I DAVID DEI GIUSTI - ECCOLE LE CINQUINE PER I DAVID DI DONATELLO DEL 2022. BEN 16 NOMINATION, UN’ESAGERAZIONE, PER "È STATA LA MANO DI DIO” DI PAOLO SORRENTINO E PER “FREAKS OUT” DI GABRIELE MAINETTI. CON RELATIVE DIFFERENZE, PERCHÉ IL PRIMO È STATO UN SUCCESSO, CANDIDATO PURE ALL’OSCAR, IL SECONDO NO. HA RICEVUTO PURE UN BEL PO’ DI CRITICHE NEGATIVE DAI GIORNALISTI AMERICANI - IN GENERALE DA QUESTE SCELTE ESCE IL DESIDERIO DI PREMIARE UN CINEMA CHE NON VUOLE DAVVERO RINNOVARSI E GUARDA MOLTO AL GLORIOSO PASSATO
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Marco Giusti per Dagospia
Eccole le cinquine per i David di Donatello del 2022. Anche se, diciamo, non è stato un anno particolarmente brillante per il nostro cinema e si producono una massa di film che erano inutili in tempi normali e figuriamoci quanto lo siano adesso, e infatti finiscono subito in salamoia dopo uscite disastrose, la situazione è questa.
Ben 16 nomination, un’esagerazione, per “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino e per “Freaks Out” di Gabriele Mainetti. Con relative differenze, perché il primo è stato un successo, candidato pure all’Oscar, il secondo no. Ha ricevuto pure un bel po’ di critiche negative dai giornalisti americani.
Era però, questo gli va riconosciuto, un film produttivamente coraggioso che cercava di riportare il pubblico al cinema con un grande spettacolo con effetti speciali e tema bizzarro.
14 nomination per “Qui rido io” di Mario Martone, biopic sulla vita di Edoardo Scarpetta con Toni Servillo primattore, molto piaciuto al pubblico italiano. 11 nomination per “Ariaferma” di Leonardo De Costanzo, prison movie con la coppia Silvio Orlando - Toni Servillo, relegato in una rassegna collaterale a Venezia ha preso le sue rivincite tra i favori del pubblico più colto e campione dell’”andava messo in concorso, lo avevo detto io”.
C’è sempre un film che andava messo in concorso e per questo alla fine funziona anche meglio fuori concorso. 11 nomination anche per il sofisticato, non sempre capito “Diabolik” dei Manetti bros, versione fedelissima del fumetto delle sorelle Giussani che cerca una strada personale di traduzione cinematografica il più possibile distante dal capolavoro di Mario Bava del 1966.
6 nomination per “A Chiara” di Jonas Carpignano, ultimo film di una trilogia importante e sentita dedicata ai drammi della Calabria di oggi, uno dei migliori film dell’anno, 6 per “I fratelli De Filippo” di Sergio Rubini, quasi un sequel di “Qui rido io”, molto ben scritto, diretto e interpretato, e 6 per “Ennio” di Giuseppe Tornatore, non il solito documentario dedicato al cinema, ma un lavoro profondo, appassionato, minuzioso sul grande compositore scomparso come mai si era visto nel nostro cinema.
Anche chi non ama eccessivamente il cinema di Tornatore riconoscerà a “Ennio” qualcosa di spettacolare che manca da sempre al nostro cinema, a cominciare dal rispetto per i nostri professionisti e il loro lavoro.
Seguono con tre nomination “America Latina” dei Fratelli D’Innocenzo e “L’arminuta”. Chiude drammaticamente il tutto con una sola nomination, per la sceneggiatura non originale “Tre piani” di Nanni Moretti, grande flop non tanto di pubblico, quanto di riuscita di uno dei nostri registi più amati del dopoguerra.
Le cinquine maggiori, miglior film e miglior regia, portano alla ribalta cinque titoli, “Ariaferma”, “E’ stata la mano di Dio”, “Ennio”, “Freaks Out” e “Qui rido io”. Non c’è traccia in queste categorie non tanto di “Tre piani”, davvero finito nell’inferno con un sola nomination accanto a quella per il trucco&parrucco di “7 donne e un mistero”, né del più bizzarro “Diabolik” dei Manetti, segnalato per le performance da protagonista di Miriam Leone e da non protagonista da Valerio Mastandrea col parrucchino, né del deludente per i fofianissimi Mereghetti&Morreale “America Latina” dei D’Innocenzo, che si dovrà accontentare della nomination per Elio Germano con la testa rasata, ma purtroppo neanche di film importanti che meritavano qualche considerazione in più.
Penso soprattutto a “A Chiara” di Jonas Carpignano, che brilla solo per la nomination alla protagonista, Swany Rotolo e alla sceneggiatura, a “Il buco in testa” di Antonio Capuano, che reputo tra i migliori film della stagione. Trionfa, e questo ci sta, il cinema napoletano, sorrentiniano, martoniano ma soprattutto servilliano, visto che “E’ stata la mano di Dio”, “Ariaferma”, “Qui rido io” e “I fratelli De Filippo” si prendono qualcosa come oltre 40 nomination.
E penso pure che Toni Servillo, che ha ricevuto solo una nomination per “Qui rido io” avrebbe potuto prenderne facilmente tre, mentre Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri e Cristina Dell’Anna dominano le cinquine delle donne.
Segno che il cinema napoletano, legandosi alla grande tradizione teatrale di Scarpetta e De Filippo, ma anche a quella calcistica di Maradona, col Napoli di De Laurentiis primo in classifica non aveva mai visto una ricchezza di talenti come oggi.
Molti dei film diretti da ragazze alla loro opera prima o seconda avrebbero potuto inserirsi, vedo che passa in cinquina solo la regista di “Piccolo corpo” Laura Somani. Avrebbero meritato di più.
Troppi maschi nelle cinquine. Lo dobbiamo dire. In generale quel che esce da queste scelte del cinema italiano, a parte l’entrata in scena clamorosa di “The Apartment” nel panorama produttivo nazionale (Sorrentino-D’Innocenzo) e la presenza di un oggetto diverso come "Ennio" di Tornatore, è il desiderio di premiare un cinema che non vuole davvero rinnovarsi e guarda molto al glorioso passato. E comunque la pensiate, Forza Napoli.
Miglior film
Ariaferma di Leonardo Di Costanzo
Ennio di Giuseppe Tornatore
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
Freaks Out di Gabriele Mainetti
Qui rido io di Mario Martone
Miglior regista
Leonardo Di Costanzo (Ariaferma)
Gabriele Mainetti (Freaks Out)
Mario Martone (Qui rido io)
Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)
Giuseppe Tornatore (Ennio)
Miglior attore protagonista
Elio Germano (America Latina)
Silvio Orlando (Ariaferma)
Franz Rogowski (Freaks Out)
Filippo Scotti (È stata la mano di Dio)
Toni Servillo (Qui rido io)
Miglior attrice protagonista
Aurora Giovinazzo (Freaks Out)
Miriam Leone (Diabolik)
Maria Nazionale (Qui rido io)
Rosa Palasciano (Giulia)
Swamy Rotolo (A Chiara)
Miglior attore non protagonista
Pietro Castellitto (Freaks Out)
Fabrizio Ferracane (Ariaferma)
Valerio Mastandrea (Diabolik)
Eduardo Scarpetta (Qui rido io)
Toni Servillo (È stata la mano di Dio)
Miglior attrice non protagonista
Susy Del Giudice (I fratelli De Filippo)
Cristiana Dell’Anna (Qui rido io)
Luisa Ranieri (È stata la mano di Dio)
Teresa Saponangelo (È stata la mano di Dio)
Vanessa Scalera (L’Arminuta)
Miglior sceneggiatura originale
A Chiara – Jonas Carpignano
Ariaferma – Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella
È stata la mano di Dio – Paolo Sorrentino
Freaks Out – Nicola Guaglianone, Gabriele Mainetti
Qui rido io – Mario Martone, Ippolita Di Majo
Miglior sceneggiatura non originale
L’Arminuta – Monica Zapelli, Donatella Di Pietrantonio
Diabolik – Manetti Bros., Michelangelo La Neve
Una femmina – Lirio Abate, Serena Brugnolo, Adriano Chiarelli, Francesco Costabile
La scuola cattolica – Massimo Gaudioso, Luca Infascelli, Stefano Mordini
La terra dei figli – Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini
Tre piani– Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella
Miglior esordio alla regia
Francesco Costabile (Una femmina)
Maura Delpero (Maternal)
Gianluca Jodice (Il cattivo poeta)
Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis (Re Granchio)
Laura Samani (Piccolo corpo)
Miglior produttore
A Chiara – Jon Coplon, Paolo Carpignano, Ryan Zacarias, Jonas Carpignano (StayBlack Productions); Rai Cinema
Ariaferma – Carlo Cresto-Dina (Tempesta); Michela PINI (AMKA); Rai Cinema
È stata la mano di Dio – Paolo Sorrentino, Lorenzo Mieli
Freaks Out – Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Mattia Guerra (Lucky Red); Gabriele Mainetti (Goon Films); Rai Cinema
Qui rido io – Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori (Indigo Film); Rai Cinema
Miglior fotografia
America Latina – Paolo Carnera
Ariaferma – Luca Bigazzi
È stata la mano di Dio – Daria D’Antonio
Freaks Out – Michele D’Attanasio
Qui rido io – Renato Berta
Miglior compositore
A Chiara – Dan Romer, Benh Zeitlin
America Latina – Verdena
Ariaferma – Pasquale Scialò
Diabolik – Pivio e Aldo De Scalzi
I fratelli De Filippo – Nicola Piovani
Freaks Out – Michele Braga, Gabriele Mainetti
Miglior canzone originale
Diabolik – La profondità degli abissi (Manuel Agnelli)
I fratelli De Filippo – Faccio ‘a polka (Nicola Piovani, Dodo Gagliardi)
L’Arminuta – Just You (Giuliano Taviani, Carmelo Travia)
Marilyn ha gli occhi neri – Nei tuoi occhi (Francesca Michielin)
Piccolo corpo – Piccolo corpo (Laura Samani)
Miglior scenografia
Ariaferma – Luca Servino
Diabolik – Noemi Marchica
È stata la mano di Dio – Carmine Guarino
Freaks Out – Massimiliano Sturiale
Qui rido io – Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno
Migliori costumi
Diabolik – Ginevra De Carolis
È stata la mano di Dio – Mariano Tufano
I fratelli De Filippo – Maurizio Millenotti
Freaks Out – Mary Montalto
Qui rido io – Ursula Patzak
Miglior trucco
Diabolik – Francesca Lodoli
È stata la mano di Dio – Vincenzo Mastrantonio
I fratelli De Filippo – Maurizio Nardi
Freaks Out – Diego Prestopino, Emanuele De Luca, Davide De Luca
Qui rido io – Alessandro D’Anna
Miglior acconciatura
A Chiara – Giuseppina Rotolo
Diabolik – Luca Pompozzi
I fratelli De Filippo – Francesco Pegoretti
Freaks Out – Marco Perna
7 donne e un mistero – Alberta Giuliani
Miglior montaggio
A Chiara – Affonso Gonçalves
Ariaferma – Carlotta Cristiani
È stata la mano di Dio – Cristiano Travaglioli
Ennio – Massimo Quaglia, Annalisa Schillaci
Qui rido io – Jacopo Quadri
Miglior suono
Ariaferma
È stata la mano di Dio
Ennio
Freaks Out
Qui rido io
Migliori effetti visivi
A Classic Horror Story
Diabolik
È stata la mano di Dio
Freaks Out
La terra dei figli
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Atlantide di Yuri Ancarani
Ennio di Giuseppe Tornatore
Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alba Rohrwacher
Marx può aspettare di Marco Bellocchio
Onde radicali di Gianfranco Pannone
Miglior film internazionale
Belfast di Kenneth Branagh
Don’t Look Up di Adam McKay
Drive My Car di Hamaguchi Ryusuke
Dune di Denis Villeneuve
Il potere del cane di Jane Campion
Miglior cortometraggio (già assegnato)
Maestrale – Nico Bonomolo
David Giovani
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto di Riccardo Milani
Diabolik dei Manetti Bros.
Ennio di Giuseppe Tornatore
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
Freaks Out di Gabriele Mainetti