CHI CI MANDIAMO A VIALE MAZZINI? GEGIA! – ORA LA GIRANDOLA TOCCA L’EX SKY ANDREA SCROSATI CHE DICE “GRAZIE, PREFERIREI DI NO” - E TI CREDO: A LONDRA GUIDA FREMANTLE, UN’AZIENDA CHE OPERA IN 31 PAESI E FATTURA QUASI 2 MILIARDI E DOVREBBE TORNARE PER GESTIRNE UNA CHE CROLLA PER IL PRIMO FEDEZ CHE BALBETTA DA UN PALCO? - COME LA PANDEMIA, ATTRAVERSO LE PIATTAFORME, CAMBIERÀ LE TV PUBBLICHE COME LA RAI, LA BBC...

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Paolo Festuccia per “la Stampa”

 

andrea scrosati rid

La Rai è tornata al centro dello scontro politico. E, il concertone dello scorso primo maggio ha avviato il ricambio dei vertici aziendali giunti, peraltro, a fine mandato. Con l' arrivo del rimpasto a viale Mazzini torna anche il toto-nomi. E in cima alla lista dei top manager indipendenti c' è quello di Andrea Scrosati, ex Sky, Chief Operating Officer di Fremantle, il colosso che opera in 31 paesi del mondo e che nello scorso anno ha realizzato 57 tra serie tv e film e 480 programmi di intrattenimento. Insomma, il suo nome è tra i più gettonati.

 

Se dovessero chiederle di guidarla cosa risponderebbe?

freemantle australia

«Risponderei che la Rai è un' azienda straordinaria e guidarne il cambiamento sarebbe un onore. Ma sono convinto che quando si inizia un percorso professionale serietà e trasparenza impongono di portarlo a termine senza abbandonare in corsa. L'impegno che ho assunto con Fremantle e il nostro azionista Bertelsmann di sostenere la crescita internazionale del nostro gruppo è una sfida che condivido con colleghi e partner di rara qualità professionale e umana. Per questo per me è oggi impensabile cambiare. Sono certo che il premier Draghi identificherà un team di manager che daranno alla Rai la centralità che si merita fino in fondo nel sistema culturale del paese».

 

Abbiamo capito che è un no. Senta, però, la pandemia è stata un' opportunità per la tv o al contrario una brutta parantesi?

netflix

«La pandemia ha accelerato un processo che era già in corso: la diffusione in milioni di case delle piattaforme globali come Netflix, Amazon, AppleTV e la scelta di realtà come Disney, Warner e altre di dotarsi di una piattaforma distributiva per raggiungere direttamente il proprio pubblico, come appunto Disney+ e HBOMax.

Questo significa che il mercato chiede sempre più contenuti originali, sia perché sono proprio i prodotti originali a trainare la crescita di queste piattaforme e sia perché, sempre a causa dei lockdown e del maggior tempo in casa, il consumo di programmi è aumentato in maniera esponenziale».

 

Quindi, paradossalmente è stata più un' opportunità

andrea scrosati anna federici roberto d agostino

«Un' opportunità proprio no. Perché il Covid ha comportato impatti negativi su molte produzioni, rendendo necessario a volte il loro rinvio, ha generato complessità notevoli di gestione, e ha fortemente colpito alcuni segmenti del mercato, basta pensare alle sale cinematografiche, ma è anche vero che i produttori di cinema e televisione, i brodcaster si sono velocemente attrezzati per ripartire in sicurezza, uno sforzo possibile grazie a una straordinaria capacità di adattamento, alle opportunità offerte oggi dalla tecnologia e anche al supporto ricevuto in molti Paesi dalle istituzioni».

 

E questo vale anche per le televisioni pubbliche come la Rai, la Bbc...

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«Assolutamente. Peraltro, in particolare nei momenti di difficoltà, se da un lato il pubblico cerca evasione dall' altro ha bisogno di punti di riferimento a cui riconoscere credibilità ed autorevolezza, e questo è il ruolo naturale del servizio pubblico, qualsiasi sia il suo mezzo di diffusione, tv, radio, online. Credo sia una straordinaria opportunità che le televisioni pubbliche devono cogliere sino in fondo senza temere l' innovazione, anche e soprattutto nel ruolo di motori dell' industria culturale, confrontandosi sempre con le best practices internazionali».

 

viale mazzini

E secondo lei questi cambiamenti saranno definitivi?

«Quando parte un processo innovativo, anche se accelerato da fattori esogeni, non è possibile tornare alla situazione di prima. Oggi siamo abituati a consumare i nostri contenuti in streaming, on demand, e a accedere a library di migliaia di titoli. Da questo non si torna indietro. Come non si torna indietro dall' opportunità di accedere da casa a contenuti che precedentemente erano disponibili solo in sala. Questo non vuol dire affatto che le televisioni lineari, come le sale cinematografiche, siano finite, anzi.

ANDREA SCROSATI

 

Sono convinto che ogni metodo di fruizione ha un potenziale che dipende dalla capacità di intercettare un bisogno del pubblico. Le televisioni lineari garantiscono una componente di immediatezza e socialità del contenuto che una piattaforma on demand non può offrire, così come la visione di un film in una sala è un' esperienza emotivamente diversa da quella di una visione individuale sul televisore o su un device a casa. La questione è la capacità di innovare da parte di queste realtà».

 

Mi faccia qualche esempio...

bbc

«In diversi mercati europei i principali operatori in chiaro si sono alleati per lanciare un' offerta in streaming "nazionale" che permette la valorizzazione dei loro contenuti in competizione, anzi meglio dire in parallelo, con le piattaforme globali. Ad esempio Britbox in UK, che vede assieme la BBC e la principale televisione privata ITV, oppure Salto in Francia, joint venture tra France Television, TF1 e M6. Sono convinto che i contenuti locali, se ben realizzati, hanno una forza straordinaria di attrazione sul pubblico e valorizzarli in maniera innovativa rende più solido anche il modello della televisione lineare».