COMICI DI LORO STESSI - ALDO GRASSO: “NON SONO SICURO CHE LA STAND-UP COMEDY NON SOFFRA DEI MALI DELL'IMPORTAZIONE: FORSE CI VORRÀ ANCORA QUALCHE ANNO PERCHÉ UN GENERE COSÌ TIPICAMENTE AMERICANO RIESCA A INNESTARSI SULLA TRADIZIONE ITALIANA, PORTATA A UN ALTRO TIPO DI COMICITÀ (PIÙ DI PANCIA CHE DI TESTA). IL CASO DI MICHELA GIRAUD MI PARE ESEMPLARE: TUTTO IL MONOLOGO È INCENTRATO SU DI SÉ, UNA PERFETTA VISIONE OMBELICALE DEL MONDO. MA QUANTO PUÒ DURARE QUESTO PUNTO DI VISTA? FINO A CHE PUNTO LA PROPRIA VITA RIESCE A TRASFORMARSI IN REPERTORIO?”

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Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

aldo grasso

 

«La mia famiglia borghese mi ha insegnato, il decoro, il buon gusto, il senso di colpa, il timore di Dio, insomma mi ha insegnato a non essere felice»; «Mia madre mi controllava continuamente. Da adolescente, al mare, mi controllava al punto che mi sentivo sicura come una infrastruttura costruita dalla camorra»; «Mia sorella ha la sindrome di Asperger, soffre di ansia quando vede dei poveri e dei brutti, è una disabile di destra». Ho trascritto alcune battute dello spettacolo «Michela Giraud: La verità, lo giuro!».

 

MICHELA GIRAUD

Dopo Francesco De Carlo, Saverio Raimondo ed Edoardo Ferrario, Michela Giraud è la prima comedian a sbarcare su Netflix: una buona dose di autoironia («attrice non propriamente filiforme»), un indubbio talento comico e il coraggio di mettere in gioco anche la propria famiglia sono i tre sostegni che tengono in piedi uno spettacolo di un'ora e mezza.

 

Secondo i canoni del genere, Michela Giraud non si abbandona mai alla battuta facile e corriva, lotta invano contro l'insensatezza della rete (l'hanno attaccata per un tweet su Demi Lovato e lei ha cercato di difendersi), si mette a nudo scommettendo che le sue traversie interiori siano condivisibili da un sufficiente numero di persone.

 

la verita lo giuro michela giraud 5

Non sono così sicuro che la stand-up comedy non soffra dei mali dell'importazione: forse ci vorrà ancora qualche anno perché un genere così tipicamente americano riesca a innestarsi sulla tradizione italiana, portata a un altro tipo di comicità (più di pancia che di testa). Il caso di Michela Giraud mi pare esemplare: tutto il monologo è incentrato su di sé, una perfetta visione ombelicale del mondo. Ma quanto può durare questo punto di vista? Fino a che punto la propria vita privata riesce a trasformarsi in repertorio? Spero di essere presto smentito da una schiera di formidabili stand-up comedian.