IL CINEMA DEI GIUSTI – IL VERO PROTAGONISTA IN “I GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 3”, ULTIMO TITOLO DELLA SAGA, È ROCKET. NON È SOLO UN PROCIONE, CI PIACE PERCHÉ OLTRE A ESSERE INTELLIGENTE, SPIRITOSO, QUI È ANCHE ROMANTICO – SIAMO MOLTO PIÙ INTERESSATI ALLA SUA STORIA (È RAPITO DA UNO SCIENZIATO PAZZO PER FARNE UNA RAZZA PERFETTA), PIUTTOSTO CHE ALLE VICENDE DEL PROTAGONISTA UMANO, IL PETER QUILL DI CHRIS PRATT… – VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
“Non sono proprio un procione”. E’ vero che Rocket, il vero protagonista di questo “I guardiani della galassia vol. 3”, ultimo titolo della saga, ancora scritto e diretto da James Gunn, non è solo un procione, ma ci piace perché oltre a essere intelligente, spiritoso, qui anche romantico è un procione pieno di baffi e di peli.
Guardate come siamo molto più interessati alla sua storia, rapito un tempo con altri animaletti da uno scienziato pazzo per farne una razza perfetta, e ora in pericolo di vita se i suoi amici guardiani non trovano la password per poterlo operare d’urgenza, piuttosto che alla storia del protagonista umano, il Peter Quill di Chris Pratt. Adoriamo Rocket e la sua grinta che traspare dai baffi e dagli occhietti tra i peli fin dal suo primo film. E ora scopriamo anche una storia d’amore con la deliziosa Lylla Otter, doppiata in originale da Linda Cardellini. Sono il cuore del film.
Forse solo la Gamora verde di Zoe Saldana, che ha perso gran parte della memoria recente e non ricorda più la sua storia d’amore con Peter Quill, e si accompagna alla banda dei pirati dello spazio comandata da Sylvester Stallone, può stargli a fianco. Ma solo perché è l’eroina di “Avatar” e il pubblico dei millenials la adora da sempre, funziona anche qui.
Ma Rocket è Rocket. Spadroneggia fin dalla prima scena del film, sotto attacco non capiamo perché del buffo personaggio da supereroe dorato di Will Poulter, e da quando lo vediamo in pericolo di vita e partono i lunghi flashback che lo vedono chiuso in prigione dal cattivo Chukwudi Iwuji per farne animale da esperimento, non possiamo non avere che occhi per lui.
Anche perché nei flashback parte la sua storia d’amore per Lylla Otter. E come i ragazzini, si palpita per la loro. Magari è il film meno esplosivo e divertente della saga, non tutte le battute funzionano, e i personaggi li conosciamo tutti o quasi, ma è l’unico dove Rocket il procione abbia lo spazio che si merita.
E anche se il film ha momenti violenti e decisamente pesanti e poco da bambini, con mostri orrendi che si alternano a altri anche divertenti, come War Pig, che vengono decapitati e fanno una brutta fine, e sono troppe le situazioni da western con gli eroi indomiti che accompagnati da un vecchio pezzo rock marciano assieme verso lo scontro a ralenti, alla fine i 150 minuti del film ce li beviamo tutti perché sono pura exploitation.
E ci piace Rocket, ci piace il Drax ignorantone ma di buon cuore di Dave Bautista, questo è il ruolo che lo ha lanciato, ci piace da pazzi la Gamora di Zoe Saldana, ma anche Groot, Nebula, Mantis, per non parlare della Rocket Dog russa di Maria Bakalova e perfino dei baby procioni che vediamo sul finale.
Non capisco perché mi debba sentire obbligato a settant’anni a piangere sulle bandiere rosse di Super Nanni o a trenta sulla musichetta di Super Mario e non mi possa commuovere a qualsiasi età con le avventure di Rocket nello spazio. Magari piango perché non ho più né le bandiere rosse da musical di Novecento di Bertolucci o la fantascienza poetica di Byron Haskin.
Ma come uno spettatore costruito in laboratorio dal cinema, in gran parte americano, so che io, come il grande pubblico, funziono per elementi semplici. Il primo piano di Rocket, la bellissima Zoe Saldana che già ci turba non poco in Avatar, le battute di Drax il Distruttore.
So perfettamente che James Gunn non è George Lucas, e che i Guardiani della Galassia non è Star Wars, inoltre Chris Pratt non funziona benissimo e infatti non fa molto in questo episodio, ma il cuore della saga è semplice e diretto quanto basta per farmi credere che sto guardando un vecchio film della mia eterna infanzia. E non mi toccate Rocket. In sala.