CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - DALLA PAGINA FACEBOOK DELLA “REPUBBLICA”: “SI INSEGUONO E SI PUNTANO, COME FAREBBERO DUE CANI QUALSIASI. MA SOLO UNO DEI DUE ‘ABBIA’”. IL FAMOSO CAN CHE ABBAIA MA NON MORDE. TITOLO DI SPALLA SULLA PRIMA PAGINA DEL “ CORRIERE DEL VENETO”: “LITIGA CON LA MOGLIE E LA UCCIDE IN CASA CON UNA BOTTIGLIA ‘DI VETRO’”. CON UNA BOTTIGLIA DI PET 100 PER CENTO RICICLABILE ERA GIÀ PIÙ DIFFICILE…”
-“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Il coltissimo Mephisto Waltz discetta sul Sole 24 Ore: «Le stanze funerarie segrete di Tutankhamon (1341-23 a.C.), il faraone della XVIII dinastia, che ebbe inizio nel 3150 a.C.». Sorvolando sulla bizzarra grafia 23 in luogo di 1323, che potrebbe ingenerare qualche equivoco, quello del faraone morto diciottenne sembrerebbe un caso di longevità degno di Matusalemme.
Si dà infatti il caso che la XVIII dinastia sia cominciata nel 1550 e finita nel 1292 avanti Cristo (Enciclopedia Treccani) o iniziata all’incirca nel 1539 e terminata nel 1292 (Encyclopædia Britannica). Nella migliore delle ipotesi, dunque, il buon diavolo stavolta ha sbagliato di 1.600 anni. E che sarà mai.
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Massimo Gramellini, conduttore su Rai 3 del programma Le parole, invita Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a «usare un congiuntivo in una frase con Giorgia Meloni», sottolineando che l’ospite in studio «s’è pure preparato».
Landini infatti legge da un foglietto: «Se Giorgia Meloni sostenesse chi per vivere deve lavorare, farebbe un giusto servizio alle lavoratrici, ai lavoratori e al Paese». E subito aggiunge: «Potrei dirgli, cara Giorgia...». Basta così, Landini. Magari una ripassata ai pronomi.
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Secondo il sito del Fatto Quotidiano, che cita un articolo pubblicato dal quotidiano belga Le Soir, durante la perquisizione nella casa dell’ex europarlamentare Antonio Panzeri «le autorità hanno ritrovato 500 milioni di euro in contanti». Dev’essere il nuovo tetto al contante deciso dall’Unione europea: si moltiplica per 1.000 la somma sequestrata a Panzeri.
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Luigi Ippolito, corrispondente da Londra, sul Corriere della Sera: «È ricoverato in terapia intensiva, con prognosi riservata, il giovane italiano di 25 anni selvaggiamente picchiato a Londra nella notte fra venerdì e sabato: Marco Pannone è arrivato al King’s College Hospital in condizioni gravissime, tanto che è stata necessaria una operazione d’urgenza per asportare parte della calotta cranica.
Ora il ragazzo è in coma farmacologico. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto: Marco è stato trovato in una pozza di sangue sul retro del locale dove lavora come cameriere, vittima evidente di un pestaggio. (...) Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere del pub, ma non è sicuro che abbiano registrato l’incidente». Uno scontro frontale?
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A corredo di un servizio sull’Iran, Libero pubblica una foto con questa didascalia: «Teheran, ieri: agente spara a un manifestante». Falso. L’immagine proviene da Hawara, a sud di Nablus, in Israele, ed è tratta da un filmato in cui un soldato, dopo una breve colluttazione, spara quattro colpi di arma da fuoco contro un giovane palestinese, Ammar Hamdi Muflih, 22 anni, uccidendolo. La scena è visibile al link https://www.infopal.it/category/video.
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Rilevando in questa rubrica la scarsa conoscenza degli eventi del passato palesata da Stefano Feltri, direttore di Domani, ci siamo dimenticati di evidenziare l’ambiguità contenuta nell’incipit del suo editoriale, frutto di una sintassi zoppicante: «In nessun paese occidentale, a quanto ci è noto, un capo del governo in carica persegue i giornalisti che raccontano la sua attività in tribunale».
Quindi il capo del governo svolge la sua attività in tribunale? L’equivoco era facilmente evitabile: «In nessun paese occidentale, a quanto ci è noto, un capo del governo in carica persegue in tribunale i giornalisti che raccontano la sua attività».
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Stefano Salis nel supplemento culturale del Sole 24 Ore: «C’è un bel “falso amico” nella lingua italiana: l’“albero maestro” (cioè di maestra) delle navi». In senso figurato, falso amico dicesi soltanto di una parola straniera simile a quella di un’altra lingua per grafia o suono, ma con significato diverso. Per esempio, l’inglese lurid (fosco, livido) e l’italiano lurido, come esemplifica Lo Zingarelli 2023.
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Intervistato in Vatican Girl, il docufilm di Netflix sul rapimento di Emanuela Orlandi, il giornalista investigativo Emiliano Fittipaldi, vicedirettore di Domani, esibisce un documento che proverebbe come dal 1983, anno del sequestro, e fino al 1997 il Vaticano abbia finanziato la permanenza in incognita della ragazza presso uno studentato degli scalabriniani a Londra.
Il rendiconto sarebbe stato redatto dal cardinale Lorenzo Antonetti, presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), e trasmesso ai confratelli Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran.
Appare alquanto improbabile che Antonetti si rivolgesse al porporato francese con un nome di battesimo sbagliato («Jean Luis», si legge nell’intestazione). Ma, più ancora, è del tutto inverosimile che un cardinale gratificasse entrambi del titolo di «Sua Riverita Eccellenza», essendo arcinoto che la formula di rito da usarsi è «Sua Eminenza Reverendissima» (il titolo di eccellenza è riservato ai soli vescovi).
Inoltre nell’intestazione si legge «Roma 14 gennaio 1968», quindi la nota risalirebbe a 30 anni prima che Antonetti diventasse presidente dell’Apsa. Certo, potrebbe trattarsi di un errore di battitura. Ma nessun cardinale scriverebbe mai «Roma» anziché «Città del Vaticano». In sintesi, una patacca, e neppure inedita.
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Dalla pagina Facebook della Repubblica: «Si inseguono e si puntano, come farebbero due cani qualsiasi. Ma solo uno dei due abbia». Il famoso can che abbaia ma non morde.
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Incipit della rubrica Il sabato del villaggio di Giovanni Valentini sul Fatto Quotidiano: «Con encomiabile solerzia, il neoministro della Cultura, Giuliano Sangennaro, è accorso recentemente a Sant’Agata per visitare la villa di Giuseppe Verdi». Già che c’era, poteva chiamarlo Mario Rossi, visto che il ministro in realtà si chiama Gennaro Sangiuliano.
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Titolo di spalla sulla prima pagina del Corriere del Veneto: «Litiga con la moglie e la uccide in casa con una bottiglia di vetro». Con una bottiglia di Pet 100 per cento riciclabile era già più difficile.