IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - CHE VEDIAMO STASERA IN STREAMING? IO HO DATO UN’OCCHIATA AL CRIME POLACCO “DETECTIVE FORST” SU NETFLIX E DEVO DIRE CHE È OTTIMO. FINALMENTE NON SI VEDONO GLI STESSI AMBIENTI DI MILLE SERIE CRIME AMERICANE. NON NE POTEVO DI PIÙ - SU NETFLIX AVETE ANCHE LA SERIE CRIME NIGERIANA "THE BLACK BOOK", MA IO SONO IMPAZZITO PER LA MAFIA-COMEDY “THE BROTHERS SUN" - SU MUBI AVETE ANCHE L'EROTICO INTELLIGENTE "LETTERE A EMANUELLE"… - VIDEO
-Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera, in attesa dell’ultima puntata di “Fargo 5” su Sky, grande stagione dominata da Juno Temple e Jennifer Jason leigh, ma anche da Jon Hamm e da Sam Spruedd, il nuovo Boris Karloff, e pronti alla partenza, lunedì sera, della nuova stagione di “True Detective” con Jodie Foster? Ho dato un’occhiata, una puntata, devo dire ottima, a “Detective Forst” o “Forst” con Boris Szyc, crime polacco in sei episodi su Netflix. Finalmente non si vedono gli stessi ambienti di mille serie crime americane. Non ne potevo di più.
In “Forst” fa freddo, ogni set, tutti favolosi, è segnalato secondo la sua altezza dal mare, il protagonista, questo ispettore senza capa cacciato da Cracovia, tromba e mena parecchio, e deve affrontare un serial killer che mette in posa le sue vittime. Uno è finito nudo appeso a una croce in alta montagna, un’altra come imbrigliata dalle corde. Ben girato. Penso di vedermi, sempre su Netflix, anche “Black Book”, serie crime nigeriana, puro Nollywood, diretta da Edit Effrong con Richard Mofe Danijo.
Ma ieri sera sono impazzito per la serie di Netflix, mafia-comedy, “The Brothers Sun”, ideata e scritta da Brad Falchuk e Byron Wu, diretta da Kevin Tancharoen e Viet Nguyen con Michelle Yeoh come mamma dei due fratelli Sun, il bello e violento Charles di Justin Chien cresciuto a Taipei col padre, boss della mafia taiwanese, il nerd e pacifico Byron di Sam Li, cresciuto con la mamma a Los Angeles che studia improvvisazione teatrale. Quando un assassino misterioso colpisce il potente padre, Big Sun, a Taipei, il figlio va a Los Angeles per riunire e proteggere la famiglia, ma scatena soprattutto una massa di misteriosi killer.
Se Michelle Yeoh ripete alla perfezione il suo ruolo di mamma santissima che può nascondere dietro un’apparente normalità qualsiasi attività criminale, la serie è piena di caratteri esplosivi, come le due gemelle armate di lame e coltelli interpretate da Alice Hewkin, i buffi Jon Xue Zhang e Jenny Yank, che proteggono la famiglia Sun, una serie impressionante di cattivi. Si vede con grande piacere, confesso.
Invece del solito Rohmer, mi sono visto su Mubi l’erotico intelligente “Lettere a Emanuelle” di Nelly Kaplan, l’unico Emanuelle, tratto proprio da un romanzo di Emmanuelle Arsan, diretto però da una donna, la Kaplan, qui al suo secondo film, era stata assistente addirittura del vecchio Abel Gance e aveva esordito con “La fiancé du pirate” con un cast di tutto rispetto, la svedese Ann Zacharias, Sami Frey, Françoise Brion, Micheline Presle, Ingrid Caven, Heinz Bennett. Ambientato a Ginevra, segue l’idea di una minorenne ricca, la bionda e esile Néa di Ann Zacharias, con famiglia tradizionale, che decide di scrivere per un editore svizzero acchiappone, il fascinoso Sami Frey, un romanzo erotico alla Emanuelle.
Il problema, a parte che scrive fallo con una sola elle, è il fatto che Néa è ancora vergine benché si tocchi parecchio anche davanti al suo gatto. Decide così di spiare i rapporti delle persone che ha intorno. Fino a quando esce il libro, firmato come anonimo, che diventa un best seller, e le mostra il vero aspetto del suo editore, che cerca di appropriarsi della sua creatura. Molto spinto, e anche molto femminista, il film della Kaplan ci riporta ai primi anni ’70 pieni di nudi e di trasgressioni che oggi sembrano un mondo davvero lontano.