CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – DA “RAI NEWS”: “LE IMMAGINI DELL’ARRIVO ALLA WESTMINSTER ABBEY, PER I FUNERALI DI ELISABETTA, DI CAMILLA, KATE E DEI SUOI PRIMI DUE FIGLI GEORGE E CHARLOTTE”. ESEQUIE CUMULATIVE PER CINQUE MORTI – TITOLO D’APERTURA IN PRIMA PAGINA SULL’“OSSERVATORE ROMANO”: “LA PACE È POSSIBILE QUANDO TACCIONO LE ARMI E COMINCIA IL DIALOGO”. SE INVECE LA PACE È POSSIBILE QUANDO PARLANO LE ARMI, DICESI MIRACOLO
-“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Nel suo scoop sulla presunta vicenda di molestie sessuali che coinvolgerebbe Matteo Richetti, senatore di Azione, e l’attrice Lodovica Rogati detta Mairè (che però nega d’aver tirato in ballo il parlamentare), Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani, al settimo capoverso scrive: «Il secondo randez vous nel suo ufficio è quello cruciale».
Sei capoversi prima della fine, Fittipaldi concede il bis: «In più, la donna intervistata parla di una perquisizione subita dopo il randez vous del 16 novembre (quello delle presunti abusi)». Il gender dilaga. In attesa che gli abusi ritornino al maschile e che la testata venga modificata in Demain, astenersi dal francese: si scrive rendez-vous.
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Nella sua rubrica su Domenica del Sole 24 Ore, il coltissimo Mephisto Waltz parla del «primo partito italiano, quello dell’astensione, che da anni ingrossa le proprie fila». Desideriamo ricordargli che il sostantivo femminile fila (singolare) al plurale fa file, e non fila.
Nella fattispecie, Lo Zingarelli 2023 conferma con la seguente definizione: «(Al plurale) ranghi: militare nelle file di un partito». Più avanti Mephisto Waltz aggiunge: «Un tempo si sarebbero svuotati delle armi obsolete i magazzini per rinverdire le disponibilità di quelle più recenti ed efferate». Efferato significa «caratterizzato da crudeltà e ferocia inumane»: l’aggettivo pare più prestarsi a un crimine che a uno strumento di offesa o di difesa.
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Di ritorno dal Kazakistan, papa Francesco sull’aereo dice ai giornalisti che «la politica è una delle forme più alte di carità» e dichiara di non ricordare se tale definizione sia da attribuirsi a Pio XII o a san Paolo VI. Vaticanisti e teologi al seguito se la bevono. Invece la frase «La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio» è di Pio XI.
Papa Montini si limitò a riprenderla. Fu pronunciata da papa Ratti durante un’udienza concessa ai dirigenti della Federazione universitaria cattolica italiana il 18 dicembre 1927, come si evince da Discorsi di Pio XI (Società editrice internazionale, volume I, pagina 745) e dall’Osservatore Romano (23 dicembre 1927).
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Su Libero, Francesco Specchia sbaglia culo. Infatti conclude così un suo articolo: «Da cronisti non possiamo che registrare che una campagna elettorale cosi (sic) amabilmente virulenta (nonché esaltata all’infinito dai social), non si vedeva forse dal 1948. Ossia da quando Togliatti prometteva alle masse di prendere Mario Scelba “a calci nel sedere, ma con gli scarponi chiodati”. Quando si dice la lezione della Storia...».
Mica era matto, il Migliore: il ministro dell’Interno gli avrebbe scatenato contro i suoi celerini. Palmiro Togliatti preferiva prendersela con i miti, dunque nel 1948, in un comizio tenuto a Roma (secondo altre testimonianze a Sesto San Giovanni) si accontentò di lanciare questa profezia: «Voi sapete che io amo camminare in montagna attrezzato di tutto ciò che è necessario per scalare i pendii, compresi gli scarponi chiodati. Vi prometto che dopo le elezioni con quegli scarponi prenderò l’austriaco cancelliere a calci nel sedere».
Parlava del presidente del Consiglio democristiano, Alcide De Gasperi, già deputato alla Dieta tirolese di Innsbruck. Ma il 18 aprile dello stesso anno anche il segretario del Pci si accorse di aver sbagliato culo: perse le elezioni. Del resto, alla minaccia di Togliatti pare che De Gasperi avesse replicato in romanesco: «Viè qua! Si’ te pijo te sdrumo!».
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Da Rai News: «Le immagini dell’arrivo alla Westminster Abbey, per i funerali di Elisabetta, di Camilla, Kate e dei suoi primi due figli George e Charlotte». Esequie cumulative per cinque morti.
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Angelo Scelzo, ricordando papa Luciani sul Mattino, si occupa anche delle sue clamorose parole all’Angelus del 10 settembre 1978 (su Dio che «è madre») e sostiene che «passò inosservata, invece, in quello stesso Angelus, una novità ben più considerevole e importante, la citazione, per la prima volta, dalle finestre del palazzo apostolico, di un passo del Corano, il testo sacro dell’Islam: C’è una notte nera, una pietra nera e sulla pietra una piccola formica; ma Dio la vede e non la dimentica».
Al netto delle virgolette mancanti nella citazione, concordiamo con il giornalista vicino alla Comunità di Sant’Egidio, già attivo in diversi ruoli della comunicazione vaticana: la frase passò inosservata. Ma solo perché si tratta di un proverbio arabo, di cui non v’è traccia nel Corano. Nessuna disattenzione allora, a fronte del pressappochismo odierno.
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Il Fatto Quotidiano parla di un sondaggio svolto fra 200 imprenditori e manager presenti al Forum Ambrosetti di Cernobbio: «La stragrande maggioranza di loro si è dichiarata contraria alla messa al bando degli aerei privati. Non ce lo saremmo mai creso». Frase surreale, tuttavia rende l’idea.
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Titolo d’apertura in prima pagina sull’Osservatore Romano: «La pace è possibile quando tacciono le armi e comincia il dialogo». Se invece la pace è possibile quando parlano le armi, dicesi miracolo.