CIAK, MI GIRA – COME È GIUSTO CHE SIA, ANCHE IL 1° MAGGIO, FESTA DEI LAVORATORI, PREMIA IN ITALIA E IN TUTTO IL MONDO, UN VERO LAVORATORE COME L’IDRAULICO SUPER MARIO. DA NOI DOMINA SIA LA GIORNATA DI IERI CHE IL WEEKEND, ALLA FACCIA DI QUELLO SFATICATO DI SUPER NANNI, UN FILM OGNI CINQUE ANNI – AL SECONDO POSTO IL SOL DELL’AVVENIRE” DI MORETTI, AL TERZO “LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE” – VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Buon 1° maggio a tutti. Come è giusto che sia, anche il 1° maggio, festa dei lavoratori, premia in Italia e in tutto il mondo, un vero lavoratore come l’idraulico Super Mario. Da noi domina sia la giornata di ieri con 576 mila euro (e 164 spettatori a sala) che il weekend, alla faccia di quello sfaticato di Super Nanni, un film ogni cinque anni, con 1 milione 115 euro, 151 mila spettatori e un totale di 18 milioni 137 mila euro.
Ma in tutto il mondo segna 1 miliardo e 22 milioni di dollari. Wow! E non sembra fermarsi. In America è primo con 40 milioni di dollari nel weekend. In Giappone, dove è uscito questa settimana con la voce del popolare Mamoru Miyano, ha incassato 14 milioni di dollari in cinque giorni.
In Corea del Sud 5,7 milioni di dollari. Soltanto in Cina, dove ha stravinto il Top Gun cinese, “Born to Fly” di Liu Xiaoshi con 40 milioni di dollari, non ha funzionato.
“Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, alla sua seconda settimana, incassa ieri 352 mila euro (e 92 spettatori a sala) e nel weekend 785 mila euro con 112 mila spettatori in 531 sale (tante, vero?) per un totale di 2 milioni 394 mila euro. Non possiamo che esserne contenti, anche se è l’unico film italiano tra i primi dieci incassi e, praticamente, l’unico film italiano che si possa vedere in sala. Nemmeno un film comico, una commedia, nulla.
Al terzo posto nella nostra classifica troviamo “La casa – Il risveglio del male” di Lee Cronin con 613 mila euro, 78 mila spettatori in 366 sale, un totale di 2 milioni 135 mila euro. Poco meno del film di Moretti. In America “La casa” è secondo questo weekend con 12 milioni di dollari, un totale di 44 milioni e un globale di 62 milioni. “Suzume” di Makoto Shinkai, potente anime giapponese, che ha già incassato in tutto il mondo 164 milioni di dollari, nel suo primo weekend italiano è quarto con 360 mila euro, 48 mila spettatori in 263 sale.
Lo segue, al quinto posto, il fantascientifico “65: Fuga dalla terra” con Adam Driver con 338 mila euro. Sesto posto per “L’esorcista del Papa” di Julius Avery con Russell Crowe esorcista sovrappeso in lambretta con 259 mila euro e un totale di 2 milioni 357 mila euro. Più di Nanni in monopattino per Piazza Mazzini.
Settimo posto per il cartone animato “Mavka e la foresta incantata” con 252 mila euro, ottavo per la commedia francese di François Ozon “Mon crime – La colpevole sono io” con Isabelle Huppert e Fabrice Luchini, 248 mila euro, presente in 232 sale.
Al nono posto con 236 mila euro e un totale di 3,1 milioni di euro, rimane l’ottima commedia sul sogno americano “Air” di Ben Affleck con Matt Damon e lo stesso Ben Affleck che convincono la mamma di Michael Jordan, una strepitosa Viola Davis, a accettare l’offerta della Nike di una linea di scarpe sportive col nome del figlio. Un affaruccio miliardario che porterà le Air Jordan a diventare delle scarpe popolari come la Coca Cola.
Il film, che ho visto ieri al Lux di Roma, è scritto benissimo. Anche chi non capisce niente di basket si diverte, perché è davvero circoscritto a come Sonny Nazzaro, cioè Matt Damon, riesce a convincere i Jordan a accettare l’offerta della Nike, all’epoca per nulla popolare come la Adidas o come la Converse. Viola Davis è così perfetta nel ruolo che le bastano pochi secondi di sguardi per farci esattamente capire quello che pensa. Il film è davvero notevole e ve lo consiglio.
Come vi consiglio, malgrado il non funzionamento in sala né qui né in America, il complesso “Beau ha paura” di Ari Aster con Joaquin Phoenix rovinato da un complesso materno grosso quanto un dinosauro. Questa settimana lo trovate al decimo posto con 199 mila euro. Lo trovate in ben 271 sale, e vi avverto che dura ben tre ore. Ha critiche anche tremende, ma io mi sono divertito perché mi sono esaltato quando dopo una lunga attesa compare la madre di Beau, interpretata da Patti LuPone, e ci rendiamo conto del rapporto che hanno mamma e figlio.
Vi ricordo anche, al 18° posto, l’ottimo “As bestas” di Rodrigo Sorogoyen con Marina Fois e il grosso e favoloso Denis Menochet, che trovate anche in “Beau ha paura” nel ruolo del reduce pazzo di guerra che insegue Beau.
Per il resto tutto procede bene. Le sale ieri, almeno quelle del Lux, mi sembravano strapiene come se il Covid fosse solo un brutto ricordo, a Cinecittà, in crisi per i milioni del Pnrr che arriveranno o non arriveranno, chissà?, Luca Guadagnino ha cominciato a girare con Daniel Craig “Queer” tratto dal romanzo di Burroughs e Edwige Fenech è tornata al cinema, anche se con un invadente Pupi Avati che non le ha fatto aprir bocca ieri da Fazio (ma hai Edwige che torna al cinema dopo tanti anni, ma come fai a non rendertene conto?).
Probabilmente vedremo “Io, capitano” di Matteo Garrone a Venezia assieme a “Challengers” di Guadagnino con Zendaya. E intanto i vecchi spettatori piangono calde lacrime e ridono anche se non c’è molto da ridere per “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, mentre solo io e il mio vecchio amico Carlo Freccero notiamo quanto ci manchino le bandiere rosse di Bernardo Bertolucci. E quanto ci manchi il cinema di Bernardo o forse solo il cinema.