DAL DISCHETTO AL DISCO D’ORO – DRILLIONAIRE, NOME D’ARTE DI DIEGO VINCENZO VETTRAINO, È UN EX CALCIATORE CHE HA OTTENUTO MILIARDI DI STREAM GRAZIE ALLE SUE COLLABORAZIONI CON ALCUNI DEI “TOP PLAYER” DEL RAP ITALIANO – IL “PRODUCER” CLASSE 1993 HA GIOCATO, TRA LE ALTRE, A SIENA, SALERNITANA E TRAPANI PRIMA DEL RITIRO PER UN BRUTTO INFORTUNIO -“SOGNAVO DI GIOCARE ALL'OLIMPICO, ALLA FINE CI HO SUONATO” - “CAPO PLAZA CANTA DI QUANDO ANDAVA ALLO STADIO E IN CAMPO C’ERO IO. SONO UN ‘10’. NON CANTO E NON SCRIVO LE PAROLE. RISPETTO LA SCINTILLA DEI RAPPER CHE..."
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[…] Drillionaire è il più indicato per i parallelismi fra musica e pallone. Al secolo Diego Vincenzo Vettraino, classe 1993, lombardo di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, ex calciatore di Siena, Salernitana, Trapani (e non solo), è anche il produttore che da dietro le quinte tesse le basi dei rapper più venduti, stream a miliardi. Ha da poco debuttato con il suo disco 10 , schierando venti top player che si palleggiano le rime su undici tracce: Tedua, Guè, Fabri Fibra, Mahmood, Salmo, Capo Plaza, thasup, Marracash […]Rhove, Geolier, Tony Effe, Anna, Shiva. […]
[…] «Da calciatore indossavo quasi sempre la maglia 10, così ho riportato quel ruolo creativo nella musica. Gli artisti poi mi invitavano a lanciarmi e l’ho fatto». […] Ma è nata prima la passione per la musica o per il calcio? «Iniziai a giocare a sei anni. La musica mi colpì con il film 8 Mile di Eminem. A folgorarmi furono le basi, i beat, ma non immaginavo potessero diventare un lavoro. Poi, quando mi infortunai, passai un brutto periodo e la musica mi salvò. Faceva andare la mia testa là dove doveva stare, su pensieri positivi». Tra i suoi idoli cita Maradona e Roberto Baggio. Però, ascoltando i testi del disco, viene in mente un George Best, quello di “ho speso gran parte dei miei soldi per auto, donne e alcol. Il resto l’ho sperperato”.
«Non canto e non scrivo io le parole. Rispetto la scintilla dei rapper con i quali collaboro e che parlano di ciò che vivono o vedono. Alcuni raccontano anche di me. Capo Plaza canta di quando andava con lo zio a vedere la Salernitana allo stadio e in campo c’ero io».
C’è qualcosa però che unisce calcio e rap, forse l’opportunità per chi viene dal basso: «Esatto. Ho cominciato dai campetti di periferia e girato tutta Italia in categorie minori, dalla Primavera in su. Con la musica ho fatto lo stesso e in pochi mi prendevano seriamente. Alla fine le cose si sono ricongiunte: ho suonato Bon ton con Lazza al concerto di Blanco allo Stadio Olimpico, dove sognavo di giocare». […]