IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? IN ONORE DI MAGGIE SMITH MI RIVEDREI UNO DEI SUOI POCHI FILM CHIAVE DA PROTAGONISTA SUL FILO DI QUELLA CHE ALLORA ERA CHIAMATA ZITELLAGGINE, COME “IN VIAGGIO CON LA ZIA” - IN CHIARO UNO DEI FILM PIÙ INTERESSANTI E MENO OVVI MI SEMBRA “TUTTO IN UN GIORNO”, MA NON SBAGLIATE CON “BRONX” - IN SECONDA SERATA PASSA IL THRILLER UN PO’ TARANTINIANO “COGAN - KILLING THEM SOFTLY”. A ME PIACE, MA A MOLTI ALTRI FAN DEL CINEMA DI GENERE NO – NELLA NOTTE AVETE L’EROTICO “TOP SENSATION”… - VIDEO
-Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In onore di Maggie Smith mi rivedrei non tanto una puntata di “Downtown Abbey” o “Gosford Park”, quanto uno dei suoi pochi film chiave da protagonista sul filo di quella che allora era chiamata zitellaggine. Penso al bellissimo “In viaggio con la zia” di George Cukor, dove sostituì Katherine Hepburn, che trovava la sceneggiatura non riuscita, o “La strana voglia di Jean” di Ronald Neame, dove interpreta una professoressa inglese protofascista degli anni ’30 col mito dell’Italia di Mussolini, un ruolo che si rimpallò tra teatro e cinema con Vanessa Redgrave.
Ma già so che mi vedrò questo accattivante “Monsters” di Ryan Murphy su netflix.
In chiaro in prima serata su Rai Tre alle 21, 25 uno dei film più interessanti e meno ovvi mi sembra “Tutto in un giorno”, buona opera prima di Juan Diego Botto, attore argentino trapiantato in Spagna con successo, interpretato da una sempre perfetta Penelope Cruz, dall’ottimo Luis Tosar, già in luce nel violento “Cell 211”, una specie di Elio spagnolo con sopracciglia enormi, Christian Ceca e dallo stesso barbuto regista come marito della Cruz.
Il titolo, che traduce quello originale “En los margenes”, è una sorta di social thriller costruito su una serie di vere e documentate storie di disastri sociali causati dalle banche e dagli errori del governo spagnolo. Disastri che hanno portato a mutui elargiti con troppa facilità e a una politica di violenti sfratti polizieschi che hanno messo per strada parecchie famiglie.
Tutto è visto in un arco di 24 ore seguendo le storie più o meno parallele e comunicanti di una donna, Azucena, interpretata da Penelope Cruz, che cerca appunto di salvare casa sua da uno sfratto imminente, di un’altra più anziana, interpretata da Adelfa Calvo che cerca di parlare col figlio, che l’ha ridotta sul lastrico con investimenti sbagliati e non osa risponderle, e di una profuga, che non sa che la figlia è stata portata via dalla polizia per darla forse in affidamento.
Fa un po’ da collante tra le varie situazioni, spostandosi in una Madrid alquanto trafficata dove colleziona multe su multe, un assistente sociale di buon cuore ma di scarsi risultati, il Rafael di Luis Tosar, che si affanna per salvare la vita delle famiglie in difficoltà cercando di non distruggere la propria, una moglie che deve fare l’amniocentesi e lo aspetta all’ospedale, un figliastro che doveva accompagnare a scuola e invece passerà la giornata con lui perché è arrivato tardi. Il film è ben costruito e ben tenuto, grazie agli attori e alla sceneggiatura, e Penelope Cruz ha una strepitosa scena madre modello Magnani con lo stesso regista in versione attore.
Su Italia 1 alle 21, 20 vi divertite di sicuro con “I pirati dei Caraibi. AI confini del mondo” di Gore Verbinski con Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush, Jonathan Pryce, Bill Nighy. La vanzinata della sera è “Sapore di te” diretto da Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Maurizio Mattioli, Nancy Brilli, Serena Autieri, Giorgio Pasotti, Cine 34 alle 21, dove i Vanzina Brothers tornano nella Viareggio del 1984, ai tempi proprio di “Sapore di mare”, che è del 1983, e mettono in piedi le loro storie di amori e tradimenti fra La Capannina e i Bagni Costanzo, con la Roma di Falcao che si allena lì vicino, mentre ascoltiamo “Tropicana”, “True” degli Spandau Ballet, “Survivor” di Mike Francis, “Time After Time” di Cindy Lauper.
Vedendo il film, curiosamente diviso in due parti, estate 1984 e estate 1985, si rimane stupiti a tanti anni di distanza da “Sapore di mare” della freschezza dei Vanzina, o forse della loro gioiosa futilità, nel mettere in scena le storie dei ragazzetti, figli di borghesi romani e milanesi, che si prendono e si lasciano senza troppe complicazioni. Ma anche del loro saper inquadrare e mostrare le ragazze, i loro corpi, senza mai nessuna volgarità.
Vero. Non ci sono grandi riferimenti alla politica precedente, agli anni di piombo, alle tensioni sociali. Anche l’onorevole socialista che presentano, un divertente Vincenzo Salemme, sposato con Valentina Sperlì e innamorato della bella soubrette Serena Autieri, è craxiano, potente, può piazzare la Autieri a “Drive In”, può risolvere con un paio di telefonate i problemi del negoziante romano Maurizio Mattioli, sposato con Nancy Brilli, ma tutto ciò non ha nessuna pesantezza moralistica. Fa parte dell’Italia.
Il mondo borghese che presentano i Vanzina, ovattato in questi anni ’80, è come libero da ogni complicazione ideologica, giornalistica, televisiva, culturale per cui nessuno ci si può avvicinare se prima non ha fatto un bagno nella lettura di anni e anni di editoriali di Scalfari o non ha fatto una riflessione teorica su Berlusconi. Questo non vuol dire che sia un’Italia da sitcom, semplicistica. No. L’Italia dei Vanzina è forse più vicina di quanto si creda alla vera Italia che abbiamo vissuto allora e che abbiamo attraversato dopo.
E’ quella che si esprime con frasi tipo “Chierico nun po’ gioca’ a sinistra”, quella dove si va a vedere al cinema “Mezzo destro mezzo sinistro” di Luciano Martino solo perché c’è Falcao, dove un film si può mettere in piedi, con fondi statali, solo perché un onorevole socialista vuole scoparsi l’attrice durante l’estate di nascosto dalla moglie. Così Susanna Acampora detta Susy diventa protagonista di “Amori d’estate”, film vanziniano diretto da Luis Molteni. E’ tutto leggerissimo, ma forse proprio per questo mi piace.
Mattioli come romanista che segue la sua squadra in ritiro a Forte dei Marmi ruba la scena a tutti, soprattutto quando si lancia nel sogno della finale di Champions Roma-Liverpool con la Roma vittoriosa. O quando si lancia in battuta da vacanziero burino alla Mario Brega: “La prossima volta ti porto a Vipiteno?” o “Ha detto i Caraibi mica Coccia de’ Morto!”. Salemme ha un ruolo meno fortunato, anche se ha una grande momento quando urla all’amante “Io ti ho lanciata nel mondo del cinema. Pupella Maggio mi potrebbe denunciare per una cosa simile!”. Ottima Martina Stella sposata con Pasotti con tanto di figlioletto che piange sempre, che fa la mammina col sedere sempre di fuori.
Su Canale 20 alle 21, 05 abbiamo il thriller piuttosto originale “The Accountant” di Gavin O'Connor con Ben Affleck, Anna Kendrick, J.K. Simmons, Cynthia Addai-Robinson, Jon Bernthal. E’ un action movie di grande divertimento con qualche colpa, far passare un personaggio malato di autismo sia come genio matematico che come killer ideale, e avere una sceneggiatura, scritta da Bill Dubuque, che mostra qualche voragine nella seconda parte.
Ma Ben Affleck come contabile della mafia e di tutta una serie di mostri riciclatori di soldi che all’occasione tira fuori l’attrezzatura e spara è davvero notevole, anche perché è costruito come uno di quei personaggi da exploitation anni ’60-’70, tra spaghetti western e kung fu, che adoriamo. Non riesce, cioè, a esprimere granché a parole, ma non può interrompere nessun tipo di lavoro, non sbaglia un colpo, ha un suo codice morale che non va toccato, una serie di nomi d’arte e di indirizzi che cambia in continuazione, e un legane fortissimo con la famiglia.
Col padre militare che ha educato lui e suo fratello come due Bruce Lee e con la madre che giustamente li ha mollati il prima possibile. Diventato contabile dopo l’incontro in carcere con il vecchio contabile dei Gambino, un grande Jeffrey Tambor che gli racconta tutti i suoi segreti, rimane invischiato in una trappola infernale mentre controlla gli ammanchi in una grande fabbrica di arti artificiali, che vede come capo dei capi il vecchio John Lithgow. In qualche modo si innamora di una ragazzetta in pericolo, Anna Kendrick, che riesce a scalfire il suo cuore. E si ritrova inseguito da un misterioso killer, Jon Berthnal, e da un duo di poliziotti del Ministero del Tesoro, J.K.Simmons e Cynthia Addai Robinson.
Rai Movie alle 21, 10 ripropone “Entrapment” di Jon Amiel con Sean Connery, Catherine Zeta-Jones, Ving Rhames, Will Patton. Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa l’ottimo horror con fantasmi “L’evocazione The Conjuring” di James Wan con Vera Farmiga, Patrick Wilson, Ron Livingston, Lili Taylor, Mackenzie Foy, Joey King. Su Cielo alle 21, 20 trovate una curiosa versione moderna di Biabcaneve, “Bianca come la neve” di Anne Fontaine con Lou de Laâge, Isabelle Huppert, Charles Berling, Damien Bonnard, Jonathan Cohen. Sì. Ci sono anche i sette nani.
Non sbagliate col polar “Bronx” di Olivier Marchal con Lannick Gautry, Stanislas Merhar, David Belle, Kaaris, Barbara Opsomer, Jean Reno, Rai4 alle 21, 20. Passiamo alla seconda serata con l’ottimo “La truffa dei Logan” di Steven Soderbergh con Channing Tatum, Adam Driver, Seth MacFarlane, Riley Keough, Katie Holmes e Daniel Craig, Rai Movie alle 23, 05. Lascio al vostro giudizio, a me piace, ma a molti altri fan del cinema di genere no, il thriller un po’ tarantiniano “Cogan - Killing Them Softly” diretto da Andrew Dominik con Brad Pitt, Ray Liotta, Garret Dillahunt, James Gandolfini, Richard Jenkins, Sam Shepard.
Ci sono degli attori meravigliosi, penso solo a Gandolfini e Sam Shepard, e un Brad Pitt grande protagonista. Vediamo cosa ne scrissi quando lo vidi a Cannes. “Questo non è un paese, questa è l’America. E l’America è un business”. Pochi scherzi. O lo ami o lo detesti "Cogan - Killing Them Softly" di Andrew Dominik, cupissimo e stilosissimo noir politico sui mali del capitalismo e dell’America di ieri e di oggi, ambientato nel settembre del 2008, alla fine del duello elettorale Obama-McCain e in pieno scandalo Lehman Brothers.
Ma, soprattutto, in una South Boston (ricostruita chissà perché in Louisiana), dove si agitano come burattini senza speranza piccoli e medi gangster e serissimi killer professionisti coi loro codici morali. Tutto nasce dai personaggi tristi e perdenti e dagli ambienti non meno cupi descritti da George V. Higgins nel romanzo “Cogan Trade” del 1974, e protagonisti anche del non dimenticato "Gli amici di Eddie Coyle", lontano capolavoro diretto negli anni ’70 da Peter Yates con un Robert Mitchum e un Peter Boyle strepitosi.
Il neozelandese Andrew Dominik e il suo produttore e protagonista Brad Pitt, già responsabile del notevole “The Assassination of Jesse James”, si sono innamorati del mondo di Higgins e lo hanno trasportato nell’anno della elezione di Obama, un anno chiave della crisi americana, anche se lo sguardo è quello dell’impossibilità, anche dopo la vittoria di Obama, di uscire dalla crisi che proprio il capitalismo americano ha alimentato e costruito. Due piccoli gangster, Frankie, Scoot McNailly, e Russell, il Ben Mendelsohn di “Animal Kingdom”, fanno un colpo che non dovevano fare mettendo di mezzo un piccolo boss del posto, il grande Ray Liotta
Ovvio che ciò non piaccia al capo della mala di Boston, Richard Jenkins, che ingaggia per eliminarli un killer professionista, Cogan, cioè un Brad Pitt ultracool che ha la particolarità di mandare le sue vittime al creatore “softly”, cioè delicatamente, senza farle soffrire. Cogan, per far fuori Frankie e Russell, visto che è un lavoretto facile, ingaggia a sua volta un vecchio amico un po’ in disarmo e in bisogno di soldi, un James Gandolfini ubriaco e fatto che vuole solo bere e scopare. “In questo momento economico, 15.000 dollari suonano abbastanza bene per un lavoro di due giorni”, è l’idea di Cogan.
Le cose, ovviamente, saranno più complicate del previsto, ma ci sarà parecchio piombo per tutti. Adagiato su grande musica anni ’70 tra Lou Reed e Johnny Cash, ma anche con incursioni stravaganti (“Paper’s Moon” di Cliff Edawrd, “Love Letters” di Ketty Lester), visualmente strepitoso, il film di Dominik per restituirci il noir politico alla Don Siegel riprende il tono elegiaco del suo “Jesse James”. Cosa che può non piacere a tutti.
Su Cielo alle 23, 20 avete il thriller erotico “La maison” di Anissa Bonnefont con Ana Girardot, Aure Atika, Rossy De Palma, Lucas Englander, Loriane Klupsch, dove la protagoniosta cerca ispirazione per il suo romanzo lavorando come prostituta in un bordello a Berlino. Anche se di solito non sono un fan dei film della potente regista teatrale Julie Taymor, ammetto che il suo “Frida” con Salma Hayek, Alfred Molina, Geoffrey Rush, Ashley Judd, Edward Norton, Antonio Banderas, Valeria Golino, è un ottimo biopic dell’artista
. Iris alle 23, 25 presenta invece il biopic sul cattivissimo J. Edfgar Hoover nella versione diretta da Clint Eastwood e interpretata da Leonardo DiCaprio, “J. Edgar” con Naomi Watts, Josh Lucas, Lea Thompson, Ed Westwick, Armie Hammer. Cine 34 all’1, 05 ripropone la commedia sexy “L’insegnante va in collegio” di Mariano Laurenti con Renzo Montagnani, Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo. Rai Tre all’1, 40 ci apre gli occhio con un’opera maggiore di Jonas Mekas, “As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty”, lungo ben 288 minuti.
Su Iris alle 2, 05 vi divertite magari di più con “Green Zone” di Paul Greengrass con Matt Damon, Jason Isaacs, Greg Kinnear, Brendan Gleeson, Amy Ryan, Khalid Abdalla, una specie di avventura simil-Bourne alle prese con la guerra in Iraq, le armi di distruzioni di massa e le bugie americane. Molto politico, molto ben fatto, ma di gran costo (100 milioni di dollari) e di non eccelso incasso. Su Rete 4 alle 3, 05 passa “Cipolla Colt”, western comico di E.G. Castellari con Franco Nero, Sterling Hayden, Martin Balsam, Dick Butkus. Castellari ha raccontato più volte l’incontro con Sterling Hayden in un mare di bottiglie di whisky vuote.
Cedo che su Rai Tre, Fuori Orario alle 3, 50 propone un film di Chantal Akerman dedicata alla mamma, “No Home Movie”. Chiudo con l’erotico “Top Sensation” di Ottavio Alessi con Edwige Fenech, Rosalba Neri, Eva Thulin, Maud de Bellereche, Iris alle 5, 40. Molto spinto nella versione originale, con tanto di grande scena lesbo a tre e scena con la capretta… Ci saranno nella versione tv? Se vi svegliate alle 5, 40 domattina lo saprete…