita delle comunità locali e ciò anche sacrificando i desideri e le aspettative delle chiese locali».

 

Stefano Lorenzetto

Ma nell’articolo è sbagliata la grafia dei nomi del cardinale ungherese Jószef Mindszenty e addirittura (anche nel titolo) del presidente Vaclav Havel, «con il quale», scrive Duka, «ho una volta condiviso una cella». Le grafie corrette sono infatti «József» e «Václav».