IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? IN CHIARO CI SAREBBE UN FILM CHE HA FORMATO MOLTI DI NOI, “IL GRANDE LEBOWSKI” – MA TORNA A GRANDE RICHIESTA, ALMENO CREDO, “LA DOTTORESSA DEL DISTRETTO MILITARE” CON EDWIGE FENECH E ALVARO VITALI. GRANDE CLASSICO – NELLA TARDA NOTTE IL CURIOSO “METALMECCANICO E PARRUCCHIERA, TRAVOLTI IN UN TURBINE DI SESSO E POLITICA” DI LINA WERTMÜLLER, CON TULLIO SOLENGHI CHE SI INNAMORA DI VERONICA PIVETTI, PARRUCCHIERA LEGHISTA, ANZI BOSSIANA, CHE APPARE ANCHE NUDA. LE SCOPATE DELLA PIVETTI SONO LA COSA MIGLIORE DEL FILM… - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro ci sarebbe su Canale 27 alle 21, 10 un film che ha formato molti di noi, “Il Grande Lebowski” scritto e diretto da Joel e Ethan Coen, fotografato da Roger Deakins e musicato da Carter Burwell con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman, Peter Stormare, Sam Elliott e uno spettacolare John Turturro come Jesus Quintana, campione di bowling.
Leggo che gran parte dei vestiti di The Dude sono proprio di Jeff Bridges, comprese le ciavatte Jellies. Leggo anche che in una prima stesura della sceneggiatura si spiegava l’origini della ricchezza di The Dude, era l’erede dell’inventore del Cubo di Rubik.
Alla tv americana modificarono la battuta “This is what happens when you fuck a stranger in the ass!"/”Questo è ciò che succede quando a uno straniero glielo butti al culo”. In pratica sostituirono culo con Alpi. Non mi chiedete perché. In una versione per la tv americana cercarono anche di togliere i circa 200 “fuck” detti nel film. Per i diritti di “Dead Flowers” dei Rolling Srone, Allen Klein voleva 150 mila dollari, ma gli piacque tanto la battuta sui “fucking Eagles” che ai Coen gliela dette gratis.
Su Tv2000 alle 20, 55 un mai sentito (da me) “Aspettando Anja” diretto da Ben Cookson, tratto d aun romanzo per l’infanzia di Michael Morpurgo con Anjelica Huston, Jean Reno, Sadie Frost, Noah Schnapp, Nicholas Rowe, Thomas Kretschmann, fuga di un gruppo di bambini ebrei dalla Francia alla Spagna. Così così.
Su Cine 34 alle 21 torna a grande richiesta, almeno credo, “La dottoressa del distretto militare” di Nando Cicero con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Alfredo Pea, Carlo Delle Piane, Gianfranco D'Angelo. Grande classico. Su Rai Movie alle 21, 10 passa il primo “Non ci resta che il crimine” diretto da Massimiliano Bruno con Marco Giallini, Alessandro Gassman, Edoardo Leo, Ilenia Pastorelli, Massimiliano Bruno. E’ anche il miglior film della serie.
Arindanghete coi viaggi nel tempo, con la Banda della Magliana, con le partite della Nazionale del 1982 (non abbiamo un altro passato calcistico da venerare?), con lo spot del Pennello Cinghiale, con i soprannomi romani, er Ventosa, er Bove, er Murena, Il Sorcio, er comecazzosichiama, e col culo di Ilenia Pastorelli, qui davvero esplosivo.
Vabbè. Molto ci sarebbe da dire, riguardo a Non ci resta che il crimine, scritto da Max Bruno assieme a Nicola Guaglianone e Menotti, riguardo al funzionamento non proprio perfetto della storia di questo viaggio nel tempo che incrocia la Banda della Magliana nella Roma del giugno 1982.
Perché è tutto un po’ rabberciato, col portale spaziotemporale dentro al bar che fu della Banda, i cellulari che non funzionano, la mancanza dei social, i romani in festa per la Nazionale, l’incontro dei protagonisti con se stessi piccoli. Però, alla fine, che vedeodì, Marco Giallini fa ridere più del solito, Alessandro Gassman ha un ruolo estremamente sobrio di tontolone fedele alla moglie, che non tromba da sei anni, che fa impazzire Ilenia Pastorelli, e i due costruiscono delle scene davvero divertenti, Gian Marco Tognazzi fa uno sfigato che diventa un duro di gran classe, Edoardo Leo funziona bene come cattivo, ci sono due tre attori stracult notevoli, da Emmanuele Bevilacqua, scoperta di Claudio Caligari, come Er Bove, a Fabio Ferri, ma dov’era finito?, come pugliese gay.
E Ilenia Pastorelli, sì lo so che fa sempre la stessa parte, ma in mano ai dialoghi di Guaglianone, funziona benissimo.
Allora. Possiamo non essere soddisfatti pienamente della sceneggiatura, ma l’idea, anche se un po’ ovvia, è divertente, e il film, come commedia con quattro attori maschi (aridanghete… altro che la new Hollywood al femminile qua…), si fa vedere.
Sei ragazzi in barca e un misterioso predatore marino sotto l’acqua sono gli ingredienti dell’horror a basso costo “Beneath” diretto da Larry Fessenden con Daniel Zovatto, Bonnie Dennison, Chris Conroy, Jonny Orsini, Griffin Newman, Mediaset Italia 2 alle 21, 15.
Cielo alle 21, 15 rispolvera il vecchio erotico – soft – “Casa di piacere” di Alex Damiano alias Bruno Gaburro con Valentine Demy, Alex Freyberger, Alessandro Scotti, David D'Ingeo. Torniamo a parlare di virus con “Virus letale” di Wolfgang Petersen con Dustin Hoffman, Rene Russo, Morgan Freeman, Donald Sutherland, Cuba Gooding jr., che anticipò di molto la pandemia, Iris alle 21, 15.
Su Rai4 alle 21, 20 l’ultima versione della saga nordica Millenium, con Claire Foy al posto di Rooney Mara, “Millenium – Quello che non uccide” diretto da Fede Alvarez con Claire Foy, Sverrir Gudnason, Sylvia Hoeks, Lakeith Stanfield, Claes Bang. Vediamo cosa ne scrissi quando lo vidi.
Capello corto nero, occhi penetranti, tatuaggio del dragone sulla schiena, sempre vestita di pelle, pronta a ricucirsi le ferite con la spillatrice, definitivamente lesbo (o no?), torna Lisbeth Salander, l’eroina della saga Millenium, incarnata stavolta da Claire Foy, bravissima attrice inglese trentaduenne, già vista in The Crown.
La dirige in questa nuova avventura, dal titolo italiano un po’ tronco e un po’ sticazzi, Millenium. Quello che non uccide, che traduce il più giusto The Girl in the Spider’s Web, l’uruguagio Fede Alvarez al posto di David Fincher. Lo scrivono lo stesso regista, Jay Basu e il superesperto Steven Knight, lo sceneggiatore-regista di Locke, riprendendo il romanzo omonimo di David Lagercrantz che già riprendeva i personaggi ideati dal defunto Stieg Larsson.
Ricco, ben girato, benissimo interpretato da un cast di femmine forti, da Claire Foy a Sylvia Hoeks come sua sorella Camilla, rossovestita e quasi albina, e Vicky Krieps, mentre i maschi hanno ruoli un po’ moscioni, a cominciare da quello del nuovo Mikael, cioè Svennir Gudnasson, il film, dopo un ottimo inizio in una Stoccolma fotografata da paura, prende la piega un po’ ovvia tra un Mission: Impossible e un film di supereroi con fluidità sessuale.
Sarà che deve piacere a tutti, verissimo, avremmo però desiderato qualcosa in più proprio sul personaggio di Lisbeth, che Claire Foy cerca di far suo solo partendo dal suo corpo un po’ androgino e dalle espressioni del viso. Non è bella come le due Lisbeth precedenti, Noomi Rapace e Rooney Mara, né come le sue possibili rivali per il reboot, Natalie Portman, Scarlett Johansson, Alicia Vikander, ma ha molta personalità e capacità recitative.
Del resto il pur bravo Fede Alexander, attivissimo nell’horror, non è David Fincher. Ma il film ha una sua forza, soprattutto nella messa in scena delle sequenze più spettacolari in una Stoccolma gelata. Detto questo la saga finisce qui.
Voglia di Bud e Terence? Su Rete 4 alle 21, 25 passa “Miami Supercops” di Bruno Corbucci con Terence Hill, Bud Spencer, Jackie Castellano, C.B. Seay, Rhonda Lundstead. Rai Tre alle 21, 45 propone “Rachel”, che poi sarebbe il vecchio “La mia cugina Rachele” di Daphne Du Maurier, già portato al cinema da Henry Koster con Olivia De Havilland e Richard Burton. Qui a dirigere la vecchia storia di vendette che diventano amore è stato chiamato il solido Roger Michell e i protagonisti sono Rachel Weisz e Sam Claflin, ma ci sono anche Holliday Grainger, Iain Glen e il nostro Pierfrancesco Favino. Non è affatto male, Rachel Weisz favolosa come sempre.
Su Rai Tre alle 22, 40 passa il documentario “Pier Paolo Pasolini – Una visione nuova”. L’idea centrale del film documentario su Pasolini ideato e diretto da Giancarlo Scarchilli, già assistente e sceneggiatore di Sergio Citti, quindi uomo che ha vissuto dal di dentro anche il cinema di Citti e Pasolini degli anni ’70, è vederlo come un grande innovatore, perché già col suo primo film, “Accattone”, totalmente si rinnovò il cinema italiano e mondiale, come furono innovazioni i suoi articoli per il Corriere della Sera, che rovesciarono del tutto il punto di vista di molti sulla realtà del tempo. Innovazioni che cambiarono la vita di tanti giovani che ne seguirono non tanto il modello cinematografico, non era facile rifare Pasolini senza possedere quel tipo di profondo bagaglio culturale, ma l’apertura mentale e il punto di vista.
E’ vero, come dice nel documentario Caterina D’Amico, per anni direttrice del Centro Sperimentale di Cinematografia, che tanti ragazzi di fronte ai capolavori italiani del passato si mostrano indifferenti o si addormentano proprio, tanto del nostro cinema è invecchiato o non ci interessa più, ma “Accattone” è ancora oggi uno shock per il giovane spettatore.
Perché è ancora “moderno”, immediato, ti apre la mente già solo con Bach, il bianco e nero di Tonino Delli Colli e il volto sotto il sole di Franco Citti. E’ un viaggio nella realtà, nella pietà dello sguardo di Pasolini per quella realtà, nella costruzione artistico-poetica che ti prende immediatamente alla gola.
Non c’entra solo Pasolini, in realtà. E’ anche l’Italia del tempo. Un’Italia che ha prodotto “La dolce vita” di Fellini, alla quale Pasolini e lo stesso Citti hanno collaborato con storie, ambientazioni, Pasolini fece tutto il casting minore non lo scordiamo…
Cine 34 alle 23 propone “La poliziotta a new York” di Michele Massimo Tarantini con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Aldo Maccione, mentre Rai Movie alle 23 passa il thriller “Fuori controllo” di Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone, Danny Huston, Bojana Novakovic, Shawn Roberts. Bel cast.
Su Rete 4 alle 23, 40 il thriller erotichello “Facile preda” diretto da Andrew Sipes con la bellissima (ma non così recitante) Cindy Crawford, William Baldwin, Salma Hayek, Steven Berkoff.
Su Cine 34 alle 0, 55 passa la commedia sexy “Una vergine in famiglia” di Mario Siciliano con Franca Gonnella, Femi Benussi, Gianni Dei, Georges Ardisson, Mario Colli, Carla Calò. Su Iris alle 2, 05 abbiamo la commedia sentimentale con lui troppo vecchio per lei o lei troppo giovane per lui, “Twinky” diretta da Richard Donner con Charles Bronson, Susan George, E’ il film che fece capire a Richard Donner che doveva lasciare le regie televisive e puntare al cinema.
Nel film un già maturo Charles Bronson, quarantenne!, si innamora dell’inglese sedicenne Susan George, si sposano e vanno a vivere a New York per poi scoprire che non ha funzionato, Iris alle 2, 55.
Ci sono anche Honor Blackman, Orson Bean, Jack Hawkins, Michael Craig, Trevor Howard e perfino Jill Ireland. La storia era tratta dal vero scandalo che provocò il matrimonio dello sceneggiatore Norman Thaddeus Vance con una attrice sedicenne.
Tra le commedie sexy torna anche il notevole “Il gatto mammone” diretto da Nando Cicero con Lando Buzzanca, Rossana Podestà, Gloria Guida, Grazia Di Marzà, Tiberio Murgia, Cine 34 alle 2, 40.
Su Italia 1 alle 2, 50 avete l'ambizioso, ma non così risolto, “The Cell”, film visionario di Tarsem Singh, mago della pubblicità, con Jennifer Lopez, Vince Vaughn, Vincent D'Onofrio, Marianne Jean-Baptiste.
Iris alle 3, 45 propone il curioso “Metalmeccanico e parrucchiera, travolti in un turbine di sesso e politica” diretto da Lina Wertmüller, scritto da Lina con De Bernardi e Benvenuti, con Tullio Solenghi, metalmeccanico comunista, che si innamora di Veronica Pivetti, parrucchiera leghista, anzi bossiana, Gene Gnocchi, Cyrielle Claire, Cinzia Leone.
Unico esempio di commedia pepponistica anni ’90, volgare, straripante, anche divertente, il film recupera nel personaggio della Pivetti tutto quello che si era perso per strada. Lei appare anche nuda. Gnocchi fa un buon numero di pidiessino. Ma le scopate della Pivetti, scrissi allora, sono la cosa migliore del film. E’ comunque lei, con la sorella presidente del Camera, a dargli un tono curioso.
Chiudo con una bella doppietta, “Il pellegrino” di Charlie Chaplin, Rai Tre alle 4, 10, e “La zona morta” diretto da David Cronenberg, tratto da un racconto di Stephen King con Christopher Walken, Brooke Adams, Martin Sheen, Nicholas Campbell, Italia 1 alle 4, 30.