CIAK, MI GIRA! - OVVIAMENTE “ETERNALS” VINCE IL BOX OFFICE DELLA SETTIMANA PRATICAMENTE IN TUTTO IL MONDO, CINA ANCORA ESCLUSA, ARRIVANDO A UN TOTALE DI 281 MILIONI DI DOLLARI. IN ITALIA È PRIMO CON 1,7 MILIONI DI EURO PER UN TOTALE DI 6,4. LO SEGUONO “ZLATAN” E “THE FRENCH DISPATCH” - MI SONO MESSO A RISTUDIARE I FILM DI ANTONIO CAPUANO DOPO AVER RIVISTO AL CINEMA TROISI “POLVERE DI NAPOLI”. SPERO CHE LA SUA RISCOPERTA FUNZIONI PER CAPIRE MEGLIO LA SCENA CINEMATOGRAFICA NAPOLETANA DAGLI ANNI’80 A OGGI, CHE È DIVENTATA IN PRATICA LA SCENA ITALIANA... - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Ovviamente “Eternals” di Chloe Zhao vince il box office della settimana non solo in Italia, ma praticamente in tutto il mondo, Cina ancora esclusa, arrivando a un totale di 281 milioni di dollari e un 13° posto tra i film del 2021.
In America è primo con 27 milioni di dollari nella sua seconda settimana, per un toale americano di 118. Secondo il film con il cagnone gigante “Clifford the Big Red Dog” con 16 milioni di dollari, terzo “Dune” di Denis Villeneuve con 5,5 milioni di dollari per un totale di 93 milioni americani che diventano 351 globali.
Anche in questo caso manca ancora la Cina. Interessante il caso di “Belfast”, il film autobiografico di Kenneth Branagh, pronto per la corsa all’Oscar, ottavo con 1,8 milioni con uscita limitata, cioè in poche sale. In Italia “Eternals” è ovviamente primo nel week end con 1,7 milioni di euro per un totale di 6,4 milioni.
Lo seguono “Zlatan”, secondo con 918 mila euro, e “The French Dispatch”, terzo con 719 mila euro. Quarto “Per tutta la vita” con 439 mila euro, quinto “Io sono Babbo Natale” con la coppia Giallini-Proietti con 358 mila e un totale di 1,1.
“Freaks Out” di Gabriele Mainetti è scivolato al sesto posto con 358 mila euro e un totale di 2,1, che non sarebbe poco, ma diventa un disastro per un film così costoso, 14 milioni di euro.
Ma i conti si faranno con le vendite all’estero e lo streaming. Nota curiosa che in tutto il mondo trionfa “Eternals”, tranne in Cina, dove devono ancora smaltire “No Time To Die”, e nei paesi arabi, Irag, Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Giordania dove è primissimo “Spencer” di Pablo Larrain con Kristen Stewart nei panni di Lady Diana, distribuito dalla Italia Film.
Ieri, mi sono messo, come si faceva una volta, quando c’era la critica cinematografica, a ristudiare i film di Antonio Capuano dopo aver rivisto al cinema Troisi “Polvere di Napoli”, presentato dallo stesso regista assieme al suo co-sceneggiatore di allora e allievo Paolo Sorrentino.
Ho rivisto anche su Amazon “Pianese Nunzio, 14 anni a maggio”, secondo film di Capuano, più importante di “Polvere di Napoli”, ma meno moderno e più pasoliniano. Tutto questo prima dell’uscita di “E’ stata la mano di Dio” di Sorrentino dove Capuano è salutato appunto come un vero grande maestro dal più giovane Sorrentino.
Al Cinema Troisi in questi giorni si vedranno anche “Pianese Nunzio” e il più raro “Luna Rossa”, ma andrebbero visti anche “Vito e gli altri” e “I Vesuviani”, film episodi diretto a più mani dagli allora nuovi registi napoletani. La riscoperta di Capuano, legata alla visione di “E’ stata la mano di Dio”, spero funzioni per capire meglio la scena cinematografica napoletana dagli anni’80 a oggi, che è diventata in pratica la scena italiana, visto il successo di “Gomorra”, film e serie, in questi ultimi anni, dei film di Martone e Sorrentino.
Ma Capuano è una sorta di outsider che rivela non poche sorprese. Come ha dimostrato sia “Polvere di Napoli” sia il suo ultimo film, “Il buco in testa”, passato del tutto inosservato nelle poche sale italiane che avevano riaperto. E non ha avuto nemmeno la vetrina veneziana.