IL CINEMA DEI GIUSTI - E’ GIÀ PARTITO IL TOTOSCOMMESSE SUL “VACANZE DI NATALE DAY” VOLUTO DA AURELIO DE LAURENTIIS OGGI, PER IL QUARANTENNALE DEL FILM - UNA MAREA DI SALE ITALIANE SONO STATE INVASE. SOLO A ROMA SONO 18 SALE, CON PUNTE CLAMOROSE DI PROIEZIONI NELLE MULTISALE DEI CENTRI COMMERCIALI STRAPIENI - ALL’ADRIANO ERA GIÀ SOLD OUT IERI SERA. A MILANO È LA STESSA COSA. PAOLINO RUFFINI, UNO DEI POCHI AMICI CHE NON SBAGLIA MAI SUGLI INCASSI, SCOMMETTE SU UN INCASSO TRA GLI 800 MILA EURO E IL MILIONE… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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E’ già partito il totoscommesse sul “Vacanze di Natale Day” voluto da Aurelio De Laurentiis oggi, 30 dicembre per il quarantennale del film. Una marea di sale italiane invase da “Vacanze di Natale” diretto da Carlo Vanzina, scritto da Enrico Vanzina con Jerry Calà, Christian De Sica, Claudio Amendola, Guido Nicheli, Mario Brega, Rossana Di Lorenzo, Stefania Sandrelli. Solo a Roma sono 18 sale, sparse in tutta la città, con punte clamorose di proiezioni nelle multisale dei centri commerciali oggi strapieni. All’Adriano per molte proiezioni era già sold out ieri sera. A Milano è la stessa cosa.

 

Paolino Ruffini, uno dei pochi amici che non sbaglia mai sugli incassi, scommette su un incasso tra gli 800 mila euro e il milione. Il mio amico Ciro Ippolito, che al cinema ci va tutti i giorni, pensa a 100-200 mila euro. Non ci crede. Per i settantenni, quelli che hanno la memoria di quando il film uscì e di come venne recepito, che lo vedevano come un reboot di “Vacanze d’inverno” di Camillo Mastrocinque, il culto e lo straculto del film non esiste. O non lo capiscono. Macché Cortina, è un film sui pariolini di Piazza Euclide, ho sentito dire.

 

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Io stesso scrissi allora sul mitico Patalogo Cinema, pur salutandolo come il miglior film dei Vanzina, “campioni del perbenismo corrente nella nostra commedia, dei bravi ragazzi senza ideologie, sfornano film divertenti e di semplice digestione, che aggiornano la vecchia commedia all’italiana di papà senza copiarla troppo”, lo vedevo soprattutto come una versione alpina e modernizzata di “Sapore di mare”, ambientato negli anni ’60, intuendone solo nella battuta “frocio… insomma diverso” una vera evoluzione del genere e qualcosa di innovativo.

 

MARCO GIUSTI E PAOLO RUFFINI

Ovvio che coi cinema ancora caldi delle ultime commedie scorreggione di Alvaro o delle avventure di Tomas&Bombolo, col porno ancora vitale, con Enzo Tortora appena arrestato, Bettino Craxi per la prima volta presidente del consiglio, con le pazze idee della critica militante, trovassi perbenista la commedia vanzianiana che si sviluppava al ritmo di “Moonlight Shadow” di Mike Oldfield. Non intuendone fino in fondo i possibili sviluppi.

 

Li capirono i ragazzi delle più giovani generazioni, del tutti trasversali, dai giovani giornalisti fighetti amati dai direttori di “Espresso” e “Panorama” ai figli dei dentisti e dei commercialisti non aggiungendo nessuna ideologia nella lettura dei macellai arricchiti alla Brega che vanno a Ovindoli con la moglie buzzicona, Rossana Di Lorenzo, sorella di Maurizio Arena, un mito, o nel riccone alla Dogui con bella moglie che si vanta con l’ormai celebre “Ah! Ah! Ivana, fai ballare l’occhio sul tic: Milano, via della Spiga – Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore 54 minuti 27 secondi! Alboreto is nothing!”.

carlo enrico vanzina

 

E il mito, il culto, nacque fuori dalla lettura storica di chi si ricordava del vecchio film di Mastrocinque, regista sofisticato e intellettuale, perché la diffusione del film avvenne una decina d’anni dopo con le visioni casalinghe in vhs. Ricordo una proiezione di vent’anni fa nella saletta dell’Anica a Roma, di solito adibita alle proiezioni per critici assonnati della (vecchia) carta stampata di rara noia, col pubblico in estasi assieme a Enrico Vanzina e a qualche attore del film pronto al karaoke collettivo delle battute e delle canzoni.

 

luca guadagnino intervistato da marco giusti

Un pubblico di venti-trenta anni meno di me che non aveva proprio nulla del cinefilo anni 70 con la puzza sotto il naso. Erano ragazzini degli anni 80, come Luca Guadagnino che lo aveva visto a 12 anni, ormai trenta-quarentenni, professionisti “perbene” romani in giacca e cravatta cresciuti a vhs e a partite della Roma (o della Lazio), con mogli e fidanzate, uniti nel ricordo delle battute di Christian e di Calà che conoscevano a memoria. Il cinema non c’entrava praticamente niente. Per questo è possibile che oggi in sala “Vacanze di Natale” faccia davvero il botto.

ALBERTO SORDI - VACANZE D'INVERNO
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