CIAK, MI GIRA - ALLA FACCIA DEI VENTI DI GUERRA, IL GIOCATTOLONE “UNCHARTED” DI RUBEN FLEISCHER CON TOM HOLLAND E MARK WAHLBERG VINCE OVUNQUE IL BOX OFFICE DEL WEEKEND. OVVIAMENTE NELL’AMERICA DI BIDEN, MA ANCHE IN ITALIA, DOVE DOMINA IL FINE SETTIMANA CON 2,4 MILIONI DI EURO. “ASSASSINIO SUL NILO” È SECONDO - AL TERZO POSTO, E PER IL CINEMA ITALIANO È UNA NOTIZIA CLAMOROSA, IL DOCUMENTARIO DI GIUSEPPE TORNATORE “ENNIO”, DEDICATO A MORRICONE - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Alla faccia dei venti di guerra, il giocattolone “Uncharted” di Ruben Fleischer con Tom Holland e Mark Wahlberg vince ovunque il box office del weekend. Ovviamente nell’America di Biden, 44 milioni di dollari, lasciando il film con Channing Tatum e il cane, “Dog”, secondo con 15 milioni, ma perfino nella Russia di Putin, 2, 9 milioni di dollari, e in Ucraina, 1, 3 milioni. In Giappone arriva a 1, 5, in Francia a 6, 3, in UK a 5, 1, in Germania a 3, 4, in Corea del Sud a 3.
Alla fine, “Uncharted” incassa in tutto il mondo 139 milioni di dollari, mentre il suo avversario diretto, “Assassinio sul Nilo” di Kenneth Branagh, questo weekend quarto in America con 6, 3 milioni, arriva solo a 75 milioni di dollari globali con un budget di 160.
Si dirà che si sapeva e che, in fondo, Branagh è più interessato al suo piccolo film autobiografico in bianco e nero, “Belfast”, che arriverà questa settimana anche in Italia, e che punta decisamente agli Oscar, potendo vantare ben sette nomination, tre delle quali proprio di Branagh, miglior film-regia-sceneggiatura, e ai Bafta, dove ha sei nomination.
In Italia, quindi, “Uncharted” domina il fine settimana con 2, 4 milioni di euro, anche se l’incasso domenicale, 699 mila euro, era in lieve flessione rispetto a quello di sabato. “Assassinio sul Nilo” è secondo con 1, 7 milioni di euro settimanali, ieri incassava 360 mila euro, per un totale di 3, 5.
Al terzo posto, e per il cinema italiano è una notizia clamorosa, il documentario di Giuseppe Tornatore “Ennio”, dedicato a Ennio Morricone, 651 mila euro questa settimana per un totale di 968 mila euro. Ieri ha incassato 239 mila euro.
E devo dire, visto che ero in sala a vederlo al Jolly di Roma, con altri signori neanche più giovani di me, che, malgrado una lunghezza un po’ eccessiva, è un grande viaggio nella cultura italiana del 900 e nella testa di un uomo che ha composto ben 500 colonne sonore per film e che non aveva mai parlato e spiegato così bene il suo lavoro e come fosse riuscito a legare tutto nella sua musica, le sperimentazioni di Nuova Consonanza, gli studi con Petrassi, la grande conoscenza storica, l’esperienza degli arrangiamenti alla RCA e le logiche degli scacchi.
Specialmente nelle prime due ore è una meraviglia, visto che era così timido e mai rilassato quando parlava di sé, sentirlo raccontare le complesse (per noi) costruzioni musicali che a lui sembravano banalità. E vederlo scrivere musica ininterrottamente. Così capiamo come fosse riuscito a produrre così tanto in tempi brevissimi.
Tornatore, e di questo non possiamo che essergliene grati, riesce a farlo parlare, a rivelare un artista per quello che effettivamente era. E, dal momento che la lavorazione del documentario è durata anni, riesce anche a inserire nel suo film interviste a protagonista della scena italiana scomparsi in questi anni, Bernardo Bertolucci, Alessandro Alessandroni, Vittorio Taviani.
Ovvio che avremmo voluto sentirlo parlare anche di composizioni per film ritenuti minori, e temo che ogni singola colonna sonora potrebbe sviluppare discorsi interminabili, ma già metterlo in relazione a Leone, Pasolini, Bertolucci, Argento, Cavani, Montaldo, Tarantino, Sollima è un regalo inaspettato da parte di Tornatore, che, in maniera intelligente, si è ritagliato il giusto spazio, cioè quello che effettivamente merita, nella sterminata opus morriconiana.