I DAVID DEI GIUSTI - TRIONFANO NAPOLI E I NAPOLETANI, IN UNA SERATA INTERMINABILE DOVE NON SEMBRAVANO COSÌ BEN ABBINATI IL BIANCO DI DRUSILLA FOER E IL NERO DI CARLO CONTI. “THE APARTMENT” DI LORENZO MIELI, E NETFLIX, VINCONO MERITATAMENTE CON “È STATA LA MANO DI DIO” I PREMI MAGGIORI, MIGLIOR FILM E MIGLIOR REGIA, MA ANCHE MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA, TERESA SAPONANGELO E MIGLIOR FOTOGRAFIA.”- QUELLO CHE SEMBRAVA IL GRANDE RIVALE DI SORRENTINO, “QUI RIDO IO”, NE ESCE UN PO’ ACCIACCATO - L’ONORE DELLA 01 E D RAI CINEMA È SALVATO DAL KOLOSSAL UN PO’ INGENUO “FREAKS OUT” DI GABRIELE MAINETTI… - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Napoli e i napoletani, da Paolo Sorrentino a Silvio Orlando, da Teresa Saponangelo a Eduardo Scarpetta, trionfano ai David di Donatello.
In una serata interminabile (come sempre) dove non sembravano così ben abbinati il bianco di Drusilla Foer e il nero di Carlo Conti, già definita sui commenti di twitter “una lettura in smoking delle pagine gialle”, un “de profundis”, “non sono i David di Donatello, sono i David di Napoli”, e dove c’era però una bell’attenzione di un pubblico più giovane sulle nomination, attenzione che andava tutta alle nuove stelle del nostro cinema, Aurora Giovinazzo-Filippo Scotti-Eduardo Scarpetta, “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, uno dei rari film non targati 01, ma The Apartment di Lorenzo Mieli e Netflix, vince meritatemente i premi maggiori, miglior film e miglior regia, ma anche migliore attrice non protagonista, Teresa Saponangelo (finalmente…), e miglior fotografia, Daria D’Antonio, prima donna che vince il David per la fotografia, un vero e proprio evento, pur ex-aequo con Michele D’Attanasio di “Freaks Out”.
L’onore della 01 e d Rai Cinema è salvato dal kolossal un po’ ingenuo “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, prodotto dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti e da 01, che vince ben sei David, la fotografia di Michele D’Attanasio ex-aequo con quella di Daria D’Antonio per “E’ stata la mano di Dio”, scenografia, trucco, parrucco, effetti speciali, e, soprattutto, miglior produttore, premio che ha permesso uno strano discorso a Mainetti che non abbiamo ben capito sulla genesi produttiva del film.
Quello che sembrava inizialmente il grande rivale del film di Sorrentino, “Qui rido io” di Mario Martone, prodotto da 01, ma sempre targato Napoli con tanto di Toni Servillo protagonista e una marea di attori in comune, da Ciro Capano a Lino Musella, ne esce un po’ acciaccato, dovendosi accontentare del premio da non protagonista per l’emergente Eduardo Scarpetta e per i costumi di Ursula Patzak.
Il terzo film napoletano, “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, prodotto da 01, vince il David per miglior attore, Silvio Orlando, che vince a sorpresa sul suo coprotagonista Toni Servillo, l’unico napoletano ieri sera che non ha vinto niente, ma ha vinto tanto in passato, e della migliore sceneggiatura. Al potente “Ennio” di Giuseppe Tornatore, il film che è piaciuto più visceralmente al vecchio pubblico italiano che ha ascoltato per tutta la vita la musica di Ennio Morricone, vanno ben tre David, miglior documentario, il sonoro e il montaggio.
Avrebbe potuto vincere anche come miglior film, chissà?, ma francamente è più giusto così, visto che è un po’ troppo minuzioso-compilativo per essere un film, come lo sono ad esempio i documentari di Gianfranco Rosi. Una vittoria finale avrebbe, credo, scontentato tutti. Molto ci fanno piacere i premi a un cinema più giovane e, guarda un po’, al femminile.
Penso al clamoroso David come miglior attrice alla diciassettenne calabrese Swamy Rotolo, protagonista del bellissimo “A Chiara” di Jonas Carpignano, che premia soprattutto un film che avrebbe potuto concorrere anche come miglior regia e miglior film, al David per la migliore sceneggiatura non originale a Monica Zappelli e Donatella Di Pietrantonio per “L’Arminuta” diretto da Giuseppe Bonito, al David come miglior film d’esordio a Laura Somani per “Piccolo corpo”, ma era bellissimo anche “Una femmina” di Francesco Constabile, e molte altre opere prime, come “Calcinculo” di Chiara Bellosi.
Tutti segnali di una forte rinascita del nostro cinema, molto al femminile, che fa ben sperare. Alla fine, come ha detto giustamente Piera Detassis nel suo discorsetto conclusivo, i David si sono equamente divisi tra la classicità, Sorrentino-Tornatore-Martone, e il rinnovamento, molto al femminile, con delle scelte che premiano delle eccellenze, come la Saponangelo, come Scarpetta, come Daria D’Antonio, che ben conosciamo.
Curiosamente, al film più originale e stiloso, il “Diabolik” dei Manetti bros, prodotto da 01, va il premio per la migliore canzone, quella di Manuel Agnelli. Un po’ poco. Ma, nel complesso, se la serata era un po’ moscia (ma quando sono riuscite?) i premi erano quasi tutti condivisibili, con bei momenti di commozione…