IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - MI DICE DAGO CHE È PAZZO DI “THE DROPOUT”, LA NUOVA SERIE DI DISNEY+ CON AMANDA SEYFRIED COME ELIZABETH HOLMES, LA CEO DI THERANOS, CHE FRODA MIGLIAIA DI MALATI. STASERA CERCO DI VEDERLA, ANCHE SE MI STAVO CONCENTRANDO SU “BANG BANG BABY”, LA COMPLESSA E GROTTESCA SERIE AMAZON PRODOTTA DA “THE APARTMENT”. UNA SPECIE DI “FARGO” ALL’ITALIANA AMBIENTATO A MILANO, NEGLI ANNI DI COCKTAIL D’AMORE, CON LA TV SEMPRE ACCESA, I CALABRESI IN GRANDE SPOLVERO, PIENO DI FACCE NOTE - VIDEO
-
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo? Mi dice Dago che è pazzo di “The Dropout”, la nuova serie di Disney+ con Amanda Seyfried come Elizabeth Holmes, la CEO di Theranos, una società di biotecnologie che froda migliaia di malati. Nata da un podcast della ABC Radio la serie, in otto puntate, è stata ideata da Elizebeth Meriwether, ha un punteggio altissimo su Rotten Tomatoes.
Stasera cerco di vederla, anche se mi stavo concentrando sulle prime puntate di “Bang Bang Baby”, la complessa, grottesca serie su una famiglia mafiosa calabrese attiva a Milano nel 1986, ideata da Andrea Di Stefano, tratta da un romanzo di Marisa Merico, prodotta da “The Apartment” di Lorenzo Mieli, diretta da Michele Alhaique assieme a Margherita Ferri e Giuseppe Bonito, scritta da magari troppi sceneggiatori (ci sono anche i miei amici Luigi De Capua e Luca Vecchi dei Pills) supervisionati da Claudio Corbucci, che partirà su Amazon Prime domani.
Devo dire che le prime due puntate che ho visto sono confuse (troppe mani?), ma piuttosto divertenti, almeno si tenta una carta originale di raccontare una parte della storia italiana da un punto di vista diverso dal solito.
Il punto di vista è quello di una ragazzina sedicenne nella Milano da bere del 1986 divisa tra sitcom locali, videogiochi e pubblicità, l’inedita Ariana Becheroni, che vive con la madre, una Lucia Mascino un po’ scombinata, che scopre che il padre, un grande Adriano Giannini, pura commedia all’italiana, è vivo, è in galera, è probabilmente un bastardo, ma è difeso dalla sua forte famiglia mafiosa calabrese, i Barone, dominata dalla figura della capofamiglia nonna Lina, la strepitosa Dora Romano, che abbiamo già apprezzato in “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino.
Solo che il padre ha accoppato un politico calabrese dopo avergli scopato la moglie, Denise Capezza, (succede…) e questo sta provocando una reazione da parte della famiglia del politico, il fratello è uno strepitoso Antonio Gerardi, fan di George Michael e assurdo caposcout coi capelli alla De Michelis, coadiuvato da una eccellente indovina interpretata da Dodi Conti, che non vedevamo da tempo, e rischia di provocare un terremoto nella cupola dei mammasantissima della ’ndrangheta milanese dominata dal boss in carrozzella, il Don Carmine di Mattia Sbragia.
Diciamo, una specie di “Fargo” all’italiana ambientato a Milano, negli anni di Cocktail d’amore, con la tv sempre accesa, i calabresi in grande spolvero, pieno di facce note, da Ernesto Mahieux a Nicola Rignanese a Pierluigi Misasi, il cugino di Antonio Monda, e rimandi alla politica dei tempi di quando c’era lui (bettino). Molto interessante, si vede con gran piacere, vediamo se reggerà per dieci puntate.