CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE: IL TERRORE DEGLI EDITORI INTERNAZIONALI E' ITALIANO - SCOPERTO IL MISTERIOSO LADRO CHE RUBAVA I ROMANZI PRIMA CHE FOSSERO PUBBLICATI PER METTERLI IN RETE: SI CHIAMA FILIPPO BERNARDINI, È ITALIANO E FA IL MANAGER EDITORIALE - LAVORAVA ALLA SIMON & SCHUSTER A LONDRA E DOVRÀ ORA RISPONDERE DI DIVERSE ACCUSE, DAL FURTO D'IDENTITÀ ALLA FRODE. TRA LE SUE VITTIME MARGARET ATWOOD, JO NESBO E RECENTEMENTE ANCHE HOUELLEBECQ…
-Mario Baudino per "la Stampa"
Il terrore degli editori internazionali, l'uomo che almeno dal 2017 sottrae abilmente i romanzi più attesi prima che vengano pubblicati, è stato identificato e arrestato all'aeroporto di New York dall'Fbi, come in una serie tv. E, sorpresa, (così passiamo a un film di Verdone) il Fantomas dei libri è pure italiano. Filippo Bernardini, funzionario della Simon & Schuster londinese, dovrà ora rispondere di diverse accuse, dal furto d'identità alla frode. Le sue vittime sono centinaia di persone, in pratica una buona fetta del mondo editoriale americano, europeo e non solo.
Sarebbe, in altre parole, il ladro misterioso che, spacciandosi per importanti addetti ai lavori (avrebbe avuto oltre 200 account falsi), inviava mail ingannevoli alle persone giuste chiedendo i pdf delle opere in visione. Era chiaro fin dall'inizio che si trattava di qualcuno che conosceva benissimo l'ambiente, ma al di là di questo restava un oscuro fantasma, inafferrabile, e ormai un po' mitologico. Un Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri del web? Non proprio.
Ma neanche un Ghino di Tacco 2.0, semmai un impeccabile dottor Jekyll, col suo doppio Mr. Hyde: 29 anni, dal 2009 alla casa editrice statunitense - che ora lo ha sospeso, dichiarando il proprio rincrescimento e stupore per un vicenda così imbarazzante - e negli ultimi anni coordinatore per i diritti stranieri, quindi al crocevia di tutti gli accordi per le traduzioni importanti, vanta un altissimo profilo culturale: laureato alla Cattolica di Milano, master in editoria alla Ucl di Londra, poliglotta, traduttore dal cinese. I nostri editori lo conoscono bene, non solo per i contatti professionali: con Feltrinelli ha firmato la versione italiana di Noi siamo la rivoluzione, il libro del leader studentesco Joshua Wong, sulla lotta per la democrazia a Hong Kong, e per La Nave di Teseo il romanzo La nostra storia, di Rao Pingru.
Sul profilo Linkedin, cita «l'ossessione per la parola scritta e per i linguaggi» e il gusto per un lavoro che «assicura ai libri la possibilità di essere letti e apprezzati in tutto il mondo in molte lingue». Circa l'ossessione, se le accuse saranno provate, non ci sarebbe altro da aggiungere. Non è una forma di bibliofilia vera e propria (lui si muoveva nell'immateriale e raccoglieva file, niente carta) ma certamente di bibliofollia, affezione che taluni ritengono immaginaria, e che può portare in certi casi non solo al furto ma anche al delitto - o al delirio -, almeno nella fantasia romanzesca dei bibliofili (dal giovane Flaubert, poniamo, a Charles Nodier) e qualche volta nella realtà: come pare sia accaduto a Johann Georg Tinius, pastore protestante nato nel 1764 in Sassonia e condannato nel 1813, se pur con qualche dubbio, a 12 anni di prigione per una serie di omicidi commessi per soddisfare un'insaziabile brama di libri.
Non ammise mai i delitti di cui era accusato. Quella di Bernardini, più facilmente confessabile, è forse la sola, irresistibile ossessione, anche perché non sembra abbia ricavato denaro dai furti (al momento, almeno, non è accusato di questo). Negli anni, il mondo editoriale, vittima di e-mail credibilissime, aveva pensato che dietro questa trappola ci fosse una grossa organizzazione.
L'indirizzo del mittente sembrava quello del personaggio giusto, che poteva avere un logico interesse a leggere il libro in anteprima ma con la sostituzione o l'aggiunta di una letterina, che passava spesso inosservata. E il linguaggio usato, le abbreviazioni e lo stile erano quelle comuni all'inglese editoriale di tutto il mondo.
Una garanzia di autenticità, non certo un rozzo phishing. Persino la Fiera di Francoforte aveva lanciato un allarme, nel 2017. A quanto pare, c'era invece un ladro solitario e, vista l'assenza di risvolti venali, pure gentiluomo. I romanzi piratati in anticipo rispetto all'uscita, sul web e nel dark web, sono molti, non è verosimile imputarglieli tutti.
Resta però indubbio che il nostro intraprendente connazionale è destinato a restare l'indiscusso artista, diremmo l'eroe, di questi furti acrobatici, il Fantomas mascherato cui molti davano la caccia, e al quale sono stati ricondotti gli episodi più eclatanti di questi anni: dal piratamento di Margaret Atwood (è stata la prima a postare su twitter la notizia dell'arresto, si direbbe piuttosto compiaciuta) a quello recentissimo di Houllebecq. Ora però non resta che inchinarsi al suo genio (italico?).