IL CINEMA DEI GIUSTI – SONO ANDATO CON UNA CERTA CURIOSITÀ A VEDERE “ASTERIX E OBELIX – IL REGNO DI MEZZO”, PRESENTATO COME IL FILM CHE DEVE SALVARE A TUTTI I COSTI IL CINEMA FRANCESE – È SCOMBINATO, STIRACCHIATO E, SOPRATTUTTO, NON FA RIDERE. È PIÙ UNA CONTINUA PARODIA DEMENZIALE DI SAPORE TELEVISIVO CHE UN VERO E PROPRIO FILM – I GIORNALI DELLA SINISTRA RADICAL CHIC PARIGINA L'HANNO MASSACRATO. I VERI FRANCESI LO ADORANO. LEGGO. MA TRA I SOCIAL QUALCUNO STORPIA IL TITOLO IN “L’EMPIRE DU MERDIER”... – VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Presentato come il film che deve salvare a tutti i costi il cinema francese, salutato come un trionfo dopo solo due giorni di proiezione (e un’anteprima) dichiarando che con 3 milioni e mezzo di euro di incasso e 466 mila spettatori è il massico esordio di un film francese in 15 anni, sono andato con una certa curiosità a vedere “Asterix e Obelix – Il regno di mezzo”.
Quarta avventure del duo di galli ideati da Uderzo e Goscinny, campioni del fumetto francese, il film è diretto dal sofisticato Guillaume Canet, giovane star del cinema francese, e interpretato, al posto del magico duo Christian Clavier e Gerard Depardieu, che sono un po’ come i nostri Terence Hill e Bud Spencer oltre le Alpi, dallo stesso Canet nascosto sotto i baffi di Asterix e Gilles Lellouche come Obelix.
Aiutati però da due presenze forti come Vincent Cassel come Giulio Cesare e Marion Cotillard come insopportabile Cleopatra, e da star francesi del momento, Jonathan Cohen, Ramzy Bedia o McFly e Carlito che fanno un’apparizione di pochi secondi, per non parlare di Zlatan Ibrahimovic.
I giornali e i social francesi, ovviamente, sono già divisi. Peggio che sul duo Donzelli-Delmastro, che vedrei assai bene nel film. Le Monde scrive che “Sotto i baffoni di Astérix, Guillaume Canet ha un’espressione disillusa, che fa pena a vedersi. Dopo due ore passate a veder volare i romani, gli assomigliamo un po”. Per “Liberation” il film è “una guida a tutto quello che si deve fare”, la sceneggiatura è “pieno fino a traboccare di idee che cadono nel vuoto, e il marmitta della pozione magica si rivela molto fredda”. Anche Les Inrock lo massacra. Ma sono i giornali bobo, quelli della sinistra radical chic parigina.
I veri francesi lo adorano. Leggo. Ma i fascistoni che esaltano il film vandeaiano “Vaincre ou mourir” di ultradestra lo vedono come un film piccolo borghese dei ricchi parigini. E tra i social qualcuno storpia il titolo in L’Empire du Merdier al posto di L’empire Du Milieu. Altri trovano che è pieno di trovate razziste, il cinese che si chiama Tofu, e antifemministe.
La Pathé, società produttrice del film, assieme a TF1 e altri mille soci, giurano che il film arriverà ai 6 milioni di euro e salverà le finanze del cinema francese. Chissà… Non credo che ieri, a Roma, ma si sa, sono romani, il film sia stato molto apprezzato. Al cinema Lux di Via Massaciuccoli, dove sono corso dopo aver visto “Assassin Club”, allo spettacolo delle 18 eravamo in cinque. Mi hanno fatto lo sconto anziani. 5 euro.
Oltre a me, una famigliola con un padre che ogni tanto sbottava contro “sta cazzata” di film. Magari i romani non fanno una bella figura, magari non è che in Italia, per non dire a Roma, abbiamo mai tanto amato i due galli, anche se riconosco Clavier e Depardieu facevano ridere solo a vederli.
Il fatto è che il film, più una continua parodia demenziale di sapore televisivo che un vero e proprio film è scombinato, stiracchiato e, soprattutto, non fa ridere. Canet non è un regista da commedia come lo era Claude Zidi e non è comico come Clavier, è solo Canet coi baffi rossi, Lellouche somiglia a Depardieu che fa Obelix non a Obelix. E il film, ahimé, non fa ridere. Si sveglia un po’ quando arriva Marion Cotillard che fa un po’ di numeri da star, ma tutta la parte cinese col perfido francese traditore Piccinin è di una noia abissale. In sala.