TRAVAGLIO CERCA DI INTORTARCI DICENDO CHE I 2,5 MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTO GARANTITO DALLO STATO CHE HA APPENA RICEVUTO IL SUO GIORNALE NON HANNO NIENTE A CHE VEDERE CON I DECRETI DEL SUO AMATO CONTE, PERCHÉ SI BASANO SU UNA LEGGE DEL 1996. MA CERTO! PECCATO CHE QUELLA LEGGE VENGA MODIFICATA DAL DL ''CURA ITALIA'', IN MODO DA IMPORRE AL MEDIOCREDITO CENTRALE (100% STATALE) DI GARANTIRE I PRESTITI FINO AL 90% E CON PROCEDURA GRATUITA E SEMPLIFICATA RISPETTO ALLA NORMA. INSOMMA, SE ''IL FATTO'' NON DOVESSE RIPAGARE IL FIDO, PAGANO I CONTRIBUENTI ITALIANI. COSÌ È PIÙ CHIARO?
DAGONEWS
Dopo la nota dell'ad e presidente della Società Editoriale Fatto Quotidiano, Cinzia Monteverdi, che smentiva di aver ricevuto un prestito garantito dallo stato per poi confermare di aver ricevuto un prestito garantito dallo Stato, solo che da un ente diverso, oggi tocca all'editoriale di Travaglio:
"...Un prestito puramente precauzionale per investimenti in immobilizzazioni, cui speriamo di non dover mai attingere, visto che le nostre vendite sono in aumento. Un prestito che la legge 662 del ’96 (24 anni fa, 13 anni prima che nascessimo) ha stabilito fosse garantito dal Medio Credito Centrale, se destinato a investimenti.
Intanto, sul web, altri noti peracottari come Nicola Porro, Littorio Feltri, Giuseppe Sottile e la fidanzata di un nostro ex passato a De Benedetti, nonché Lucia Annunziata su Rai3, il Giornale e il solito Dagospia, ripetevano la fake news confondendo una legge del ’96 col recente dl Liquidità e un normale finanziamento bancario (ricevuto in 24 anni da chissà quante centinaia di migliaia di aziende) con un aiuto di Stato, anzi del governo Conte: chi sproloquiando contro le nostre campagne su Radio Radicale (che non chiede prestiti alle banche: vive di soldi pubblici), chi azzardando paragoni con Fca (che, diversamente da noi, ha sede all’estero ma prende prestiti garantiti dallo Stato italiano, essa sì per il decreto Conte, dopo aver poppato fiumi di miliardi dalla pubblica mammella).
Così la panzana ha fatto il giro delle fogne del web e l’unico quotidiano che non ha mai preso un euro dallo Stato è diventato un giornale finanziato dallo Stato. Anzi da Conte. Con questi signori ci vedremo in tribunale. Ma è stupefacente come neppure le precisazioni della nostra Ad Cinzia Monteverdi abbiano sortito rettifiche. Buon segno, comunque: i nostri record di crescita devono avere provocato coliche renali a parecchia gente...”
DAGO-RISPOSTA - Visto che Travaglio ci cita, non possiamo che fare Tarzan. Sia il direttore che la sua amministratrice Cinzia Monteverdi cercano di convincere i lettori che il fondo da loro utilizzato per garantire il prestito da 2,5 milioni ricevuto dal ''Fatto Quotidiano'' nulla ha a che vedere con le misure emergenziali anti-pandemia varate dal governo Conte, considerato molto vicino a Travaglio, essendo basato su una legge (la 662 del 1996) di 24 anni fa.
Ecco, questo è un falso, ma così falso che siamo sinceramente stupiti di leggerlo. Il finanziamento che hanno ricevuto, e soprattutto le condizioni a cui è stato erogato, sono legati proprio alle misure varate da Conte e i suoi ministri. Il Dl Cura Italia infatti prende questa famigerata legge del 1996 e la rivolta come un pedalino, ordinando al Mediocredito Centrale (che è al 100% statale) di garantire i fidi bancari a condizioni molto, molto agevolate.
Senza andare a spulciarsi tutto il decretone, che trovate qui e che parla delle modifiche alla legge del 1996 agli articoli 49 e 49-bis, potete leggere la più chiara circolare del Mediocredito Centrale (l'ente che ha garantito il prestito ricevuto dal ''Fatto'', controllato interamente da Invitalia, che a sua volta è al 100% del Ministero del Tesoro) e che rivoluziona il sistema disciplinato dalla legge del 1996.
La circolare spiega che la garanzia è concessa a titolo gratuito, aumenta la soglia massima da 2,5 milioni di euro – la somma chiesta dal ''Fatto'' – a 5 milioni e snellisce le procedure altrimenti onerose e farraginose del già esistente fondo per le piccole e medie imprese.
È chiaro che il prestito non è lo stesso di quello FCA, e noi non l'abbiamo mai scritto. È stata proprio la società editoriale del ''Fatto'' a sbagliare il suo comunicato, parlando della Cdp come ente garante del finanziamento, prima di correggersi ed emettere un secondo comunicato.
Nel caso dei 6,3 miliardi garantiti a FCA Italy, la base legislativa è il Decreto liquidità, l'ente garante è la SACE (controllata da Cdp) ed è riservato a grandi aziende. Ma la ratio è identica: finanziamenti agevolati e garantiti dallo Stato per fronteggiare l'emergenza Covid, resi possibili dal governo Conte e a condizioni e per somme che prima non esistevano. Grazie a questo intervento pubblico, le banche (come Unicredit che ha dato i soldi al ''Fatto'') possono chiedere tassi molto più bassi di quelli del mercato, perché sanno che se le aziende vanno a gambe all'aria, ci penserà lo stato italiano, e dunque i contribuenti, a rimborsarle.
Aggiungiamo noi, nel caso del ''Fatto Quotidiano'', con una procedura che investe anche il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Tesoro, che devono dare l'ok ai fidi.
La norma originaria garantiva fino all 80% garantiti dallo Stato, mentre la nuova, quella di cui ha usufruito la società editrice, derivante dal ''Cura Italia'', prevede il 90% garantito dallo Stato e un iter procedurale semplificato.
Dunque l'intervento del governo c'è, e con un certo grado di discrezionalità, esattamente come per molte altre imprese. Ma non ci venissero a raccontare che il finanziamento annunciato maldestramente la settimana scorsa non ha niente a che vedere con l'attuale governo o con le misure per contrastare la crisi economica scatenata dalla pandemia.