IL CINEMA DEI GIUSTI - NON È IL MASSIMO DELL’ALLEGRIA QUESTO “TUTTO IN UN GIORNO”, BUONA OPERA PRIMA DI JUAN DIEGO BOTTO, INTERPRETATO DA UNA SEMPRE PERFETTA PENELOPE CRUZ, DALL’OTTIMO LUIS TOSAR, UNA SPECIE DI ELIO SPAGNOLO CON SOPRACCIGLIA ENORMI. IL FILM E’ UNA SORTA DI SOCIAL THRILLER COSTRUITO SU UNA SERIE DI VERE E DOCUMENTATE STORIE DI DISASTRI SOCIALI CAUSATI DALLE BANCHE E DAGLI ERRORI DEL GOVERNO SPAGNOLO – LA SCENA MADRE DI PENELOPE – VIDEO
-Marco Giusti per Dagospia
Che cos’è questa crisi? Diciamo che non è il massimo dell’allegria questo “Tutto in un giorno”, buona opera prima di Juan Diego Botto, attore argentino trapiantato in Spagna con successo, interpretato da una sempre perfetta Penelope Cruz, dall’ottimo Luis Tosar, già in luce nel violento “Cell 211”, una specie di Elio spagnolo con sopracciglia enormi, Christian Ceca e dallo stesso barbuto regista come marito della Cruz. Il titolo, che traduce quello originale “En los margenes”, è una sorta di social thriller costruito su una serie di vere e documentate storie di disastri sociali causati dalle banche e dagli errori del governo spagnolo.
Disastri che hanno portato a mutui elargiti con troppa facilità e a una politica di violenti sfratti polizieschi che hanno messo per strada parecchie famiglie. Tutto è visto in un arco di 24 ore seguendo le storie più o meno parallele e comunicanti di una donna, Azucena, interpretata da Penelope Cruz, che cerca appunto di salvare casa sua da uno sfratto imminente, di un’altra più anziana, interpretata da Adelfa Calvo che cerca di parlare col figlio, che l’ha ridotta sul lastrico con investimenti sbagliati e non osa risponderle, e di una profuga, che non sa che la figlia è stata portata via dalla polizia per darla forse in affidamento.
Fa un po’ da collante tra le varie situazioni, spostandosi in una Madrid alquanto trafficata dove colleziona multe su multe, un assistente sociale di buon cuore ma di scarsi risultati, il Rafael di Luis Tosar, che si affanna per salvare la vita delle famiglie in difficoltà cercando di non distruggere la propria, una moglie che deve fare l’amniocentesi e lo aspetta all’ospedale, un figliastro che doveva accompagnare a scuola e invece passerà la giornata con lui perché è arrivato tardi. Sappiamo che non tutto, alla fine delle 24 ore, troverà una giusta soluzione per non dire un lieto fine. Ma almeno qualcosa riuscirà a fare, a rischio di essere sbattuto fuori casa, il nostro assistente sociale. Il film è ben costruito e ben tenuto, grazie agli attori e alla sceneggiatura, e Penelope Cruz ha una strepitosa scena madre modello Magnani con lo stesso regista in versione attore. In sala. Ieri all’Eden di Roma c’era parecchia gente.