A COSA SI DEVE LA FRETTOLOSA RETROMARCIA DI RICARDO FRANCO LEVI SU CARLO ROVELLI? – IL COMMISSARIO ITALIANO ALLA FIERA DI FRANCOFORTE HA PRIMA CHIESTO AL FISICO DI RINUNCIARE ALLA SUA PARTECIPAZIONE, POI SI È RIMANGIATO TUTTO: “SONO SUCCESSE DUE COSE. DA UN LATO È ARRIVATA LA CONFERMA CHE NON C’ERANO PRESSIONI GOVERNATIVE, E QUINDI CHE QUELLA POSIZIONE ERA SOLO MIA. DALL’ALTRO…”
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Estratto dell’articolo di Mario Baudino per “La Stampa”
«Rinnovo l’invito al professor Carlo Rovelli a partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Francoforte 2024, per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza».
Dopo la lunga giornata di polemiche e prese di posizione, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione editori, ma in questo caso in veste di commissario straordinario del governo per l’Italia paese ospite alla Fiera di Francoforte (del 2024), cancella in un breve comunicato la lettera con la quale chiedeva allo scienziato di rinunciare alla lectio magistralis durante la cerimonia di apertura della manifestazione, pensando evidentemente alle sue recenti, discusse prese di posizione soprattutto sull’Ucraina.
Cosa è cambiato in 24 ore?
«Due cose, direi: da un lato è arrivata da più parti la conferma che non c’erano pressioni governative al riguardo, e quindi che quella posizione era solo mia, e aveva come scopo la serenità della partecipazione italiana e dell’apertura davanti alle personalità presenti […] mi preoccupava il fatto che potesse rinfocolarsi davanti al mondo una polemica tutta italiana».
L’altro elemento è l’invito che le è stato rivolto dal comitato di presidenza dell’Aie.
«Gli editori, nella riunione che ho chiesto di ascoltare, hanno condiviso le ragioni di prudenza istituzionale, ma anche espresso il loro auspicio che si realizzassero le condizioni per confermare la presenza del professor Rovelli».
Si sente sconfitto?
«Sono in una situazione duplice, come presidente e come commissario, e ci possono essere momenti in cui i due ruoli confliggono. Ma so di averli rispettati entrambi. La linea resta quella della correttezza istituzionale. Ora aspettiamo la risposta di Carlo Rovelli […]».
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