DAGONEWS – LA TRATTATIVA PER “LA VERITÀ” È ALLE BATTUTE FINALI: IERI, IN UN ALBERGO ROMANO, C’È STATO UN INCONTRO TRA MAURIZIO BELPIETRO E ANTONIO ANGELUCCI. I DUE SONO VICINI A TROVARE UN ACCORDO SULLA CIFRA NECESSARIA A CHIUDERE L'OPERAZIONE. L’OFFERTA MESSA SUL PIATTO DEVE AVER AIUTATO BELPIETRO A METTERE DA PARTE LE VECCHIE RUGGINI, LEGATE AL SUO SILURAMENTO DALLA DIREZIONE DI “LIBERO”, ARRIVATO NEL 2016 DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO “I SEGRETI DI RENZI”
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DAGONEWS
Ieri, in un albergo romano, c’è stato un incontro tra Maurizio Belpietro e Antonio Angelucci. Sul tavolo, la vendita del quotidiano “La Verità” alla famiglia di imprenditori romani, già editori di “libero”, del “Tempo” e presto del “giornale”.
Dicono che i due si siano riavvicinati sulla cifra necessaria a chiudere l’operazione. L’importante offerta deve aver aiutato Belpietro a mettere da parte le vecchie ruggini, legate al suo siluramento dalla direzione di “Libero” nel 2016.
A causare la frattura tra il giornalista e il suo allora editore fu il libro “I segreti di Renzi”, che lui scrisse insieme a Giacomo Amadori e Francesco Borgonovo (vedi articolo di Formiche qui sotto).
ANGELUCCI, VERDINI E LA VERITÀ DI MAURIZIO BELPIETRO SU LIBERO QUOTIDIANO
Estratto dell’articolo di Andrea Picardi per www.formiche.net – articolo del 27/12/2016
“A Mauri’, ma a che gioco stai a giocà?”. Con queste parole – secondo quanto si legge a pagina 226 del libro “I segreti di Renzi” (edito da Sperling & Kupfer) scritto da Maurizio Belpietro insieme a Giacomo Amadori e Francesco Borgonovo – si rivolge Giampaolo Angelucci, editore del quotidiano Libero, all’ex direttore del quotidiano ora diretto da Vittorio Feltri.
E’ la mattina del 17 settembre del 2015 – racconta Belpietro nel libro – “quando sulla prima pagina di Libero compaiono le carte dell’indagine che riguarda il babbo di Renzi“. “A Mauri’, ma a che gioco stai a giocà?”, dice al telefono Angelucci a Belpietro.
[…] “Prima mi ordina di mettermi in ferie, poi mi invita a dimettermi dalla direzione di Libero”. Belpietro risponde picche ma il segnale nei suoi confronti – almeno così lui lo interpreta – è lanciato: “Il clima è di guerra aperta“.
C’è anche un altro personaggio che fa capolino nella sua ricostruzione: si tratta del leader di Ala Denis Verdini. Verdini – racconta il giornalista – è in ottimi rapporti con Antonio Angelucci con il quale condivide fin dal 2008 la militanza politica nelle fila del Popolo della Libertà […]
I rapporti tra loro – scrive Belpietro – sono così stretti da arrivarsi persino a ipotizzare nel marzo 2015 la nomina di Verdini a presidente della Editoriale Libero srl, la società che edita, appunto, il quotidiano. L’indicazione – si ricostruisce nel libro – sarebbe arrivata da Angelucci senior in persona, nel corso di una riunione nella sede del gruppo Tosinvest alla quale parteciparono anche il figlio Giampaolo, Belpietro e Verdini. Alla fine, però, del progetto non se ne fa niente.
Il 29 settembre dell’anno scorso Belpietro va a trovare Verdini: “Mentre si cerca di imbavagliare Libero, lo chiamo e fisso con lui un appuntamento. Non mi ci vuole molto a entrare in argomento, e la domanda è diretta: <<Che vuole da me il tuo amico?>>“, si legge. Sulle prime – prosegue il direttore de La Verità – il leader di Ala glissa, “ma alla fine si arriva al nocciolo“.
“Io l’ho detto a Tonino che ti deve parlare“. Belpietro afferma di aver sentito pronunciare queste parole direttamente da Verdini e poi aggiunge: “E di che cosa mi avrebbe dovuto parlare l’editore di Libero? Semplice, della complessa trattativa fra Palazzo Chigi e il gruppo Tosinvest, una trattativa che conducono in prima persona lo stesso Verdini e Luca Lotti“.
A che cosa si riferisce il giornalista? E’ lo stesso autore a raccontarlo qualche riga dopo, a pagina 228 del libro. Ad avviso di Belpietro la ragione sarebbe la seguente: “Non è la reazione dei contributi dell’editoria che vanno restituiti al governo, come ha scritto il Fatto Quotidiano. La posta in gioco sono le fatture della sanità, centinaia di milioni che l’editore rivendica e che la regione si rifiuta di pagare“.
Secondo la versione messa nero su bianco da Belpietro, dunque, ci sarebbe un collegamento tra le pressioni da lui subite e i crediti vantati da Tosinvest nei confronti della regione Lazio. Prosegue ancora Belpietro: “Tornando a Verdini, quella mattina di settembre cominciò a spiegarmi che in ballo c’erano molti quattrini, circa 800 milioni di arretrati, ma poi si poneva la complessa partita dei soldi futuri, ossia delle convenzioni tra Tosinvest ed enti locali“.
Il conduttore della trasmissione di Rete 4 Dalla vostra parte è convinto si sia trattato di un messaggio in piena regola, confermato – a suo dire – anche dall’atteggiamento generale della proprietà: “Se per caso non mi fosse stato già evidente quali fossero le priorità della famiglia Angelucci, dopo il colloquio con Verdini non ebbi più alcun dubbio. L’editore voleva un Libero silenziato, che fingesse di essere un po’ critico nei confronti del capo del governo, ma senza affondare i denti“. […]