CORTOCIRCUITO AL GRUPPO GEDI – “REPUBBLICA” DA’ AMPIO RISALTO AL RAPPORTO ANNUALE DI “REPORTER SENZA FRONTIERE” SECONDO CUI L’ITALIA PERDE POSIZIONI NELLA CLASSIFICA SULLA LIBERTA’ DI STAMPA (PESANO LA VENDITA DELL’AGI AGLI ANGELUCCI, LEGGE BAVAGLIO E DDL DIFFAMAZIONE) MENTRE “LA STAMPA”, A FIRMA MATTIA FELTRI, SBERTUCCIA IL REPORT: “È DECADENTE PRENDERE CERTE CLASSIFICHE E SENZA NEMMENO LEGGERLE FARNE TESTI SACRI. ANCHE PERCHE’ NEL 2018 LA CLASSIFICA AVREBBE DOVUTO PREMIARCI E INVECE…”
-1 - TESTI SACRI
Estratto dell’articolo di Mattia Feltri per “la Stampa”
Siccome sono un vecchio sospettoso, quando escono le classifiche – ieri quella sulla libertà di stampa – penso subito che ci sarà senz'altro qualcosa di strano. E infatti. Ricomincio: la classifica sulla libertà di stampa, redatta annualmente da Reporters sans frontières e diffusa ieri, vede l'Italia scendere di cinque posizioni, al quarantaseiesimo posto, addirittura in zona Polonia e Ungheria.
Fra le ragioni del declassamento, il decreto bavaglio, cosiddetto. Curioso, poiché il cosiddetto decreto bavaglio, secondo cui è vietato pubblicare per intero le ordinanze di custodia cautelare, e consentito soltanto in sintesi, è stato scritto su sollecitazione dell'Unione europea preoccupata dal sensazionalismo giudiziario, ossia dalla tendenza a dipingere da colpevole chi è soltanto indagato o imputato. […]
[…] La facoltà di pubblicare per intero le ordinanze di custodia cautelare era stata introdotta dal governo Gentiloni, dicembre 2017. Prima, eravamo come adesso (e la stagione di Mani pulite non mi sembra un caposaldo della mordacchia ai cronisti).
Dunque l'anno dopo, 2018, la classifica di Reporters sans frontières avrebbe dovuto premiarci per aver adottato una pietra angolare del libero giornalismo. Invece niente.
Neanche un cenno. Fai la legge e succede nulla. La cancelli e sprofondi nella decadenza. E forse è invece decadente prendere certe classifiche […] e senza nemmeno leggerle farne testi sacri.
2 - LIBERTÀ DI STAMPA, ALLARME ITALIA “CRESCE IL CONTROLLO DELLA POLITICA”
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
L’Italia perde cinque posizioni nella classifica mondiale sulla libertà di stampa del 2024 stilata da Reporters Sans Frontières, passando dal 41esimo al 46esimo posto, con una citazione per il caso della possibile vendita dell’agenzia di stampa Agi al gruppo Angelucci. Nel 2023 l’Italia aveva recuperato 17 posizioni rispetto al 2022, quando si era classificata al 58esimo posto. Ora, nel primo rapporto di Rsf da quando è al potere il governo Meloni, arriva la nuova retrocessione.
L’Italia cala anche nel punteggio generale (da 72,05 a 69,8): significa che il declassamento registrato dall’Ong con sede a Parigi non è dovuto solo al movimento degli altri paesi ma traduce un peggioramento dei vari indicatori nazionali. Sulla carta dell’Europa, pubblicata ieri da Rsf, l’Italia passa dal giallo, in cui sono i paesi con una situazione «piuttosto buona», all’arancione che segnala un contesto «problematico», […] raggiungendo nazioni come Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria.
Nel rapporto annuale si fa un accenno generale al tentativo in molti paesi di gruppi politici di «orchestrare l’acquisizione di ecosistemi mediatici, sia di media di proprietà statale che sono finiti sotto il loro controllo, sia di acquisizione di media privati da parte di imprenditori alleati». E come esempio viene proprio citata l’Italia. «Un parlamentare della maggioranza sta cercando di acquisire la seconda agenzia di stampa, l’Agi ». Un riferimento al senatore Antonio Angelucci. Il documento evidenzia altri segnali preoccupanti che vengono dall’attuale maggioranza come la legge bavaglio e il ddl sulla diffamazione.
[…] Rsf sottolinea come «un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno adempiendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico a notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate». Il documento allerta su «un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici». La classifica, spiega l’Ong, si basa su un’indagine quantitativa degli abusi commessi contro i giornalisti e su uno studio qualitativo attraverso un questionario di centinaia di esperti (giornalisti, ricercatori e professori universitari, rappresentanti di Ong per la difesa dei diritti umani).
[…] la Norvegia resta al primo posto della classifica — seguita da Danimarca e Svezia — con l’Eritrea scesa in ultima posizione al posto della Corea del Nord. Per l’organizzazione che controlla la salute della libertà di stampa nel mondo c’è stata nel 2023 «un’imitazione spettacolare dei metodi repressivi russi» in tutta l’Europa orientale e in Asia centrale. […] L’Europa è rimasta l’unica regione a includere ancora paesi classificati nella zona verde, con una situazione definita “buona” per la libertà di stampa, si tratta di Portogallo, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Finlandia.
Sul continente la situazione peggiore è in Grecia (88esima), dietro all’Ungheria e alla Polonia. Atene sconta l’incapacità di gestire lo scandalo relativo alle intercettazioni dei giornalisti da parte dei servizi segreti e l’omicidio del veterano di cronaca nera Giorgos Karaivaz nel 2021. […]Gli Stati Uniti perdono infatti ancora dieci posizioni (dal 45esimo al 55esimo posto) con il trumpismo che fomenta l’odio contro i media […]