IL DIVANO DEI GIUSTI - E IN CHIARO STASERA CHE VEDIAMO? IN PRIMA SERATA SU CANALE 5 UNO STRACULT EPOCALE COME “NATALE DA CHEF”. VI DICO LE BATTUTE? “A FURIA DI SUCCHIARMELO ME L’HA ALLUNGATO!”, "NON C'È COSA PIÙ DIVINA CHE CIULARSI LA NONNINA?". AVETE GIÀ CAMBIATO CANALE? - SU CINE34 TORNANO SORDI E VERDONE CON “IN VIAGGIO CON PAPÀ”, SU RAI5 “LA LA LAND” – IN SECONDA SERATA SU IRIS, L’EROTICHELLO “IL SESSO DEGLI ANGELI”, SU CIELO ALL'1 IN PUNTO TORNA UNO DEI FILM PREFERITI DI DAGO, "PERDITA DURANGO" - VIDEO
-Marco Giusti per Dagospia
Stasera che vediamo? In streaming, ieri, stanco delle nuove commedie italiane un po’ cafone, mi sono visto, su Mubi, un capolavoro come “Il vedovo” di Dino Risi con Alberto Sordi (“Cretinetti!”) e Franca Valeri genio della finanza.
Ma più che dalla precisione e dalla ricchezza della sceneggiatura firmato da Rodolfo Sonego, Sandro Continenza, Dino Verde, Fabio Carpi e dallo stesso Risi, sono rimasto impressionato dal ritmo della regia (ogni mossa di ogni attore è perfetta e fa ridere) e dal casting incredibile, dal triestino Livio Lorenzon come Stucchi (“che fa, marchese, spinge?”), vero motore comico di ogni battuta, al napoletano Enzo Petito (i Petito erano i Pulcinella originali) come il tedesco Fritz, da Ruggero Marchi come il milanese Fenoglio (un simil Rizzoli calvo con le sopracciglia alla Elio), per non parlare del napoletano Mario Passante come il milanesissimo Lombardozzi.
Perfino Gigi Reder era doppiato in milanese, e Angela Luce si riconosce diciamo anche di spalle. La perfezione. E stanco di film d’autore alla Fassbinder di serie B, mi sono visto, sempre su Mubi, un vero Fassbinder come il favoloso “Veronika Voss” del 1982 con Rosel Zech che canta “Memories are made by this” di Dean Martin. Ridatemi il bianco e nero di Xaver Schwarzenberger, please. Poi ho chiuso con la prima parte, un filo deludente, di “Darling” di John Schlesinger con Julie Christie e Dirk Bogarde.
E stasera in chiaro che vediamo? Ci sarebbero Sordi e Verdone in “In viaggio con papà”, diretto dallo stesso Sordi, Cine 34 alle 21, forse un’occasione un filo sprecata, ma sono sempre Sordi e Verdone che fanno padre e figlio.
E su Iris alle 21 avete un grande western giallo con Cooper che si finge un traditore per scoprire il vero infame, “La maschera di fango” diretto nel 1952 da André De Toth, uno dei grandi registi guerci di Hollywood (con Fritz Lang, John Ford, Raoul Walsh, Tex Avery). Con Gary Cooper ci sono Phyllis Thaxter, David Brian, Lon Chaney jr., Paul Kelly, Philip Carey. Uscì insieme a “Mezzogiorno di fuoco” di Fred Zinnemann, molto più famoso, ovvio.
Alla Warner non volevano che un eroe limpido e senza macchie come Gary Cooper facesse, seppur da infiltrato, il traditore. Ma De Toth li convinse.
Capisco solo ora, mentre scrivo, il senso del titolo italiano, da bambino pensavo a una vera maschera… Buffo, magari da vedere, è “Little Nicky. Un diavolo a Manhattan” di Steven Brill con Adam Sandler, Reese Witherspoon, Harvey Keitel, Patricia Arquette, Warner tv alle 21, dove Adam Sandler è un vero figlio del diavolo, ma buono, che deve riportare all’inferno i suoi fratellini, uno nero e uno gay. Harvey Keitel fa papà diavolo, Rodney Dangerfield fa addirittura Lucifero, Quentin Tarantino fa un predicatore cieco.
Su Canale 20 alle 21, 05 avete il complesso “Inception” di Christopher Nolan con Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard, Cillian Murphy, Tom Hardy, Michael Caine. Non chiedetemi la storia che non l’ho mai capito. Quattro Oscar tutti tecnici. Mai entrare nel mondo dei sogni. Su Rai Movie alle 21, 10 trovate invece il non fortunato “Alita: Angelo della battaglia” di Robert Rodriguez con Rosa Salazar, Keean Johnson, Christoph Waltz, Jennifer Connelly, Mahershala Ali.
Anche se non è né il grande manga dell’infanzia di molte ragazze oggi ventenni che lo hanno amato per davvero, né un altro capolavoro di James Cameron, che pure lo ha scritto e prodotto, né una perfetta operazione su un genere come ci ha insegnato negli anni Roberto Rodriguez, questo giocattolone in 3D da 200 milioni di dollari, tratto dai primi quattro volumi del manga giapponese Gunnm o Alita di Yukito Kishiro, usciti agli inizi del 1990, è una sorta di compromesso, anche divertente, tra le tre cose.
Cioè una buona trascrizione, diretta con cura, soprattutto negli effetti speciali e nelle situazioni più di genere, del celebre manga e un ponte con il progetto di film che James Cameron avrebbe voluto portare a termine già nel 2003 se Avatar non fosse stato il successo che è stato, obbligandolo a dedicarsi ai tre sequel della saga. Lo ha detto lo stesso Rodriguez, specificando che registi-autori come James Cameron, esattamente come il suo amico Quentin Tarantino, scrivono film solo per sé, cioè per dirigerli loro stessi. Questo era un caso diverso.
Un progetto abbandonato per muoversi verso altri orizzonti, che Rodriguez ha raccolto col suo aiuto e ricostruito con innegabile passione, traducendo in un film le 186 pagine di script e le 600 pagine di note a margine di Cameron. Nessuno lo ha amato, però.
Cielo alle 21, 15 presenta una commedia sentimentale tra una quarantenne e un ventenne, “20 anni di meno” di David Moreau con la bravissima Virginie Efira, Pierre Niney, Charles Berling, Diana Stewart, François Civil. Divertente
Su Rai 5 alle 21, 15 trovate il musical di Damian Chazelle che conquistò 6 Oscar e 7 Golden Globes sei anni fa, “La La Land” con Emma Stone, Ryan Gosling, Finn Wittrock, J.K. Simmons.
Va detto però che già a Venezia piacque a tutti i critici, da Peter Brasdshaw a Paolo Mereghetti, e capimmo tutti che era stata la scelta vincente del festival. Del resto, chi non vorrebbe essere come Ryan Gosling e Emma Stone che ballano e cantano per le strade di Los Angeles rincorrendo la vita come nei grandi musical di Gene Kelly, dentro lo schermo di Gioventù bruciata di Nicholas Ray, inseguiti dai dolly di Jacques Demy.
Oh, il sogno del musical e degli anni ’50, che già avevamo accarezzato nel geniale Hail, Caesar! dei Coen con Channing Tatum che balla come Gene Kelly e Scarlett Johansson che nuota come Esther Williams. Magari i Coen erano troppo sofisticati, troppo colti, troppo freddi, mentre Damien Chazelle è più diretto, più caldo e punta al cuore, non a una rilettura marcusiana del sistema hollywoodiano.
Ma quando si apre lo schermo nella prima scena con una voglia di panavision con un balletto tra Donen e Minnelli, La La Land, diretto dal trentenne regista di Whiplash, Damien Chazelle, e interpretato dagli incantevoli Ryan Gosling e Emma Stone, ha già vinto tutti i nostri Oscar. Perché in quella prima scena di ingorgo a Los Angeles, neanche godardiana, quasi risiana, che spinge gli automobilisti a un numero da grande musical anni 50, c’è il desiderio di tutti i noi di fuggire dalla realtà, dal verismo, dal cinema di oggi e di tornare al mondo della MGM a Hollywood.
La storia, poi, seguirà i sogni i desideri le cadute di una barista degli Studios che vuol far l’attrice, Mia, cioè Emma Stone, e di un pianista che vuol suonare solo jazz e aprire un locale, Seb, Ryan Gosling. Si incontreranno, scontreranno, ameranno, pensando di essere in un vero film degli anni 50 realizzato a Hollywood, mentre siamo nel 2016 e la produzione è di Hong Kong. Su La7 passa alle 21, 20 il modesto “Schegge di paura” di Gregory Hoblit con Richard Gere, Edward Norton, Laura Linney, Frances McDormand.
Ma su Canale 5 alle 21, 20 trovate uno stracult epocale come “Natale da chef” di Neri Parenti con Massimo Boldi, Dario Bandiera, Rocio Muñoz, Paolo Conticini, Francesca Chillemi. Vi dico le battute? “Do sta la maiala?”. “Lo vuoi vedere il pasticciotto?”. “Ma lei ha proprio un bel curriculum!”. “A furia di succhiarmelo me l’ha allungato!”. “Non c’è cosa più divina che ciularsi la nonnina!”.
“Che trombata che mi feci co sta vecchiazza!”. Avete già cambiato canale, vero? Per non parlare di Biagio Izzo che mangia le cacche delle capre pensando che siano olive o di un finale che vede in una specie di G7 fetente in quel di Trento addirittura Trump che vomita le delizie cucinate da Boldi chef, Gentiloni sulla tazza del cesso che non fa entrare la May e la Merkel (“Vai via culona”) che stanno per esplodere fuori dalla porta del bagno.
Con questo film sciagurato ma divertente, Neri Parenti firma alla grande la regia del suo primo cinepanettone “apocrifo” con Massimo Boldi protagonista, e ha l’accortezza di affidare l’episodio più divertente, ma molto scorretto, quello cioè del sommelier astemio che cerca di concupire una “vecchia” per ottenerne il voto pensando che sia un giudice in incognito della gara degli chef, a una divina Milena Vukotic nel ruolo della “vecchia”, a un Dario Bandiera in gran forma e alla fresca e notevolissima Francesca Chillemi, che è il vero giudice che ha ordito lo scherzo.
Al grido di “Fimminazza”, Bandiera si getta nello scontro amoroso con la stupita Vukotic che sfodera con grazia magistrale via via tutto il vecchio repertorio della signora Pina che riscopre la passione. Più Bandiera esplode in espressioni sicule pesantissime, “bella sticchiottella”, coinvolgendo soprattutto Enzo Salvi, che giustamente non capisce, “ma se per toccarla devi chiedere il permesso ai Beni Culturali?”, più la Vukotic cambia atteggiamento nei confronti del giovanotto. Non tutto funziona, certo, come sempre in questo tipo di film, ma la parte pochadistica, diciamo alla Mariano Laurenti, con lo scambio di coppie, è ben risolta, con Dario Bandiera che ha passato la notte con la Chillemi ma pensa di averlo fatto con la Vukotic, “Che trombata che mi feci co sta vecchiazza”.
Altro che Feltri. Rai Uno risponde alle 21, 25 con una versione russa del 2020 di “Pattini d’argento”, diretta da Michael Lockshin con Fedor Fedotov, Sonia Priss, Yuriy Borisov, Kirill Zaytsev, Aleksey Guskov e Rai Tre alla stessa ora con il classico “Sister Act” di Emile Ardolino con Whoopi Goldberg, Harvey Keitel, Maggie Smith, Kathy Najimy. Su Canale Nove alle 21, 30 trovate il thriller con l’ex-agente Cia che torna operativo “The November Man” di Roger Donaldson con Pierce Brosnan, Luke Bracey, Olga Kurylenko, Will Patton, Caterina Scorsone.
In seconda serata si nota nelle repliche, “I quattro figli di Katie Elder” di Henry Hathaway con John Wayne, Dean Martin, Martha Hyer, Michael Anderson jr., Iris alle 23, 05, l’erotichello “Il sesso degli angeli” di Xavier Villaverde con Astrid Berges-Frisbey, Llorenç González, Álvaro Cervantes, Cielo alle 23, 15.
Vi segnalo però “Avanzi di galera” diretto nel 1954 da Vittorio Cottafavi con Eddie Constantine, Richard Basehart, Walter Chiari, Arnoldo Foà, Antonella Lualdi, “Il principio del domino” di Stanley Kramer con Gene Hackman veterano del Vietnam che viene fatto uscire da San Quintino, dove era stato rinchiuso per omicidio, se ucciderà non si sa bene chi per una misteriosa e potente organizzazione.
Un complotto-movie che Hackman gira solo per soldi rifiutando capolavori come “Lo squalo”, “Incontri ravvicinati”, “Apocalypse Now”, 7Gold alle 23, 30. Ci sono anche Candice Bergen con parrucca, Richard Widmark, Mickey Rooney, Eli Wallach e veri ergastolani di San Quintino.
Occhio che passa “Conan il barbaro”, capolavoro fantasy di John Milius con Arnold Schwarzenegger, Max Von Sydow, James Earl Jones, Sandahl Bergman, Ben Davidson, Nove alle 23, 35. A mezzanotte in punto su Canale 20 avete “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan con Christian Bale, Heath Ledger, Morgan Freeman, Michael Caine, Gary Oldman. Difficile non averlo visto.
Su Canale 5 alle 00, 25 avete invece “Capodanno a New York” di Garry Marshall con Robert De Niro, Katherine Heigl, Ashton Kutcher, Carla Gugino, Lea Michele, Zac Efron. Su Cielo all’1 in punto torna uno dei film preferiti di Dago, ma è stupendo…, “Perdita Durango” di Alex de la Iglesia con Rosie Perez, Javier Bardem, James Gandolfini.
Ci sarebbero ancora “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore con Geoffrey Rush, Sylvia Hoeks, Jim Sturgess, Donald Sutherland, uno dei migliori film di Tornatore, Cine 34 all’1, 10, “Irrational Man” di Woody Allen con Joaquin Phoenix, Emma Stone, Jamie Blackley, Parker Posey, davvero poco riuscito, Iris all’1, 30. La critica americana e inglese non c’era andata leggera. Si andava dal “Terribilmente pedestre” al “Commediante di serie A, ma filosofo di seconda mano”, da “Inadeguato” a “Quando Woody Allen è cattivo, è davvero pessimo”, da “Solo per i completisti dell’opera di Allen” a un più interessante “Non sa che tipo di storia gli piacerebbe raccontare”. Certo sembrano lontani i tempi e l’ispirazione di Blue Jasmine. Film ancora costruito sui motivi del caso e del libero arbitrio e su variazioni dostoyevskiane come Match Point. Anche se qui il modello è più leggero e nella prima parte c’è ancora un po’ di commedia.
Abe Lucas, cioè Joaquin Phoenix, fascinoso professore di filosofia con una bella dipendenza dal doppio malto e poca voglia di vivere, si ritrova a insegnare in una piccola università a 45 minuti da Providence. Lì diventa subito oggetto di desiderio di una bella professoressa sposata, Rita, Parker Posey, e di una giovane studentessa per giunta già fidanzata, Jill, Emma Stone. Ma il professore non si riprenderà certo grazie alle attenzioni femminili, quanto al progetto, che cercherà di portare a termine, di un delitto perfetto. Uccidere un pessimo giudice locale.
Il delitto cambierà ovviamente i rapporti tra il professore e le sue donne, innamorate entrambe di lui. Malgrado si ravvivi un po' nell'ultima parte, il problema del film, oltre allo spreco di Joaquin Phoenix e di Emma Stone, è che non ti importa mai davvero nulla se si metterà con l'una o l'altra donna o che venga scoperto nei suoi piani criminali.
Molto carino, Rai4 alle1, 40, “L’uomo venuto dall’impossibile”, fantasy con viaggio nel tempo ideato e diretto da Nicholas Meyer, con Malcolm McDowell nei panni di H.G.Wells che con la macchina del tempo cerca di acciuffare Jack lo Squartatore, David Warner, scappato nel futuro a San Francisco. Lo aiuta Mary Steenburgen. Chiudo con l’avventuroso “Gli sposi dell’anno secondo” di Jean-Paul Rappeneau con Jean-Paul Belmondo, Marlene Jobert, Laura Antonelli e Michel Auclair, Rete 4 alle 3, 15.