IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VOGLIAMO VEDERE NELLA NOTTATACCIA ELETTORALE CHE VEDRÀ TRUMP VS HARRIS? IN PRIMA SERATA AVETE "LA MUMMIA IL RITORNO" E "MR. BEAN. L'ULTIMA CATASTROFE", DUE TITOLI PERFETTI PER LA VITTORIA DI TRUMP - IN SECONDA SERATA, QUANDO INIZIANO LE DIRETTE ELETTORALI DI MENTANA & CO., TROVO IMPERDIBILE IL FILM MUTO DEL 1922 APPENA RESTAURATO “GLORIA, APOTEOSI DEL SOLDATO IGNOTO”. PASSA ANCHE LO STREPITOSO “L’AMORE E IL SANGUE”… – VIDEO
-Marco Giusti per Dagospia
Nella notte, ma sarebbe più giusto dire nottataccia, elettorale che vedrà Trump vs Harris, che vogliamo vedere? In chiaro ci sarebbe, Canale 20 alle 21, 05, “La mummia. Il ritorno”, titolo perfetto per la vittoria di Trump, vecchiofantasy di successo diretto da Stephen Sommers con Brendan Fraser ancora magro, Rachel Weisz, John Hannah, Arnold Vosloo, Oded Fehr, Patricia Velasquez.
Ma anche “Mr Bean. L’ultima catastrofe”, anche questo titolo perfetto per la vittoria di Trump, diretto da Mel Smith con Rowan Atkinson, Peter MacNicol, Burt Reynolds, John Mills, Canale 27 alle 21, 10. Cine 34 alle 21, 05 propone invece la commedia matrimoniale “Compromessi sposi” di Francesco Miccichè con Diego Abatantuono, Vincenzo Salemme, Dino Abbrescia, Rosita Celentano, Elda Alvigini. Quando uscì in sala nel 2019, prima della pandemia, andò malissimo.
Rai Movie alle 21, 10 propone il megafantasy “Immortals”, polpettone in 3D da 75 milioni di dollari sulle avventure di Teseo, interpretato da Henry Cavill, diretto dall’indiano-americano Tarsem Singh, campione nella pubblicità kitsch, ma poco in luce al cinema ( i mezzi flop “The Cell”, “The Fall”).
Anche “Immortals” è molto, molto kitsch, assolutamente infedele al mito greco, ma anche molto divertente nel suo inutile tentativo di costruire immagini “artistiche”, scomodando Caravaggio o Magritte, quando poi l’unica cosa che piace al suo pubblico è l’eccesso di sangue e le teste che saltano in mille pezzi. Se Zack Snyder in “300” andava dritto per la sua strada nella ricostruzione in digitale della battaglia delle Termopili, Tarsem Dhandwar Singh detto solo Tarsem, cerca di far del cinema d’autore con questa versione coatta di Teseo.
“Immortals” funziona per l’unione tra un kitsch non cercato, e quindi naturale, e la violenza delle situazioni. Il potentissimo e cattivissimo re Iperione, cioè Mickey Rourke con un elmo con le forbici in testa che fanno un po’ “turco napoletano”, vuole fare a pezzi gli Elleni e i loro Dei. Così, alla ricerca del magico arco dell’Epiro, quasi una mitragliatrice, semina il terrore nella Grecia, taglia capocce, violenta tutte le donne, tira mazzate nelle palle degli avversari per azzerare la specie, tre sibille le arrostisce dentro un toro di bronzo e minaccia di liberare i Titani dalla prigione nella quale li avevano chiusi gli Dei dell’Olimpo.
Il bel Teseo, il baldo Henry Cavill, è il prescelto degli Dei per salvare la Grecia e tutto l’Olimpo. Lo ha cresciuto in segreto lo stesso Zeus, truccato però da vecchio, un John Hurt un po’ sprecato. Il forzuto Teseo, con l’aiuto della sibilla vergine (ma lo sarà per poco) Fedra, cioè la bellissima Frieda Pinto, e del ladro Stavros (del tutto inventato), affronteranno Re Iperione e la sua accolita di mostri, già visti in troppi film, e avranno la meglio. Anche se nello scontro con i Titani, Zeus perderà gran parte della sua squadra olimpica, da Poseidone a Atena.
Ora, passi per gli Dei che sembrano i supereroi di “X-Men”, comandati da Zeus, il Luke Evans di “Clash of the Titans”, ma come fanno a morire se sono immortali e anche il film si intitola “Immortals”? E dove è finito Minosse, re di Creta? Del mito di Teseo ci rimane un bello scontro nel labirinto con il Minotauro, cioè un cattivo con la maschera da toro in testa, come ci aveva insegnato Fellini nel suo “Satyricon”. Ci rimane Fedra, che davvero sposò Teseo, anche se gli dette due figli e non uno (qui si vede solo Acamante). Ma ovviamente non c’è traccia di questa guerra da orbi con Iperione-Mickey Rourke.
Su Tv2000 alle 21, 15 passa l’ottimo “Arabesque”, giallo-rosa diretto da Stanley Donen con Gregory Peck, Sophia Loren, Alan Badel, Kieron Moore. Probabilmente “Sciarada” è superiore, un po’ perché è precedente un po’ per la coppia Cary Grant Audrey Hepburn, ma anche “Arabesque” lo ricordo come un grande film. Donen aveva un tocco particolare per questo tipo di film, che devono moltissimo anche al loro sceneggiatore, Peter Stone.
Iris alle 21, 15 propone invece un bel western di Henry Hathaway, “I quattro figli di Katie Elder” con un John Wayne che scoprì di avere un cancro al polmone a inizio lavorazione, ma non per questo aveva smesso di fumare sul set (sigari al posto delle sigarette), Dean Martin, Martha Hyer, Michael Anderson jr., Earl Holliman, Jeremy Slate, Dennis Hopper, George Kennedy. Pensando di non riuscire a farcela dopo l’operazione ai polmoni, lo stesso John Wayne indicò come suo sostituto Kirk Douglas.
Ma Henry Hathaway disse che solo lui poteva interpretare il ruolo di John Elder. Quando rientrò aveva bisogno di una bombola di ossigeno e di uno stuntman per andare a cavallo, Chuck Robertson. Tommy Kirk, che era stato messo sotto contratto per fare Bud, il fratello più piccolo dei quattro, venne sorpreso a fumare erba a Capodanno, finì in galera e venne sostituito da Michael Anderson jr. Il film doveva girarlo negli anni ’50 John Sturges con Burt Lancaster protagonista. Poi lo comprò Hal Wallis nel 1959.
Italia 1 alle 21, 20 si butta su “Hercules: La leggenda ha inizio”, peplum del 2015 diretto da Renny Harlin con Kellan Lutz, Gaia Weiss, Scott Adkins, Roxanne McKee, Liam Garrigan, Liam McIntyre. Non deve essere male l’argentino “La casa degli oggetti” di Jorge Dorado con Álvaro Morte, che avete visto in “Immaculate”, Verónica Echegui, Gabriela Andrada, China Suárez, Pepa Gracia, dove un dipendente del lost&found trova un neonato morto in una valigia.
Rai 1 alle 21, 30 deve convincervi a concentrarvi su una commedia dolce-amara, “Un padre” diretto da Paul Weitz con Kevin Hart, Melody Hurd, Alfre Woodard, Lil Rel Howery, DeWanda Wise, Frankie R. Faison, dove Kevin Hart è un fresco vedovo che cerca di crescere da solo la sua bambina.
Passiamo alla seconda serata, quando iniziano le dirette elettorali di Mentana&Co., con “88 minuti” di Jon Avnet con Al Pacino, Alicia Witt, Leelee Sobieski, Amy Brenneman, William Forsythe, dove un professore di psicologia che ha incastrato un serial killer, viene avvelenato e ha 88 minuti per salvarsi. Iris alle 23, 20 passa il vecchio western con indiani “Rullo di tamburi” di Delmer Daves con Alan Ladd, Audrey Dalton, Robert Keithk, Charles Bronson, Marisa Pavan.
Secondo film prodotto da Alan Ladd e primo film che vede il polacco Charles Buchinsky cambiare nome e diventare l’americano Charles Bronson. Qui ha un ruolo importante, quello del capo indiano Modocs Captain Jack. Alla fine del film avremo il duello tra lui e Alan Ladd. Girato a Sedona nella Coconino National Forest, in Arizona, con un basso budget per il tempo, un milione di dollari. Vediamo se riconoscete Strother Martin.
Cielo alle 23, 30 ripropone l’erotico drammatico olandese “Out of Love” diretto da Paloma Aguilera Valdebenito con Daniil Vorobyov, Naomi Velissariou. Italia 1 alle 0, 20 passa il terribile “L’ultimo dei templari” diretto da Dominic Sena con Nicolas Cage, Claire Foy, Ron Perlman, Stephen Graham, Ulrich Thomsen. Per fortuna che Cine 34 all’1, 10 ci tora un po’ su con l’ormai classico “Attila flagello di Dio” di Castellano & Pipolo con Diego Abatantuono, Rita Rusic, Angelo Infanti, Mauro Di Francesco.
Rai Movie alle 2 passa un bel film di Ken Loach, cioè “My Name Is Joe” con Peter Mullan, Louise Goodall, Gary Lewis, Lorraine Mcintosh. Su Rai Storia alle 2, 20 trovo imperdibile il film muto del 1922 appena restaurato dalla Cineteca del Friuli “Gloria, apoteosi del soldato ignoto”, cioè il documentario che portò alla scelta del Milite Ignoto e alla sua glorificazione il 4 novembre del 1921. Un documento d’epoca importante e sconosciuto ai più, anche se la mia maestra delle elementari ogni anno ci raccontava la storia del Milite Ignoto e come venne scelto fra tanti morti ignoti.
Su Rai Movie alle 2, 55 lo strepitoso “L’amore e il sangue”, la guerra dei capitani di ventura nella visione di Paul Verhoeven con Rutger Hauer, Jennifer Jason Leigh, Tom Burlinson, Jack Thompson, Fernando Hilbeck, capolavoro di guerra, sangue, sesso, botte e battaglie tra predoni ambientato in un 1501 violento e puzzolente, oggi attualissimo, che fu l’ultimo film di Paul Verhoeven girato con la sua star Rutger Hauer, poi litigarono e non si parlarono per anni, e l’ultimo girato in Europa, nel 1985, prima di andare a Hollywood con “Robocop” e tornare dopo vent’anni.
C’è già tutto Verhoeven, devo dire, ma c’è anche il medioevo violento e sanguinario che vedremo trent’anni dopo in “Game of Thrones”. Sembra che Rutger Hauer e Paul Verhoeven litigassero tutto il tempo in olandese stretto. Al punto che il resto del cast chiese che parlassero in inglese per capire cosa si dicessero. Il set fu un disastro. Freddissimo. Jennifer Jason Leigh stava congelando nuda nella scena del castello. Non c’erano regole, così gli attori si facevano e bevevano da pazzi. Fu un inferno. Magari tutto questo nel film traspare, ma le scene di battaglia sono ancora di una tale forza.
Cine 34 alle 2, 55 propone un horror di Marcello Avallone di una certa fama, “Spettri” con John Pepper, la bellissima Katrine Michelsen che poi tornerà in Danimarca, Donald Pleasence, Massimo De Rossi. Gli scavi per la metropolitana rivelano tombe romane e i loro segreti. Si sa. Su Cine 34 alle 4, 25 il folle thriller “Colpo rovente”, diretto dallo scenografo Pietro Zuffi al suo unico film da regista, scritto da Ennio Flaiano, prodotto da Roberto Loyola, con Michael Reardon, Barbara Bouchet supernuda appena arrivata dall’America, Carmelo Bene doppiato da Ferruccio Amendola in un ruolo assurdo, David Groh, Isa Miranda, ma ci sono anche Margaret Lee e Helen Mirren.
Pieno di nudi frontali femminili. La lavorazione, nel ricordo del suo produttore esecutivo, Angelo Jacono, ma vedo che ci lavorò anche Valerio De Paolis, fu un disastro. Si girò dieci volte quello che serviva e il film era praticamente immontabile. Franco Arcalli riuscì a salvare il salvabile, e dire che la fotografia era di Pasqualino De Santis, le musiche di Piero Piccioni, era cioè una produzione ricca. Lo feci vedere nella rassegna “Italian Kings of B’s” a Venezia. E non riuscimmo, allora, neanche con le forze della Fenice, a ritrovare Zuffi, morto due anni dopo, nel 2006.
Chiudo tutto con “Per un pugno nell’occhio” di Michele Lupo con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lina Rosales, Francisco Moran, Cine 34 alle 4, 40, geniale parodia dei primi film di Leone con il tormentone meraviglioso “se un uomo col fucile incontra un bambino con la fionda, il bambino con la fionda è finito…”, “se un uomo col fucile incontra un uomo senza niente…”.