Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro? Potete rivedere “Interstellar” di Christopher Nolan con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, David Gyasi, Wes Bentley, Canale 20 alle 21, 05. Alla fine delle quasi tre ore di film, che Christopher Nolan ha scritto col fratello Jonathan, e vanta un’incredibile fotografia di Hoyte van Hoytema (“Her”), scrivevo, quello che ci colpisce di più non è l’ambizione del regista di costruire una space opera complessa alla Tarkovskij o alla Malick, come ha detto Quentin Tarantino. O il desiderio di fare cinema con la pellicola in 70 mm.
O lo spreco di orologi Hamilton come da sponsorizzazione cialtrona. Ma di ricucire dentro un kolossal eccessivo da 200 milioni, dove una star come Matthew McConaughey viene spedito dentro non so quale worm holes dalle parti degli anelli di Saturno insieme a Anne Hathaway e a un robot con la parlantina, una piccolissima storia d’amore paterno e di promesse che vanno mantenute. Mentre il tempo passa e i nostri figli crescono, sia nella finzione, come in questo caso, sia nella realtà.
In una specie di Dust Bowl alla John Steinbeck e alla Woody Guthrie, ma anche un po’ alla “Wizard of Oz”, martoriato dalla fame, dalla malattie delle piante e dalle tempeste di polvere come negli anni ’30, il pilota Cooper, cioè MacConaughey, ha promesso a sua figlia Murph, la strepitosa Mackenzie Foy di “Twilight” che poi nel tempo diventerà prima Jessica Chastain e poi Ellen Burstyn, che dopo aver compiuto la sua missione per salvare la specie umana su un altro pianeta tornerà a casa. Partirà, a dispetto dei tentativi della figlia per farlo rimanere.
Ma noi sappiamo che dovrà tornare. Tutto il resto, alla fine, compresa la poesia ricorrente di Dylan Thomas, “Do not go gentle into that good night”, conta poco. Fissatevi da subito, anche perché è la prima scena che vediamo, sui libri impolverati e il modellino di razzo interplanetario della cameretta di Murph. Il viaggio che faremo è circolare. Si deve tornare da dove si è partiti.
TV 2000 alle 20, 55 propone invece il più tranquillo “Tammy fiore selvaggio” diretto da Joseph Pevney, trafficone senza identità della Universal, con l’esplosiva Debbie Reynolds ragazzina innamorata addirittura dell’attempato Leslie Nielsen non ancopra comico. Ma ci sono anche Walter Brennan, Mala Powers, Mildred Natwick e la Fay Wray di King Kong. La canzone “Tammy”, cantata da Debbie Reynolds, che allora aveva 24 anni e era incinta di Carrie Fisher, rimase 40 settimane in classifica tra i dischi più venduti del 1957. Il film ebbe tre sequel, due con Sandra Dee.
Su Canale 27 alle 21, 10 trovate il film per canari “Beethoven 2” di Rod Daniel con Charles Grodin, Bonnie Hunt, Nicholle Tom, Christopher Castile, Chris Penn. Sicuramente peggiore è, su Rai Movie alle 21, 10, il fantascientifico “Replicas” di Jeffrey Nachmanoff con Alice Eve, Keanu Reeves, Emjay Anthony, Emily Alyn Lind, Thomas Middleditch, John Ortiz, definito dai critici, sena mezzi termini, “orrendo”, “terribile”, “saggio studentesco girato per vomitare sui maestro De Palma e John Woo”. Mi basta.
Sembra curioso “Voci d’oro” commedia israel-sovietica diretta da Evgeny Ruman con Evelin Hagoel, Vladimir Friedman, Uri Klauzner, Alexander Senderovich, Maria Belkin, Rai5 alle 21, 15, dove due celebri doppiatori cinematografici ebreo-russi si trasferiscono in Israele e trovano difficoltà a lavorare. Su Rai4 alle 21, 29 passa il thriller “Salt” diretto dal bravo Phillip Noyce con Angelina Jolie, Liev Schreiber, Chiwetel Ejiofor, Daniel Olbrychski, Yara Shahidi, dove Angelina agente della Cia è accusata di essere una spia russa. E scappa per dimostrare la verità. Buono.
Del vecchio “Killer Elite” di Sam Peckimpah questa versione australiana del 2011 diretta da Gary McKendry con Clive Owen, Jason Statham, Robert De Niro, Yvonne Strahovski, Grant Bowler,Italia 1 alle 21, 20, ha solo il titolo. Inutile, noioso. Meglio il vecchio e ammuffito “Il Grande Jake” di George Sherman con John Wayne, Richard Boone, Maureen O'Hara, Patrick Wayne, Christopher Mitchum, Iris alle 21, 25. Molte scene vennero girate da Wayne perché Sherman era troppo vecchio a malconcio.
Fu il suo ultimo film e l’ultimo della affiatata coppia Wayne-O’Hara. Non è un gran film, alterna troppa violenza a troppa commedia senza saperli dosare, ma ai fan di John Wayne farà piacere. Ci sono tutti i suoi attori amici, come Harry Carey Jr. Passiamo alla seconda serata con il thriller-fantasy “The Gift” di Sam Raimi con Cate Blanchett, Keanu Reeves, Katie Holmes, Greg Kinnear, Hilary Swank, Giovanni Ribisi, Rai Movie alle 22, 55, basato sulla figura e le capacità da chiaroveggente della mamma di Billy Bob Thornton, qui anche sceneggiatore.
Sam Raimi dovette girare il film e più o meno contemporaneamente preparare e girare il primo “Spider Man”. Katie Holmes esibisce un nudo che all’epoca fece scalpore. Non si era mai spogliata prima. Cine 34 alle 22, 55 presenta “Bentornato, Presidente”, sequel della commedia di satira politica con Claudio Bisio uomo della strada che diventa presidente. A dirigerlo vengono chiamati, al posto di Riccardo Milani, i più giovani Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi e gli interpreti sono Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi.
Se nel primo film si cercava di cogliere la confusione di un momento politico con l’Italia divisa tra 5stelle, bersaniani e destra alla ricerca di un Presidente della Repubblica fuori dai giochi, anche in questo caso si cerca di fotografare la realtà politica del paese governato da Salvini-Di Maio-Conte otto anni dopo. C’è tutto. Va detto. Il Decreto Sicurezza. La fabbrica delle Fake News, Il quasi Salvini di Paolo Calabresi che digrigna i denti a favore di telecamere e sui social. Il quasi Di Maio di Guglielmo Poggi con la sua arietta di ragazzino saputello.
Il quasi Renzi, Marco Ripoldi, che si ritrova un partito diviso in 54 correnti, un vecchio Presidente della Repubblica, Antonio Petrocelli, che cerca di salvare il salvabile. Uno spin doctor barbuto, Pietro Sermonti. I servizi segreti. I poteri forti che giocano sullo spread. E un Presidente del Consiglio, che si chiama Giuseppe Garibaldi, interpretato da Claudio Bisio, capitato lì per caso, richiamato dalla sua Caprera a far da burattino ai due viceministri. Anche se lui, più che alla politica, pensa a come riconquistare sua moglie, Sarah Felderbaum, e non più Kasja Smutmiak, che lo ha lasciato perché nella loro villetta al Nord si sentiva come schiava di Mauro Corona.
Così ritorna a Roma, a far da simil Conte fra il simil Salvini e il simil Di Maio. Che si limitano a sbruffonate, “La gente si vuol sentir dire le parole che sente la mattina al bar”, perché, quando mancano i soldi, come dice Popolizio, “se sei di destra cacci i neri, se sei di sinistra urli ai fasci”. Iris alle 23, 30 passa uno dei capolavori di John Ford, “In nome di Dio” o “Three Godfathers”, remake di un suo vecchio western perduto (“Marked Men”, 1919) con Harry Carey, al quale è dedicato il film con la scritta “Bright Star of the early western sky".
I tre Godfathers, i tre Padrini che sono in realtà tre banditi che attraversando il deserto salvano una bambina e la riportano in città, sono John Wayne, Pedro Armendariz e Harry Carey jr. Assieme a loro troviamo anche Ward Bond, Mae Marsh, Mildred Natwick, Hank Worden. Strepitosa la fotografia a colori di Winton C. Hoch. Temo di averlo visto in bianco e nero da piccolo. Nel corso degli anni la storia dei tre padrini in viaggio con la bambina è stata ripresa da un numero incredibile di film, da “L’era glaciale” a “Three Kings”.
Cielo alle 23, 45 ripropone il supersexy “Two Mothers” diretto da Anne Fontaine, tratto dal romanzo di Doris Lessing, con Naomi Watts e Robin Wright, mamme sbarazzine che hanno una storia con i figli dell’una e dell’altra. Con loro Xavier Samuel, Ben Mendelsohn, Sophie Lowe, James Frecheville.
Italia 1 alle 23, 45 propone il poliziesco “U.S. Marshals. Caccia senza tregua” di Stuart Baird con Tommy Lee Jones, Wesley Snipes, Robert Downey jr., Joe Pantoliano, Kate Nelligan. Ma la bomba della notte è “Quelli della San Pablo” di Robert Wise con Steve McQueen, Richard Attenborough, Candice Bergen, Marayat Andrienne, Rai Movie all’1. Grande metafora, molto chiara, sul disastro americano in Vietnam, che anticipa “Apocalypse Now” di Coppola.
La nave, la USS San Pablo, venne ricostruita di sana pianta e nel 1975 era ancora in giro, con altro nome, nei mari di Singapore. Wise, che credeva molto al film, per poterlo fare, dovette prima girare “Tutti insieme appassionatamente”, che fu un grande successo e vinse ben 5 Oscar. Attenti che la copia originale è di 196’ poi ridotti a 181’. Ma giravano copie in tv decisamente più corte. Cine 34 all’1 propone uno dei pochi film girati da Luca Verdone, fratello di Carlo, “La bocca” con Tahnee Welch, Rodney Harvey, Claudine Auger, Alida Valli, Monica Scattini, storia d’amore sofferta tra un ragazzo nobile sordomuto e una bella restauratrice americana.
Su Iris all’1, 40 avete la versione moderna di un cavallo di battaglia di Louis Jouvet, “Dottor Knock”, diretto qui da Lorraine Levy con Omar Sy, Alex Lutz, Ana Girardot, Sabine Azéma, Pascal Elbé, Audrey Dana. Nella notte passa di tutto, da “Attrazione pericolosa”, erotico soft di Bruno Mattei con Monica Carpanese, Gabriele Gori, Tracy Kelly, Antonio Zequila, Achille Brugnini, Cine 34 alle 2, 45, a “Il ladro di Damasco” di Mario Amendola con Tony Russell, Luciana Gilli, Gianni Solaro, Ferruccio Amendola, Rete 4 alle 2, 45.
Da “Il provinciale” di Luciano Salce, commedia con Gianni Morandi, Maria Grazia Buccella, Sergio Leonardi, Franco Fabrizi, che ricordo vagamente, Cine 34 alle 4, 10, al più divertente “Mio Mao – Fatiche e disavventure di alcuni giovani occidentali per introdurre il vizio in Cina”, scritto e diretto da Nicolò Ferrari, che aveva diretto “Laura nuda”, con Yves Beneyton, Rosemarie Dexter, Teri Hare, Livio Barbo, Francesca Romana Coluzzi, Ivo Mazzucchelli, Rete 4 alle 4, 20, su un gruppo di hippies che partono alla volta della Turchia per arrivare in Cina, ma verranno cacciati dalle Guardie Rosse. Pessimi i set turchi. Su Mio Mao chiudo.
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